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Commenti su UED Fashion Night 2015: moda e arte in una sera d’estate di Silvia

Da Pescaralovesfashion @PescaraLfashion

Sotto un cielo stellato di una calda estate, in compagnia di Clizia Tonelli, ho avuto il piacere ieri sera di assistere in prima fila all'evento organizzata dall' Università Europea del Design di Pescara, un'istituto che da 35 anni forma giovani talenti nei settori Moda, Comunicazione e Architettura&Design. 14 stilisti emergenti hanno presentato le loro collezioni alla UED Fashion Night 2015, una sfilata che ha parlato della passione di questi ragazzi e della loro voglia di esprimere se stessi.

Rompe il ghiaccio Catherine Bonilla con una collezione basata sulla contrapposizione tra razionalità e irrazionalità dell'anima. Linee morbide e trasparenze si unisco a rigidi tessuti coprenti in un total black dove i contrasti vivono in armonia sullo stesso capo.

Profonda raffinatezza e linee estremamente pure sono i tratti che distinguono la collezione realizzata da Pierluigi Ciccotelli: i tagli geometrici si esprimono in un minimalismo che esce fuori dai concetti classici mentre l'influenza giapponese si evince nei volumi che rendono gli abiti simili a sculture tinte di colori tenui per vestirsi di eleganza.

Sempre di Pierluigi Ciccotelli ma in collaborazione con Gianluca Lattuchelli, sulle note di "L'amour est un oiseau rebelle" ha sfilato anche la seconda collezione dei papillon Printie, un accessorio immortale della moda maschile che attraverso il design e l'estro creativo dei due giovani fashion designer rivive di una nuova luce dove il nero e il lime colorano il pvc con il quale sono stati realizzati.

La ricerca dell'equilibrio attraverso l'irregolarità è ciò che ha spinto Marina Cappiello a sviluppare la sua collezione. Le linee sui capi spingono così lo spettatore ad osservare abiti in cui le asimmetrie trasgrediscono i canoni standard per sollecitare l'attenzione di chi guarda.

Rita Capuni propone invece una donna che si ribella ad uno stereotipo estetico e mescola elementi maschili e femminili per ritrovare una nuova identità che sente emotivamente sua. La voglia di liberarsi dalle costrizioni esce fuori attraverso la contrapposizione del bianco/nero che spinge a soffermarsi sulle forme per osservare il capo nella sua dimensione più pura.

Il moulage e il semimoulage sono le tecniche alla base delle creazioni di Jessica Casciano, abiti i cui tessuti sono lavorati direttamente sul manichino permettendo così di avere una visione immediata della propria creazione, sviluppata attraverso la lavorazione sul panno.

Rei Kawakubo è stata invece la personalità ispiratrice di Velia Cilenti: arte e moda si mixano tra loro per ritrovare una dimensione unica. La scelta dei tessuti ricade così su stoffe rigide e pesanti per dare volumi originali ai capi mentre i colori diventano a contrasto tra loro per far risaltare le linee e per delineare abiti che hanno la pretesa di essere espressione di emozioni.

Maria Di Giancamillo ci riporta con i ricordi alle atmosfere anni '50 con le sue creazioni dal retrogusto vintage, un viaggio alla riscoperta di donne raffinate che hanno fatto dello stile e del buon gusto il loro modo di vivere. Le linee del passato si legano ai volumi contemporanei per rivendicare un'immagine di eleganza che si sta perdendo e che vuole riaffermarsi attraverso tessuti all'avanguardia ed accessori innovativi e in cui il rosso diventa il colore di punta dell'intera collezione.

Dietro una ferita non c'è una bruttezza da occultare: questo è il messaggio che ha voluto lanciare Fania Di Girolamo con la sua collezione. Ispirata alla tecnica giapponese del Kintsugi, l'idea di perfezione perde i suoi stereotipi per dimostrare come nell'imperfezione è possibile trovare una bellezza che prende forza da ciò che era considerata la sua debolezza attraverso tessuti classici che si contrappongono al neoprene per mostrare abiti che raccontano così la storia di chi li indossa.

