Con me alla scoperta del trentino [ piccole guide in fotografie ®]

Com'è stata la vostra estate? La mia molto indaffarata, costellata da un sacco di nuvolette impertinenti...ma poi a fine agosto è arrivata e mi ha riempito di bellezza e gioia.Come molti di voi già sanno, spesso mi rifugio nella casa di famiglia in Trentino.Oggi vi racconto di posti incantevoli, in cui ricaricarsi, fare escursioni, circondarsi di natura.Per me funziona, più di qualsiasi evento, di un centro città qualunque.Mi serve per bilanciare quella parte di me più geek, contemporanea, impegnata.

Il primo consiglio è una passeggiata al Passo Oclini.In estate, camminando sul sentiero tra il Corno Bianco e il Corno Nero, attorniati dagli animali in alpeggio, col sole in fronte. Camminate fino alla GurandinAlm e gustatevi un piatto di uova, patate e speck. Proseguite sul sentiero e recatevi presso la mia adorata Isi Hutte.Noleggiate uno straio nella zona lounge, gustate una fetta di torta preparata col grano da loro macinato, e sorseggiate un bicchierone d'acqua fresca del Corno Nero. Osservate i bimbi che si rotolano e giocano con l'erba fresca di sfalcio, respirate l'aria che profuma di fiori. 






Un'escursione semplice e divertente è quella dei Laghi del Bombasél, che potete effettuare prendendo gli impianti da Cavalese fino al Rifugio Paiòn. Il sentiero è ben indicato, passerete tra prati, una scalinata e una pietraia. Pranzo al sacco e pronti a lasciarvi stupire.

Si raggiunge il Paion del Cermis (2.230 m) con gli impianti - Si percorre il sentiero n. 3 fino alla Forcella di Bombasel e successivamente il n. 4 fino al Cimon del To della Trappola (2.401 m) da dove si gode una grandiosa vista panoramica. Proseguendo per la Cresta del Castel di Bombasel si raggiunge la quota 2.395 m, dalla quale si scende ai Laghi di Bombasel (2.268 m). Dopo la sosta-pranzo si rientra al Paion del Cermis per il sentiero n. 3 – 353 della Forcella di Bombasel.

Nella camminata fermatevi a sbirciare nel Laghetto delle Salamandre, curiosate nell'acqua per vederle nuotare.  E proseguite tra mucche addormentate in quota vicino a rocce e promontori scoscesi, fino a ritrovarvi davanti a questo incanto. Scegliete un angolino e come noi fermatevi con gli amici a gustare un panino e un pezzetto di cioccolata.



Se è nuvoloso, riscoprite il centro storico e le botteghe di paesi come Tesero o Stava, scoprite gli orti nascosti pieni di fiori coltivati con cura. Alzate la testa e guardate gli affreschi secolari sui muri delle case più antiche, la legna sistemata con meticolosità, le finestrelle adornate con tende cucite a mano.



Al ritorno di una passeggiata in Val Venegia, al Passo Rolle, o Bellamonte passate un'oretta nell'incantevole bosco del Parco Naturale di Paneveggio, lasciate i vostri pensieri nello zaino e lasciatevi avvolgere dal bosco.








In estate da Passo San Pellegrino a piedi fino al Rifugio Fuciade c'è a Pé Ta Mont, una festa in quota, con musica tradizionale, ottime pietanze e un'aria frizzantina ma soprattutto un'allegria contagiosa....
se amate la montagna sognate, come noi ,di possedere una di queste casette sulla strada per Fuciade...per me lasciano pensare che a volte le favole e i posti dell'immaginazione esistano davvero.


 


E vedo amore, dappertutto.In tutti i suoi modi d'esistere.

























A volte bisogna cercare il silenzio e circondarsi solo di una natura incontaminata e maestosa, delicata e dirompente... per me è la camminata verso il Lago delle Buse a Passo Manghen questo percorso. Sentiero (Nr. 322)Tra i rododendri selvatici, con un po' di emozione dopo la visita alla Cappella di Guerra e degli escursionisti, partiamo. Se il tempo è bello potrete, partendo presto arrivare fino ad altri punti d'arrivo, come il Lago Stellune. Altrimenti, se come noi, siete circondati dal vapore acqueo delle nuvole, potrete immergervi, una volta arrivati, in un paesaggio surreale e bellissimo. Stambecchi, scoiattoli e molti altri animali della fauna locale vi attendono, portate un piccolo binocolo rimanete fermi in attesa che la montagna si riveli.



Un consiglio in più? Al ritorno fermatevi nei boschi sottostanti, parcheggiate, guardate il sole che filtra tra le cime degli alberi, scoprite funghi, fragoline di bosco vicino al torrente e lasciatevi coccolare dal profumo di resina. Poche parole, pochi pensieri ed un proposito: rigenerarsi, ridimensionare tutto, tranne le cose davvero importanti.


Perché amo così tanto la montagna? Perché mi fa sentire così: piccola, piena di stupore, curiosa e con animo leggero. La salite non pesa, ma viene sempre ripagata, i muscoli lavorano e poi si riposano e lasciano a me il tempo. Per gioire, per guardare lontano, per guardarmi dentro e sorridere a chi ha condiviso la salite con me. 

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