Premesso doverosamente il dispiacere per una giovane vita che si è spezzata, sono certo che la Camorra stia “sguazzando” su quanto avvenuto a Napoli il 4 settembre scorso.
Sì, perché – ma sarei felice di essere smentito – ho letto raramente di cortei di napoletani quando a morire è stato un innocente per mano dei camorristi.
Qui, invece, c’è un carabiniere di mezzo, giovane pure lui, e sono convinto che in troppi stanno strumentalizzando la tragedia per attaccare le Forze dell’Ordine.
Ci sta, naturalmente, che i genitori, i parenti e gli amici di Davide Bifolco siano arrabbiati e desiderosi di giustizia (ma meno la pubblicazione delle fotografie del cadavere su Facebook per fomentare ancora più odio). E speriamo che presto gli inquirenti possano fare luce sulla dinamica dell’omicidio.
Ma non bisogna essere né ipocriti né pervenisti: questo terribile dramma familiare è utilizzato anche per dare il fianco a chi vuole colpire solo e soltanto chi ogni giorno si prodiga per la sicurezza di tutti i cittadini, soprattutto in città come Napoli (e Palermo, aggiungo).
Fare di tutta l’erba un fascio è sempre un grave errore.
A maggior ragione in casi come questi, perché chi porta la divisa va rispettato, tutelato e difeso.