Magazine Diario personale

Compiere trent’anni (e qualcosa)

Da Giulia Calli @30anni_Giulia

Mai stata una fan del compiere gli anni, eppure una volta all'anno mi tocca. Per esempio non mi piace rispondere alla domanda "cosa organizzi per il tuo compleanno?": mi mette in imbarazzo, mi sento obbligata a dover festeggiare, a dover invitare, a riunire gente per farmi gli auguri. Il punto è che da sempre sogno che qualcuno mi organizzi una festa a sorpresa, si occupi di radunare le persone che vorrei vicino, li nasconda tutti dietro al divano sfidando i pochi metri quadrati del mio appartamento-scatola-di-fiammiferi, dia a ognuno una bottiglia di vermuth del Bar Electricitat, e poi che si palesino tutti all'improvviso gridando "SORPRESA", in un tripudio di sorrisi e alcol della casa. Ya está. Sono una scarica barile, me ne rendo conto.

Se me l'avessero detto, che compiere trent'anni e qualcosa sarebbe stato così poco scontato, non ci avrei creduto. Non è, per dire, la stessa sensazione di quando ho compiuto - che so - 27 anni (che manco me lo ricordo), o 23 - anni che probabilmente ho celebrato con un barbecue nel giardino della casa dei miei. Quest'anno sono 33 e i riferimenti a persone esistenti o fatti realmente accaduti non è per niente casuale.

Una cosa che non mi era mai successa prima, per esempio, è sognare che decido di vitrificare i miei ovuli. Deformazione professionale, sicuramente. Ma è stato comunque un sogno di merda, perché di ovuli ne producevo soltanto 3 e la delusione di essere condannata all'infertilità è stata troppo reale al risveglio. Devo decisamente cambiare lavoro: a trent'anni e qualcosa l'orologio biologico funziona già benissimo per i fatti suoi e non è necessario sollecitarlo ulteriormente.

Sono quindi alla vigilia del compimento degli anni di Cristo, un numero che mi piace molto, sarà per il suono o per la duplicità della cifra. Non voglio considerarlo uno spartiacque, perché a quello ci hanno già pensato i 30 tondi, ma è anche vero che in 3 anni sono successe molte cose e sento di nuovo quell'inquietudine tipica dei miei momenti di cambio.

La lista mentale dei progetti futuri si fa lunga, e a volte ci ritrovo elementi che pensavo di aver abbandonato per sempre dalla mia vita - a conferma del fatto che la combinazione di queste due paroline PER + SEMPRE è una specie di canto di sirena, un'attrazione irresistibile che fa in fretta a ologrammizzarsi. Poi mi ricordo che mi ha già fregato bene una volta, e relativizzo.

Ecco perché la lista dei miei 33 anni contiene 7 propositi che sono stati leit motiv degli ultimi mesi:

  1. Valutare di abbandonare il mio appartamento scatola-di-fiammiferi e cercarne uno più grande, con una stanza in più per arredarla a mo' di studio. E magari una terrazza. O un balcone grande. E possibilmente vicino al mare.
  2. Valutare di cambiare città. Potrebbe succedere, non posso più escluderlo. In questo caso, il punto 1. potrebbe contemplare anche un balcone vista montagna, in caso la città di destinazione non si affacciasse sul Mediterraneo.
  3. Dire basta al lavoro da dipendente. Lasciatemi provare, lasciate da parte le raccomandazioni sull'insicurezza del lavoro freelance, sulla precarietà del salario, sulla difficoltà di organizzare la propria vita quando si è imprenditori di se stessi. Voglio provare a sbatterci la testa, nonostante tutto.
  4. L'ultimo Fare un altro grande viaggio. year to date è stato produttivo in questo senso, ho attraversato due oceani e calpestato due enormi continenti. Ora punto a un Paese centrale, vediamo se riesce.
  5. Tornare sull'Isola più spesso. Inizio a sentire molta nostalgia, a sentirmi di nuovo in pace con la terra e più forte per affrontare quella sensazione adolescenziale che ha sempre caratterizzato i miei ritorni in Sardegna.
  6. Smettere di correre, di sentirmi in ritardo, di affannarmi a rispondere a tutte le mail in un giorno solo, di camminare a ritmo accelerato. Imparare dal guerriero a tenere il mood rilassato.
  7. Concedermi più tempo libero. Libero per sedermi a scrivere senza pensare a quando finirò, per leggere sotto un albero, per guardare il cielo come non faccio da anni, per stare seduta a un bar e bere una birra con lentezza, senza pensare a cosa verrà dopo.

Era da tanto che non facevo una lista, mi sembra il giorno perfetto per iniziare a farle di nuovo: questo potrebbe essere il buon proposito numero 8.


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