Roberta Marcucci ha scelto invece il termine Komorebi come elemento perno dei suoi capi. Parola giapponese utilizzata per descrivere la forza prorompente dei raggi del sole, ogni suo abito fa riferimento a questo concetto attraverso i tagli paralleli effettuati direttamente sul tessuto per creare una distorsione sul capo che avvolge il corpo in perfetta armonia.

Sulle malinconiche note di un piano e violini, hanno sfilato i capi di Gianmarco Fornelli: linee morbide come mosse dal vento per esprimere l'ambiguità che si nasconde in ognuno e che spinge ad andare oltre gli stereotipi per scoprire la propria essenza e mostrarla attraverso abiti che non sono più solo creazioni di stoffa ma diventano una seconda pelle.

Martina Pallini ci parla invece di decontestualizzazione attraverso abiti che richiedono di osservare ogni cosa in un'ottica diversa per vedere oltre la realtà. I dettagli del capo conferiscono all'abito una nuova funzione estetica fatta di linee che si esprimono attraverso la scelta del total black come colore principale dell'intera collezione.

La perfezione della forma dell'uovo è il punto di partenza della collezione di Carmen Patanella. Total White Total Black diventano le uniche combinazioni cromatiche che permettono di enfatizzare le ampiezze e le linee dei capi per lasciare che la forma predomini sul resto e che la struttura dei capi si disegni nello spazio circostante come un disegno fatto con il gessetto.

Anni '60 l'atmosfera che Enxhi Tuku ha portato con la sua collezione. Sulle note della storica "This boots are made for walking" di Nancy Sinatra, ritorna la provocazione di quegli anni attraverso miniabiti irriverenti che con le loro linee a trapezio diventano i protagonisti di una collezione caratterizzata da colori caldi e terrosi e da tagli geometrici e tessuti che creano ampiezze sugli abiti.

Bianco, hologram silver e diverse nuances di rosa sono i colori scelti da Paolo Santoro per la sua collezione: due stili che si uniscono per creare un equilibrio tra semplicità e sfarzosità; l'esagerazione e il mimal convivono così in armonia nella stessa collezione dove la scelta di tessuti che provengono dal mondo dello sportwear si sposta in un ambiente couture.

Anche quest'anno hanno sfilato i modelli Junior per la linea Tees For Teen Summer 2016: grafiche all over e pattern dipinti a mano sono le scelte visive per una collezione di T-shirt fresche e colorate pensate per i più piccoli.

Flora: questo è il nome che racchiude le creazioni dei ragazzi del 2° anno dell'UED. Come moderne amazzoni su ritmi percussivi, le modelle hanno indossato abiti ispirato al mondo floreale in una collezione che è stata un bouquet di seduzione e ricercatezza attraverso i volumi, i tagli, i colori e le applicazioni su stoffa.

Anche gioielli sulla passerella attraverso le creazioni di Balsini Gioielli: provocazione e forte irriverenza per una collezione che si esprime attraverso oro bianco e diamanti e con pezzi in acciaio studiati per dare dinamicità al materiale e dove lo spettacolo di istant fashion ha fatto da cornice.

Atmosfere oniriche per concludere la serata attraverso le creazioni dei ragazzi del 1°anno che con la collezione Sweeney Todd hanno portato lo spettatore in una dimensione dove il confine tra realtà e fantasia diventa talmente sottile che sembra quasi sparire mentre si osservano abiti che parlano di una costante ricerca di un qualcosa che susciti forte emozioni.

Nel mostrarvi le foto degli abiti che più mi hanno affascinato, non mi resta che augurare a questi ragazzi che questo sia solo il punto di partenza per una lunga carriera dove, attraverso i loro abiti, posso esprimere se stessi rendendo reali i loro sogni e donando bellezza a chi sceglierà di indossare le loro creazioni!

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