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Complimenti a chi copia, ma con stile: il caso Eat Alì

Da Pamelaferrara @PamelaFerrara

Complimenti a chi copia, ma con stile: il caso Eat Alì

Ho sempre pensato che avesse ragione Einstein quando sosteneva che “Il segreto della creatività è saper nascondere le proprie fonti”.

Evidetemente mi sbagliavo: può infatti capitare di ricevere un sacco di pubblicità gratis, proprio per aver copiato.

Il fortunato oggetto di tanto clamore è Asad Ullah, giovane bengalese che ha aperto a Torino un negozio di alimentari, chiamandolo Eat, Alì e facendo il verso alla famosa catena di Oscar Farinetti Eataly.

L’idea è piaciuta talmente tanto a Farinetti che ha deciso di metterlo nero su bianco, acquistando una pagina pubblicitaria sul quotidiano La Stampa per elogiarla:

“Copiare, lo dicevamo già sui banchi di scuola, è un’arte e bisogna farlo con stile. Asad Ullah, un giovane bengalese, gestore di un piccolo negozio di alimentari in Corso Belgio 42 a Torino, ha dimostrato grande senso dell’ironia e doti imprenditoriali, chiamando il suo emporio Eat, Alì. Siamo orgogliosi e divertiti, infatti abbiamo fatto i complimenti ad Asad, che si è dimostrato nostro grande fan” (La Stampa).

Certo, se l’endorsement arriva da un colosso della distribuzione alimentare di alta qualità, non possiamo che inchinarci alla genialità di Asad, dimostrazione, secondo i più, che a volte la creatività non proviene dalle grandi agenzie di comunicazione ma può nascondersi in una piccola realtà territoriale.

Eppure, il riferimento “colto” a me non sembra poi tanto ovvio.
Secondo me il buon Asad ha semplicemente optato per un gioco di parole simpatico, che Farinetti ha voluto interpretare in base al suo personale tornaconto: in fondo, a livello di immagine, da questa operazione è proprio Eataly a guadagnarci di più.

E il giovane bengalese?
Anche lui ha fatto centro, dimostrando, in un colpo solo:
1. che la teoria di Einstain è sterile
2. che dalla genialità inconsapevole a un’efficace strategia di marketing, il passo è breve.

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