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"con parole precise", cercando una scrittura civile per migliorare la societa'

Creato il 02 novembre 2015 da Alessandro @AleTrasforini

Quale potrebbe essere il rapporto esistente fra linguaggio e contenuti dello stesso?
Le espressioni scritte e/o parlate che devono prefiggersi l'obiettivo di tradurre e concretizzare concetti e pensieri umani sono figlie di convenzioni radicatisi attraverso secoli di storia.
Il suo essere definita e regolata da schemi pre-costituiti ma in continua evoluzione rende la scienza linguistica una disciplina estremamente complessa da praticare e migliorare, in quanto sono tanto elevati quanto probabilmente ( e positivamente) ineliminabili i rischi di contaminazione.
Il linguaggio è tanto potente quanto importante per la società e per i suoi meccanismi, proprio perché può teoricamente ( contribuire a) plasmare ed arricchire qualcosa che somiglia ad una coscienza collettiva capace di indirizzare ed influenzare opinioni e destini di molt( issim)i esseri umani che si lasciano ( anche inconsapevolmente ed inconsciamente) manipolare. Le radici del linguaggio e dell'arte della parola possono trovare spunto, quindi, sia nella storia che nelle vicende su cui si è plasmata la storia dell'essere umano. La mancata conoscenza delle stesse può comportare limiti nei confronti del vissuto e/o del vivibile, similmente a quanto richiamato in alcune massime filosofiche:

"[...] I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo. [...]"
(L.Wittgenstein, att.)

Limiti alla parola possono quindi costruire e definire anche imponenti limiti sia al proprio mondo che al proprio vissuto; fino a che punto potrebbe essere possibile spingersi per migliorarsi e migliorare le arti della parola e dell'espressione? A quali livelli si potrebbe pervenire qualora tutto riuscisse ad essere curato ed accresciuto al meglio possibile? Come potersi adoperare per coltivare il vicendevole rapporto fra linguaggi ed uomini? Quale è l'attore principale e preponderante in questo ' schema'?
Fra le tantissime possibili risposte, è possibile ricondursi ad una massima per comprendere quale sia il vero ' vincitore' fra i due partecipanti al processo di miglioramento:

"[...] L'uomo agisce come se fosse lui a forgiare e a dominare il linguaggio, mentre è il linguaggio che resta signore dell'uomo. [...] Il linguaggio è il più alto e, ovunque, il più importante di quei consensi che gli esseri umani non sanno mai articolare valendosi soltanto dei propri mezzi. [...]"
(M.Heidegger, att.)

Il rapporto di ( pre)potenza esistente fra linguaggio ed uomo può incarnarsi, ancora di più, nel conflitto riguardante le istanze collettive precedentemente citate.
Cosa può produrre a livello collettivo uno stile di comunicazione improntato a verità e realismo? Cosa potrebbero altresì generare modi di parlare, comunicare e ( pro)porsi votati alla falsità, alla confusione ed alla mancata completezza di informazioni?
A prescindere da queste domande, le prove che il linguaggio possa contribuire ad innescare evoluzioni od involuzioni nelle società sono abbondanti e fondate per una lunghissima serie di possibili ragioni:

"[...] Ad opera del linguaggio è sorta una comunanza, una comunanza del sapere e quindi del volere mai prima esistita. [...]" (K.Lorenz, att.)

La citata ' comunanza del sapere' potrebbe declinarsi anche come concetto al negativo, qualora linguaggio e comunicazione non vengano articolati seguendo canoni adeguati al loro ruolo nella società. In altre parole, pertanto, può essere facile che comunicazione e linguaggi non all'altezza contribuiscano a costruire società e/o uomini non all'altezza del proprio ( teorico) compito da perseguire nel mondo? Attorno a questi concetti ed all'importanza di linguaggio e comunicazione ' ruota' l'ultima opera di Gianrico Carofiglio, dal titolo " Con parole precise - Breviario di scrittura civile". L'intento principale di questo testo risulta essere definito in termini maggiormente espliciti nel seguito, mediante tale citazione:

"[...] Non è possibile pensare con chiarezza se non si è capaci di parlare e scrivere con chiarezza. Sono parole del filosofo J.Searle, teorico del rapporto fra linguaggio e realtà istituzionali.
Le società vengono costruite e si reggono essenzialmente su una premessa linguistica: sul fatto cioè che dire qualcosa comporti un impegno di verità e di correttezza nei confronti dei destinatari.
Non osservare questo impegno mette in pericolo il primario contratto sociale di una comunità, cioè la fiducia in un linguaggio condiviso. [...]"

