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Come vanno i nostri rookies?

Creato il 26 febbraio 2011 da Basketcaffe @basketcaffe

wall-griffinLa “partita” tra Rookie e Sophomore, primo atto dell’All-Star Game ha ridato un po’ di attenzione a quei giocatori al primo anno che, oscurati dallo strapotere di Blake Griffin, in questa stagione non vengono granchè considerati a livello NBA. E’ indubbio che la classe 2010 del draft non è stata una delle migliori, almeno per quello che si è visto in questi primi 3 mesi e mezzo, ma alcuni dei giocatori chiamati stanno crescendo bene (pochi in realtà), nonostante abbiano avuto a che fare con il cosidetto “Rookie Wall“: l’ostacolo che tutti i primo anno trovano più o meno tra gennaio e febbraio, quando la stanchezza per il numero di partite e le trasferte e la pressione (più o meno a cavallo tra questi mesi si sono giocate lo stesso numero di gare che nel college si giocano in una stagione intera) si fa sentire per davvero.

Escludendo Blake Griffin, dunque, che ha già il premio di Matricola dell’anno in tasca e che rimane fuori concorso (e che è stato scelto nel 2009), vediamo come stanno andando gli altri giocatori chiamati al draft 2010:

1^ scelta assoluta - John Wall: 15.4 punti, 9 assist, 4.3 rimbalzi, 1.6 recuperi in 37.1 minuti di utilizzo. Possono bastare queste cifre? Purtroppo per lui, no. I suoi predecessori nel ruolo di playmaker scelti nelle ultime stagioni (Rose, Westbrook, Evans) hanno fatto tutti meglio e quindi i paragoni lo vedono andare sotto, eppure prendere in mano una franchigia come Washington e cercare di risollevarla non è per niente facile.
La capacità di dare in mano ai compagni cioccolatini pronti per essere scartati è enorme, così come le due doti atletiche (probabilmente il giocatore con l’accelerazione più bruciante dell’intera Lega), però ci sono alcuni punti oscuri, intanto le 3.7 palle perse a gara, veramente troppe per una point guard, e poi le percentuali al tiro che sono tutt’altro che buone: 40.9% dal campo, 31.1% da tre, 74.7% ai liberi. Deve crescere e lo farà…dobbiamo solo avere un po’ di pazienza.

5^ scelta assoluta - DeMarcus Cousins: 13.8 punti, 8.2 rimbalzi, 1.9 assist in 27.2 minuti. Assomiglia molto a Beasley, non tanto sul campo quanto per talento a disposizione e talento nel disperderlo. Ha una grandissima capacità di segnare in tutti i modi e anche a rimbalzo, pur non essendo un mostro atleticamente si fa sentire; dopo un mese di novembre un po’ problematico le sue cifre sono cresciute con l’anno nuovo, tanto che nelle ultime 26 partite non è andato in doppia cifra solo 6 volte.
I problemi allora quali sono? La rissa nata con il compagno Greene che l’ha tenuto fuori squadra una partita dovrebbe bastare, ma con coach e compagni non è la prima volta che il ragazzo ha storie tese. Caratterino niente male, se lo si riesce ad ammansire questo è nato per giocare nella NBA.

landry fields
39^ scelta assoluta - Landry Fields: 10.0 punti, 7.1 rimbalzi, 2 assist in 32.7 minuti di impiego. New York non farà sempre le scelte giuste sul mercato, ma al draft molto spesso pesca bene, e Fields è senza dubbio un esempio di questo. Mike D’Antoni l’ha promosso titolare dopo poche partite, è divenuto presto un beniamino del pubblico del Madison (Spike Lee indossa sempre la sua maglietta nelle partite interne), e lui ha risposto subito alla grande, più come fa un veterano che un rookie. Nello scambio che ha portato Anthony nella Grande Mela lui è rimasto fuori, anche per volontà delle dirigenza che ha deciso di investire parecchio.
51.9% dal campo e 40.9% da tre le sue percentuali, ma è l’attitudine a buttarsi a rimbalzo e fare sempre la scelta giusta che più sorprende.

Non scelto al draft - Gary Neal: 9 punti, 2.4 rimbalzi, 44.1% dal campo 41.9% da tre in 19.9 minuti di utilizzo. Non cifre di alta qualità in assoluto, ma se rapportate al fatto che questo rookie gioca a San Antonio, sono cifre quasi fuori dal mondo! Convincere Popovich essendo un primo anno è praticamente impossibile (chiedete a Ginobili e a Parker) eppure l’ex Treviso c’è riuscito e molto spesso nei finali di partita resta in campo per la sua abilità nel fare canestro in molti modi.
Da notare poi, come, nelle partite in cui ha giocato almeno 10 minuti, Neal non ha segnato dalla lunga distanza solamente in 7 occasioni su 54!

Per alcuni che vanno bene, però, ce ne sono altri (e parecchi) che stanno viaggiando ben al di sotto delle attese:

evan turner
2^ scelta assoluta - Evan Turner: in 24.6 minuti fattura 7.2 punti, 4.4 rimbalzi, 2.1 assist. Un po’ pochino per il miglior giocatore della passata stagione collegiale, eppure il fatto di essere stato scelto da Philadelphia, che nel suo ruolo ha già Iguodala di certo non lo sta favorendo. Non è mai stato un realizzatore incredibile (e lo dimostra anche il 27% dalla lunga distanza di questa stagione) però ha sempre dimostrato di saper far tutto e molto bene su un campo da basket.
Il fatto di tenere sia lui sia Iguodala nel roster non sembra essere una grande idea per la crescita del ragazzo.

3^ scelta assoluta - Derrick Favors: 6.3 punti, 5.3 rimbalzi in 19.4 minuti. E’ un ragazzo giovanissimo (appena 19 anni) e con grandissimi margini di miglioramento, ma anche se il talento c’è, non si è proprio sicuri che possa essere quello di una terza scelta assoluta al draft. I dubbi aumentano ancora quando si pensa che i Nets l’hanno inserito nella trade Anthony prima, e in quella Deron Williams poi, spedendolo ai Jazz. Qui di certo non troverà più spazio visto l’affollamento nel ruolo (al debutto 15 minuti, 6 punti, 3 rimbalzi).
Deve crescere, ma nello Utah sarà difficile.

4^ scelta assoluta - Wesley Johnson: 9 punti, 2.8 rimbalzi e 2 assist in 26.4 minuti di impiego. Minnesota non è in un momento facile visto che sta ricostruendo dopo un periodo nerissimo e si trova in fondo alla classifica, però la volontà di puntare sui giovani c’è, e Johnson sembra uno di questi. A Syracuse in realtà aveva mostrato cose migliori rispetto a questo inizio anno, dove fatica un po’ a imporsi e a trovare con continuità il canestro, tanto che solamente 5 volte è riuscito ad andare in doppia cifra per punti segnati almeno in due partite consecutive.
Minni crede in lui e le potenzialità ci sono, l’anno da rookie è duro e già dalla prossima stagione potremmo vedere un giocatore molto migliorato.


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