Magazine Per Lei

Compagni, fidanzati, amanti, ragazzi, concubini...

Creato il 14 aprile 2011 da Taccodieci @Taccodieci
Compagni, fidanzati, amanti, ragazzi, concubini...
Da qualche tempo mia madre ha iniziato a parlare del mio FF come del mio "compagno".
Niente allusioni politiche, per carità (anche se l'idea di dargli il benvenuto stasera, al rientro dal lavoro, salutandolo come "Compagno FF" mi fa sganasciare dalle risate), è che per lei noi due, che condividiamo lo stesso appartamento senza essere legati dal sacro vincolo del matrimonio, siamo di difficile definizione.
In effetti è vero, ora che ci penso. Io ho risolto in fretta la questione, chiamando il mio FF proprio FF, ma qui in ufficio le colleghe mi sottolineano che un uomo, per guadagnarsi il titolo di F, dovrebbe come minimo presentare richiesta di matrimonio, mentre a casa nostra la questione non è stata toccata. Eppure mi piace chiamarlo FF, perchè "fidanzato" è un termine romantico, che mi ricorda le coppie "di una volta", quelle che rimangono assieme per tutta la vita, che si amano e si rispettano, che si guardano e non possono fare a meno di sorridere. Perchè io vorrei che fosse proprio così, che noi due, alla facciaccia della modernità, fossimo una coppia all'antica e non ci lasciassimo mai.
Ora che vi ho fatto venire la lacrimuccia, ritorno seria e rifletto su quali possano essere i termini per definire i nostri uomini, di noi coppie nel limbo, dette anche "coppie di fatto".
La parola "compagno", così inflazionata, non mi piace per niente. Mi fa venire in mente "il compagno Don Camillo" e vorrei proprio non pensare a questo ogni volta che penso al mio uomo, scusate. E' una questione puramente soggettiva, ma nella vita ho avuto compagni di banco, compagni di ufficio, compagni di bevute, compagni di squadra: il mio uomo sarebbe un "compagno" di cosa, esattamente? Di vita? Bah, così generico da non significare nulla. Di appartamento? No, perchè in questo caso si chiamerebbe "coinquilino". Di quella cosa che inizia con la "s" e finisce con "copate"? Squallido e riduttivo.
Ecco per sommi capi esposte le ragioni per cui aborro la parola "compagno".
Ho cancellato dalla mia lavagna mentale anche termini come "ragazzo" e "moroso", due evergreen della cultura popolare. Ho avuto per così tanti anni un "ragazzo" e un "moroso", durante la mia adolescenza, che sento proprio il bisogno di lasciarmi questa fase di brufoli e apparecchi alle spalle e andare oltre. Non so ancora cosa voglio fare da grande, ma di sicuro non voglio più un ragazzo.
Il termine "moroso", in particolare, mi fa tornare a quando avevo la metà degli anni di adesso, stavo al tavolo della cucina a fare i compiti e sentivo mia madre parlare a bassa voce alla sua amica del mio "morosetto". Lei era convinta che non sentissi, io diventavo una melanzana e dentro di me pensavo "ma perchè queste due non parlano dei loro, di fatti?", solo in maniera più colorita.
Parole aborrite numero due e numero tre: "ragazzo" e "moroso".
Gli amanti sono, letteralmente, coloro che si amano. Bello, il concetto. Peccato che la parola "amanti", nel linguaggio comune, indichi sordide storie clandestine in motel con la moquette chiazzata e le insegne luminose che friggono, divorzi, tradimenti, alimenti e tanti altri elementi che fanno presupporre che una terza persona sia all'oscuro della faccenda.
Sarebbe bello se il mio FF ed io fossimo amanti, nel senso latino del termine. Tuttavia aborro il termine "amante" e lo inserisco al quarto posto nella top five dei termini più aborriti nella storia delle definizioni delle coppie.
Ho cercato la parola "concubina" nel dizionario ed ho trovato questa definizione: donna che convive con un uomo senza matrimonio. Ho pensato "oui, c'est moi!". Poi ho letto più avanti: in senso spreg. Ho capito così che le concubine sono persone spregevoli ed io non voglio certo essere etichettata come una persona spregevole. Stiamo inoltre parlando di quale sia la definizione corretta per un uomo che vive more uxorio, non per una donna, e non credo esista il termine "concubino" (che lingua maschilista...).
La top five delle parole aborrite si conclude pertanto con "concubinato". Si conclude non perchè non ci siano altre parole da aborrire o perchè sia giunta al bandolo della matassa, ma perchè così su due piedi non mi vengono in mente altri nomi con cui definire il mio FF.
Credo, alla luce di tutto quanto, che la definizione migliore sia proprio FF. E' unica, è stata coniata solo per lui, è simpatica, è... un sacco di altre cose che non mi vengono in mente, ma che, da qualche parte, giuro che penso.
Potrei convincere anche mia madre a chiamarlo così?
La Redazione

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine