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‘Compromissioni storiche’ di A. Berlendis

Creato il 16 dicembre 2013 da Conflittiestrategie

 

Scritto da Andrea Berlendis 15 dicembre 2013

 

“Fingere di ignorare ciò che si sa benissimo e di sapere ciò che si ignora;

fingere di capire ciò che non si capisce e di non capire ciò che si capisce benissimo;

 fingere di essere potenti al di là delle proprie forze;

avere spesso da nascondere questo gran segreto, che non c’è nessun segreto da nascondere; sembrare profondi quando si è vuoti; darsi bene o male le arie di un personaggio importante; diffondere delle spie e stipendiare dei traditori;

cercar di nobilitare la povertà dei mezzi con l’importanza dei fini:

 ecco che cos’è la politica.”

 

Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais,  “Le nozze di Figaro” 1778

 

All’interno di questa rappresentazione della politica, che è sicuramente più aderente al suo effettivo svolgersi rispetto agli ipocriti e servili imbellettamenti buonistici o ai nascondimenti mediante altisonanze similtecniche che occupano l’odierna sfera politica italiana, va collocata l’intervista radiofonica rilasciata a Giovanni Minoli dal consulente americano all’epoca del caso Moro, Steve Pieczenick. Rammento solo alcuni tratti della figura e della funzione di Pieczenick. Secondo ‘La Stampa’, “Il ‘negoziatore’ Pieczenick arriva a Roma nel marzo 1978 su mandato dell’amministrazione Carter per dare una mano a Francesco Cossiga”(1)—mentre secondo il Corriere della seraSteve Pieczenick, inviato personalmente da Kissinger.”(2) Inoltre, “Da come maltratta l’ambasciatore [Gardner; nota mia] e il capostazione della Cia si capisce che Pieczenick è molto più di un consulente. E’ un proconsole inviato alla periferia dell’impero.”(3) Il suo curriculum vitae recita così: “Pieczenik è stato vice-assistente segretario di Stato sotto Henry Kissinger , Cyrus Vance e James Baker . La sua esperienza comprende la politica estera, la gestione internazionale delle crisi e guerra psicologica.  Ha servito le amministrazioni presidenziali del Gerald Ford , Jimmy Carter , Ronald Reagan e George H.W. Bush in qualità di vice-segretario.”(4) Quanto al suo profilo: “Si tratta di uno di quegli intellettuali di punta raccolti presso il Centro di Studi Strategici di Georgetown, una sorta di think tank costituito da kissingeriani, neoconservatori e falchi americani ed anticomunisti prevalentemente repubblicani ma non solo.”(5)

Tralascerò qui una serie di elementi, pur di certo rilievo, direttamente riguardanti la dinamica del caso Moro che emergono dall’intervista, per segnalare invece due punti.

 

1. Il primo.  Pieczenick  afferma che “La figura chiave per me era rappresentata da Enrico Berlinguer, che peraltro non ho mai incontrato, un uomo veramente formidabile. Io ero anticomunista ma non ero politicamente contrario al fatto che il Pci entrasse nel governo. Berlinguer si trovava in difficoltà perchè la sua posizione coincideva con la mia. Anche lui non prendeva in considerazione alcuna possibilità di trattativa. A me insomma non restava altro che cooptare i comunisti”.(6) Berlinguer era una ‘figura chiave’ per dati ambienti statunitensi per il progetto di cui era portatore soggettivo, così delineato (a posteriori si intende!) dall’allora dirigente del Pci, Alfredo Reichlin:“so che fin dall’avvento di Berlinguer, il gruppo di uomini a lui più vicini considerava come compito politico principale il cambiamento della collocazione geopolitica del Pci. Sia pure gradualmente, e senza imbarcarsi in spinose dispute ideologiche sul socialismo reale, bisognava preparare un’uscita dal campo sovietico.” (7) Continuando la disamina dell’affermazione di Pieczenick,  viene qui smentita la versione consolidata che l’opposizione di dati ambienti Usa a Moro sarebbe stata motivata dal disegno del dirigente Dc che, a sua volta sarebbe stato quello di inclusione del Pci nel governo. Se il disegno di inclusione prima e sostituzione poi del referente politico italiano, era perseguito da dati ambienti Usa (‘di riserva’) mentre Moro avendolo ‘intuito’ promosse una sorda e sotterranea azione di contrasto mascherata da concordanza, allora si può sì confermare l’ostilità di dati ambienti Usa all’azione di Moro, ma per motivi opposti a quelli ossessivamente dichiarati. Al fine di una miglior comprensione di ciò, potremmo utilmente impiegare la formulazione di Pieczenick  apparentemente paradossale, ma solo per chi non capisce più in generale assolutamente nulla della natura della politica, “ero anticomunista ma non ero politicamente contrario al fatto che il Pci entrasse nel governo”. Dal punto di vista dell’azione di Moro avrebbe potuto suonare all’incirca così ‘ero favorevole al dialogo con il Pci ma ero politicamente contrario a che il Pci entrasse al governo (e ci sostituisse)’…

 

2. Il secondo, ed a mio avviso più rilevante, punto è la formulazione data da Pieczenick in risposta alla ripetuta insistenza di Minoli circa gli elementi di ‘persuasione’ cui alludeva il consulente americano rispetto su Craxi in quanto, poiché, sostiene Minoli, Craxi all’epoca non era andato ancora al governo (Pieczenick: “Gli stavamo dietro da tempo. Craxi era già stato neutralizzato. E’ tutto quello che le posso dire. Mettiamola così Craxi non mi preoccupava. Avevamo il coltello dalla parte del manico perchè sapevamo qualcosa su di lui.” (8) ) . Pieczenick spiega:

 

“Non importa. Lei non capisce. Molte delle cose che avvengono, non avvengono nel momento in cui avvengono… precorrono. Molte delle cose che si devono capire non avvengono proprio nel momento in cui avvengono. Si muovono. Al verificarsi di una sorta di onda lunga di strategia e tattica.” (9)

 

A differenza di tutti gli altri passaggi dell’intervista, qui è lo stesso autore a dare una forma di generalità alla sua argomentazione. Questa indicazione si colloca nel solco della definizione lagrassiana della politica come sequenza di mosse strategiche poste in essere da gruppi di agenti dominanti nel conflitto per la supremazia. Questa capacità d’agire dentro una data congiuntura tentando di indirizzarla verso una delle soluzioni alternative possibili, cioè quella più vicina (o meno distante) rispetto agli obiettivi effettivamente perseguiti (tendenzialmente diversa da quelli dichiarati) è propria dei gruppi di agenti strategici dominanti.

La rilettura della traiettoria che portò il Pci dal1969 al cambiamento di campo geopolitico, dalla sua genesi al suo, ovviamente non lineare, dispiegarsi sino alla manifestazione aperta negli esiti post-Pci (dall’essere preservati–per assurgere a ruoli governativi poi—dal colpo di Stato giudiziario di ‘Mani pulite’ sino al ruolo del governo D’Alema nell’aggressione militare alla Serbia) potrebbe utilmente essere ‘illuminata’ dalle indicazioni di Pieczenick, sia quelle particolari che quella più generale circa la dinamica storica e dell’accadere di dati eventi.

Forse allora quel romanzo di fantapolitica edito nel 1975 quale fu ‘Berlinguer e il professore’ conteneva una fantasia ,diciamo così, informata, circa certi eventi in corso (si tenga inoltre presente che l’autore, allora anonimo, Gianfranco Piazzesi conosceva discretamente gli Stati Uniti avendo scritto nel 1972 un volume dal titolo ‘La svolta dell’America’). Protagonista è il Professore, un esponente Dc investito della regia dell’operazione politica della cooptazione del Pci. Parlando con Kissinger  a nome della Dc , il Professore asseriva perentoriamente: “Noi sappiamo bene, caro e illustre amico, che voi americani avete sondato nella direzione opposta. I vostri contatti con i comunisti italiani, molto confidenziali ma non proprio segretissimi, durano ormai da tempo.” (10) Nei termini di Pieczenick:Molte delle cose che avvengono, non avvengono nel momento in cui avvengono… precorrono.”….

 

NOTE

 

(1) Grignetti ‘Ho manipolato le Br per far uccidere Moro. Dopo 30 anni le rivelazioni del «negoziatore» Usa’

http://www1.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200803articoli/30874girata.asp

 

(2) ‘Cossiga dal Quirinale: taccio’  Corriere della Sera(30 gennaio 1992)

http://archiviostorico.corriere.it/1992/gennaio/30/Cossiga_dal_Quirinale_taccio_co_0_92013011059.shtml

 

(3) Grignetti ‘Ho manipolato le Br per far uccidere Moro. Dopo 30 anni le rivelazioni del «negoziatore» Usa’

http://www1.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200803articoli/30874girata.asp

 

(4) http://en.wikipedia.org/wiki/Steve_Pieczenik

 

(5) Tracce e indizi per l’ipotesi della pista americana nel caso moro (parte i)

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=print&sid=3448

 

(6) Intervista a Steve Pieczenick  su Mix 24 condotta da Giovanni Minoli 07 Novembre 2013   dal min 8.45

http://www.radio24.ilsole24ore.com/player.php?channel=2&idpuntata=gSLAjcCwX&date=2013-11-07&idprogramma=mix24

 

(7) Foa, Mafai, Reichlin  ‘Il silenzio dei comunisti’  Einaudi pag 53

 

(8) Intervista a Steve Pieczenick  su Mix 24 condotta da Giovanni Minoli 07 Novembre 2013  dal min 20.38 secondi

 

(9) Intervista a Steve Pieczenick  su Mix 24 condotta da Giovanni Minoli 07 Novembre 2013  dal min 21

 

(10) Anonimo ‘Berlinguer e il professore. Questo romanzo vi racconta come avverrà il compromesso storico.’ Rizzoli editore  pag. 76

 


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