Il citato ' contratto sociale' di una comunità può essere mantenuto in vita e/o anche salvato garantendo alla stessa comunità stipulante qualche forma di garanzia e di semplificazione di parole e strutture linguistiche:

"[...] L'antidoto è la scrittura civile, cioè quella limpida e democratica, rispettosa delle parole e delle idee. Scrivere bene, in ogni campo, ha attinenza con la qualità del ragionamento e del pensiero. Implica chiarezza di idee da parte di chi scrive e produce in chi legge una percezione di onestà. [...]"

Chiarezza di intenti ed onestà d'animo dovrebbero costituire, quantomeno in chiave teorica, due pilastri fondamentali su cui strutturare una società all'altezza piena della propria ' funzione educante'. La necessità di dare pieno e consapevole potere alla parola potrà comportare, nei fatti, la possibilità di contribuire a definire e strutturare una società migliore:

"[...] Questo è il messaggio che ti sto indirizzando/ il crimine sonoro che sto perpetrando/ violando quel tacito codice incivile del silenzio/ da cui mi differenzio/ in quanto presenzio e sentenzio/ ritmica la rima [...] dirada la nebbia luminosa come il sole/ perché la lingua batte se la mente vuole [...]"
(' Potere alla parola', Frankie Hi Nrg, cit.)

L'obiettivo di sviluppare e/o adottare un linguaggio che sappia essere all'altezza di raccogliere le sfide della complessa società moderna è una finalità da perseguire cercando di fare il possibile per realizzare una serie di obiettivi che dovrebbero essere teoricamente finalizzati ad una qualche responsabilizzazione/maturazione delle società coinvolte:

"[...] Abbiamo una responsabilità, finché viviamo: dobbiamo rispondere di quanto scriviamo, parola per parola, e far sì che ogni parola vada a segno. [...]"
(' Dello scrivere oscuro', P.Levi, cit.)

Il primo metodo per abbattere il silenzio e/o l'ipocrisia imperanti e ( provare a) parlare un linguaggio maturo dovrà riguardare, invece, la necessità di essere chiari ed obiettivi nei confronti di ( eventuali) nostre ( in)coerenze personali. Si deve essere all'altezza di quanto detto/scritto/semplificato/[...], senza cedere a vincoli di subordinazione eccessiva od a declinanti forme di compromesso.
Le potenziali opportunità di miglioramento dovrebbero essere costruite ed arricchite mettendo in campo una lunga serie di azioni collegate a parole e concetti variegati. Ognuno di questi punti viene richiamato estesamente dall'opera in questione, anche applicandosi a nozionistica e semantica:

  • Utilizzo delle metafore e loro potere chiarificatore;
  • Pregi e difetti attribuibili a forme di scrittura (s)leale;
  • Impiego di parole utili senza abusare di inutilità semantiche;
  • Necessario impiego di forme di concretezza e linearità nell'esposizione sia orale che scritta;
  • Riflessioni sui possibili punti di vista esterni alla propria individualità.

Il linguaggio risulta essere efficace e comunicante, infatti, solo se viene adeguatamente compreso da chi ascolta o legge. Parole e gesti, infatti, possono finire per colpire in maniera importante ( o imponente, a seconda dei punti di vista) solo se ben direzionati ed indirizzati verso il prossimo:

"[...] Abituati a considerare con estrema attenzione le parole degli altri, e per quanto puoi entra nell'anima di chi sta parlando. [...]" (Marco Aurelio, att.)

Senza dimenticare, una volta di più, quella che dovrebbe essere una primaria responsabilità per ciascun essere umano che voglia ambire a chiamarsi davvero tale:

"[...] Occuparsi del linguaggio pubblico e della sua qualità non è un lusso da intellettuali o una questione accademica. E' un dovere cruciale dell'etica civile. [...]"

(Fonte: Con parole precise - Breviario di scrittura civile, G.Carofiglio, Editori Laterza)

L'imperativo per cercare di ( ri)costruire una società completamente allo sbando potrebbe essere, quindi, riabilitare al meglio possibile forme adeguate ( o quantomeno dignitose) di etica civile.

Si dice, forse non a caso, che tutto parta da quel punto estremo.


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