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CON PALAZZESCHI IL Giro d'Italia Letterario di fine giugno, tra allegria e commozione nel romanzo LE SORELLE MATERASSI di Aldo Palazzeschi

Da Simoeffe

CON PALAZZESCHI IL  Giro d'Italia Letterario di fine giugno,  tra allegria e commozione nel  romanzo  LE SORELLE MATERASSI  di Aldo Palazzeschi

CON PALAZZESCHI IL  Giro d'Italia Letterario di fine giugno,  tra allegria e commozione nel  romanzo  LE SORELLE MATERASSI  di Aldo Palazzeschi

CON PALAZZESCHI IL  Giro d'Italia Letterario di fine giugno,  tra allegria e commozione nel  romanzo  LE SORELLE MATERASSI  di Aldo Palazzeschi
Che carattere aveva? Dal temperamento focoso e ribelle, e ben presto provocatore di professione, sia perché esercita originalissime forme di scrittura sia perché propone una lettura della realtà molto particolare, rovesciata rispetto al modo di pensare comune.
Eccolo poeta nel 1905 con il libretto di versi "I cavalli bianchi". Poi nel 1909, dopo la pubblicazione della terza raccolta di versi, "Poemi", che gli procura fra l'altro l'amicizia diMarinetti, aderisce al Futurismo (di cui Marinetti è appunto il deus-ex-machina) e, nel 1913, inizia le sue collaborazioni a"Lacerba", la storica rivista di quella corrente letteraria.

Dei futuristi ammira la lotta contro le convenzioni, contro il passato recente ricco di fumoserie, gli atteggiamenti di palese provocazione tipici del gruppo, le forme espressive che prevedono la "distruzione" della sintassi, dei tempi e dei verbi (per non parlare della punteggiatura) e propongono "le parole in libertà". Quello con i Futuristi è un sodalizio che viene così descritto e commentato dal poeta:



Dalle Edizioni Futuriste di "Poesia" esce nel 1911 uno dei capolavori di Palazzeschi,"Il Codice di Perelà", sottotitolato Romanzo futurista e dedicato "al pubblico! quel pubblico che ci ricopre di fischi, di frutti e di verdure, noi lo ricopriremo di deliziose opere d'arte".

CON PALAZZESCHI IL  Giro d'Italia Letterario di fine giugno,  tra allegria e commozione nel  romanzo  LE SORELLE MATERASSI  di Aldo Palazzeschi

Dopo un così clamoroso idillio, rompe però con il Futurismo nel 1914, quando la sua personalità indipendente e la sua posizione pacifista si scontrano con la campagna per l'intervento in guerra dei Futuristi, evento che lo porta anche a riavvicinarsi a forme più tradizionali di scrittura di cui ne è esempio il romanzo "Le sorelle Materassi"


In una vecchia casa della pianura di Firenze ecco Teresa e Carolina, due attempate "signorine", le sorelle Materassi, con la serva Niobe e Giselda, la sorella più giovane, tornata a casa dopo un matrimonio fallito. In 40 anni di continuo e duro lavoro hanno ricostituito il patrimonio familiare dilapidato dal padre, ed ancora continuano a preparare i corredi da sposa per le famiglie più in vista di Firenze.
Le Materassi hanno una sorella, Augusta, vedova con un figlio, Remo, che vive ad Ancona. Quando questa si ammala e muore, le sorelle decidono di prendere in casa il nipote Remo. Sono subito sedotte dal suo modo di fare e dalla sua bellezza fisica, Teresa e Carolina trasferiscono il loro amore su Remo e lo viziano in tutti i modi, solo Giselda si mostra dura con lui, con l'unico risultato di farsi odiare dalle sorelle e deridere da Niobe. Con l'aiuto di una vecchia amica, direttrice di scuola, il ragazzo quasi analfabeta, in tre mesi riesce a prendere la licenza elementare, ma tutti i tentativi delle zie di fargli continuare gli studi falliscono, senza che per questo le due sorelle e Niobe desistano dalla loro cieca adorazione

Passano gli anni e Remo diventa un bel giovane, ammirato, rispettato e temuto, si fa regalare dalle zie prima una motocicletta e poi un'auto di lusso. Porta a casa amici ad ogni ora ed incomincia a condurre vita mondana, coinvolgendo anche le zie, che egli chiama "scimmie ammaestrate". In poco tempo il giovane ne dilapida il patrimonio, e poiché hanno "assaggiato" un po' di vita mondana, non si appassionano più al lavoro e pian piano sostituiscono la clientela di un tempo con un'altra meno scelta. Il giovane arriva a costringere le zie a firmare una cambiale, parte e ritorna con una fidanzata americana e ricca. Si celebrano le nozze e le zie partecipano vestite come spose, poi Remo e moglie partono per l'America. Le zie non hanno più nulla, i beni venduti, la casa non più di proprietà, manca anche il cibo. Eppure, insieme a Niobe continuano a rimirare le foto del nipote: Giselda esasperata lascia la casa, Teresa e Carolina continuano a cucire, però biancheria di contadine e solo così riescono a sfuggire alla miseria, mentre le fotografie del ragazzo vengono appese al muro della stanza di lavoro. Povere in canna, continuano ad adorare il ragazzo, soprattutto rincitrullite nel culto amoroso delle forme del ragazzo...

Immagini gloriose, trapunte da una diffusa coralità, che con il critico De Robertis ( G.DE ROBERTIS, Sorelle Materassi, in Scrittori del Novecento, Firenze, Le Monnier, 1940, p.170), si possono definire da opera buffa, come quella famosa della cambiale, "un continuo concertare, a due, a tre, a più voci" unito all' "ineffabile di certe trovate" (come le zie rinchiuse a forza nella dispensa e Giselda che canta ignorando l'accaduto) che segnano il trionfo del riso palazzeschiano.
Risulta quindi del tutto naturale la scelta di dare all'opera carattere mimetico-dialogico, al fine di renderla del tutto efficace anche per il palcoscenico.

CON PALAZZESCHI IL  Giro d'Italia Letterario di fine giugno,  tra allegria e commozione nel  romanzo  LE SORELLE MATERASSI  di Aldo Palazzeschi

In questo senso la comica goffaggine e la risata a essa conseguente, altro non sono se non un mezzo per perseguire una più profonda chiarezza interiore. La rivelazione ottenuta attraverso il riso apre alla vita, dà luogo alla festa, provoca una migliore consapevolezza di se stessi. E allora, attraverso le armi dell'ironico, Palazzeschi suggerisce quanto migliore sia la verità, anche se per raggiungerla egli non esita talora ad usare i mezzi cinici del grottesco e della malizia.(C. MARABINI, La chiave e il cerchio: ritratti di scrittori contemporanei, Milano, Rusconi, 1973).

In una lettera del 1933 ad Antonio Baldini, Palazzeschi, presentando sommariamente i caratteri del suo romanzo, parla di "due piccole ricamatrici di bianco alle quali per i casi della vita vengono a svilupparsi tardivamente e confusamente i sentimenti elementari della donna: maternità e amore".
Lo status di donna non sposata non consente alle due sorelle di dare sfogo ad essenziali pulsioni. Ma con l'arrivo inaspettato di Remo che, meteora silenziosa, penetra nel compatto microcosmo, sembra loro concesso un riscatto.
Per cogliere il valore e la particolare funzione assunta dal taciturno ragazzo può essere utile, come osserva Giuseppe Nicoletti, "fare un passo indietro e tornare ancora una volta a una particolare abitudine delle donne nelle lunghe giornate che ne precedono l'avvento, l' imbellettarsi e incipriarsi' dei pomeriggi domenicali".


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