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Come vendere senza partita IVA: la ritenuta d’acconto

Creato il 02 giugno 2013 da Conoscereweb @Venditaonlineeu
Come vendere senza partita IVA: la ritenuta d’acconto

Con l’avvento dei negozi online, la confusione dal punto di vista burocratico  fiscale regna sovrana. Molti non capiscono se aprire o meno la partita IVA, finendo con l’accantonare l’idea per paura di spendere tutto il guadagno in tasse, contributi e commercialista.

Sia che si voglia aprire un negozio online dove si vende la merce vera e propria, che intraprendere un’attività sul web di erogazione di determinati servizi (web writing, grafico, consulenze fiscali, ecc), si potrebbe emettere una ricevuta di prestazione occasionale con ritenuta di acconto, ma solo in determinati casi.

La normativa vigente determina che si può erogare o vendere un servizio a una ditta dietro un compenso, certificandolo però con una ricevuta di prestazione occasionale mediante ritenuta d’acconto del 20% . Si devono indicare i dati di entrambe le parti, il numero della ricevuta, l’importo lordo, l’importo della ritenuta d’acconto e l’importo netto. Requisiti fondamentali per poter emettere  questo tipo di documento è quello di non superare i 5000 Euro annui e di erogare delle prestazioni occasionali entro e non oltre i 30 giorni. Ecco perché, in questo tipo di documenti, c’è spesso la dicitura “prestazione occasionale” ed è indicato, nello specifico, il periodo.

E’importante sapere che la ritenuta d’acconto deve essere pagata dal cliente e non da chi vende o eroga il servizio, salvo accordi diversi. Diventa fondamentale, quindi , specificare il prezzo lordo della prestazione, in modo da non far accampare scuse al potenziale cliente (alcune persone colgono la palla al balzo per non pagare l’intera prestazione).

Trascorso l’anno fiscale, le ditte-clienti dovranno spedire la certificazione di pagamento delle ritenute, in  modo che si possano allegare alle proprie copie e consegnarle al commercialista, in tempo per la Dichiarazione dei Redditi. Ovviamente, questi documenti concorreranno sulla somma del reddito, ma essendo dei privati non dovrebbero esserci grossi oneri, almeno, in confronto a quelli di un titolare di partita IVA.

E’ bene, comunque, usufruire delle consulenze di un buon commercialista prima di intraprendere ogni attività, per valutare attentamente caso per caso e per non incorrere in pesanti sanzioni tributarie.



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