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Commento ad 'Anna Karenina' di Lev Tolstoj

Creato il 16 febbraio 2011 da Ireland_lover @IrelandLoverSaoirse
Letto dal 26 gennaio 2011 al 15 febbraio 2011.
È sempre estremamente arduo commentare romanzi che, in senso stretto, sono "meri" romanzi, ma che in senso lato sono mondi, sono universi, sono anime viste con la lente d'ingrandimento, esaminate con cura, amate, da ogni punto di vista, sotto ogni luce. Anna Karenina fa parte di diritto in questa ristretta cerchia di opere.
Anna Karenina è un romanzo immenso, e non sto parlando della sua mole, che di primo acchito può forse fare un po' di paura; paura la quale svanisce nel momento in cui si leggono le prime pagine, in quanto è subito evidente la scorrevolezza e la fluidità con cui scivolano le parole una dopo l'altra. Piuttosto, Anna Karenina è immenso poiché contiene tutto ciò che si ricerca in un'opera letteraria: in sentimenti, ci sono amore, paura, gelosia, terrore, disperazione, angoscia, felicità, gioia; in temi, c'è la rappresentazione fedele e sprezzante della decadenza dell'aristocrazia russa alla fine del XIX secolo, i dibattiti sulla religione, sulla guerra, sul matrimonio, la morte e il desiderio di morte. In Anna Karenina c'è tutto. E questo tutto, questi molteplici sentimenti, questi complessi temi, vengono sapientemente trattati e analizzati. Tolstoj infatti non tralascia nulla, ma "studia" tutto attentamente e amabilmente, concentrandosi su ogni singolo aspetto di ogni singolo tema o sentimento. I sentimenti nelle persone, e le persone nelle famiglie, e le famiglie nella società. Ogni soggetto è al tempo stesso microcosmo e macrocosmo, frammento e unità. Unità che si va sempre più spezzando, che s'incrina, come un vetro che cede dopo sforzi continuamente più forti.
I personaggi presenti in quest'opera sono molteplici, ognuno di essi magnificamente ritratto e caratterizzato. E corrono lungo il sentiero del romanzo le due storie d'amore di quattro di essi: la storia d'amore fra Anna e Vronskij e la storia d'amore fra Levin e Kitty. Due storie diametralmente opposte: la prima, sofferente, angosciosa, sanguinante, che si trascina a forza in una società che non l'accetta, che la guarda con occhi torvi e perfidi; la seconda, dapprima sofferente anch'essa, ma destinata a crescere colma di gioia e felicità. E ancora, in queste due storie, i personaggi di Anna e Levin. Anna, divisa dai sensi di colpa, dall'amore per Vronskij e dall'amore per il figlio Serëža, che si escludono a vicenda, dilaniando e condannando il suo animo; Levin, uomo di campagna, lavoratore, razionale, che si sforza di comprendere il mondo, che cerca di capire chi egli sia, che vive delle sue idee e del profondo amore per la moglie.
Potente e vero, forte e deciso, Anna Karenina è leggere l'immensità, è addentrarsi nella grandezza, è vivere l'indefinibile, è perdersi nei meandri dell'incomprensibile animo umano.
Piccolo estratto (pagg. 618-619):
Un’altra donna, meno attenta, che non avesse conosciuto Anna prima e in particolare non avesse avuto i pensieri che aveva formulato Darija Aleksandrovna durante il tragitto, non avrebbe notato nulla di particolare in Anna. Ma adesso Dolly era colpita da quella bellezza momentanea che le donne hanno solamente nei momenti dell’amore e che lei aveva colto sul viso di Anna. Tutto nel suo viso: le fossette ben definite delle guance e del mento, la piega delle labbra, il sorriso che sembrava aleggiarle intorno al viso, il fulgore degli occhi, la grazia e la rapidità dei movimenti, la pienezza dei suoni della voce, persino il modo fra arrabbiato e affettuoso con cui aveva risposto a Vronskij che le aveva chiesto il permesso di montare il suo cob, – tutto era particolarmente attraente; e sembrava che lei lo sapesse e ne fosse felice.

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