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Commiato: Vietando il lamento

Da Sharatan

Commiato: Vietando il lamento
Come uomini virtuosi trapassano mitie sussurrano alle loro anime di andare,mentre fra i loro amici c’è chi dice,ora se ne va il respiro, e chi dice, no:

così sciogliamoci, senza far rumore, non diluvi di lacrime, non tempeste muoviamo di sospiri;sarebbe profanazione delle nostre gioie rivelare ai laici il nostro amore.Il sommovimento della terra reca danni e paure,gli uomini calcolano cosa ha fatto e significato;ma la trepidazione delle sfere,pur di gran lunga maggiore, è innocente.L’amore dei rozzi amanti sublunari (la cui anima sono i sensi) non ammettel’assenza, poiché essa sottrae quelle cose che ne erano gli elementi.Ma noi, per un amore così affinato da non saper noi stessi cosa sia,in reciproca certezza delle anime,meno ci curiamo che occhi, labbra, mani manchino.Le nostre due anime, perciò, che sono una,benché io debba andare, non subisconouna frattura, ma un’espansione,come oro battuto ad aurea sottigliezza.Se esse sono due, sono due come le rigide gambe gemelle del compasso sono due:la tua anima, il piede fisso, non mostra di muoversi, ma lo fa, se l’altra lo fa;e anche se nel centro siede,quando l’altra va lontano errando,si piega e a quella tende l’orecchio,e torna eretta, quando l’altra rincasa.Tale sarai tu per me, che devo, come l’altro piede, correre inclinato:la tua fermezza fa il mio cerchio esattoe mi fa finire dove avevo cominciato.

(John Donne)

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