Magazine Società

Con te fino alle tre!

Creato il 25 agosto 2011 da Frufru @frufru_90
Con te fino alle tre!
Ti avrò scritto milioni di lettere una manciata di anni fa. Lettere in cui ti dicevo che eri bellissimo, che eri dolcissimo, che mi facevi ridere, che mi facevi impazzire, che quei brividi che tu mi provocavi per gioco non li avevo mai provati prima. Lettere che non ti ho mai consegnato e che conservo ancora, da qualche parte, e che magari un giorno, così per ridere, ti farò leggere. Tu c'eri per me sei anni fa, c'eri sempre, questo ti bastava per occupare il mio cuore. A me bastavano i tuoi scherzi, le tue prese in giro, i tuoi pizzicotti, le tue strette, le tue parole sincere, a me bastavano i tuoi abbracci, i tuoi baci sul pullman, mi bastava il tuo modo di difendermi, il modo in cui mi salutavi. Dicevi che ero il tuo amore, si, ma era solo un gioco. Un amore per gioco, ecco tutto. Con il tuo nome ho riempito un diario intero, ho continuato a scrivere di te l'anno dopo, perché mi mancavi, e forse anche quello dopo ancora, perché non capivo più che cosa stava succedendo. Ti guardavo e non trovavo in te niente di speciale. Mi sembravi uno normale, non bello, non simpatico, non mi facevi nemmeno ridere. Non c'eri più sul pullman, non c'eri più per strada, l'università prendeva tutto il tuo tempo. Fumavi, andavi forte con la macchina, mi chiedevo dove fosse finito quello che mi aveva fatto battere il cuore così tanto. Dov'eri? Non lo so. A dire la verità suppongo che non fossi solo tu ad essere cambiato, ero cambiata anch'io. Sono cresciuta anch'io. I miei capelli sono più corti, le mie magliette più scollate, il mio cuore è diventato più razionale. Penso che con te è in un certo senso finita la mia adolescenza, quel periodo di amori tanto grandi quanto concretamente inesistenti, quel periodo in cui credevo davvero alle favole e al principe azzurro. Tu sei stato l'ultimo principe azzurro. Con te sognavo un matrimonio, il pranzo, il vestito bianco, una casa, tanti bambini. Con te. Solo con te. Il ricordo che ho di te sarà sempre bellissimo, perché oggi non sono più arrabbiata, proprio no. Oggi che ho 20 anni ho capito che sei stato perfetto con me. Io ero una bambina in pratica, tu già un ometto. Magari al tuo posto molti si sarebbero approfittati del mio amore ingenuo, ma tu non l'hai fatto. Tu mi sei stato vicino e non hai mai preteso niente. Anche per questo ti volevo, e ti voglio, bene. L'altra notte, quando chissà come ci siamo ritrovati a parlare su quella panchina fino alle tre, mi sono sentita orgogliosa di te e anche di me, che un bel po' di tempo fa passavo il tempo a riempire i diari col tuo nome. Ho pensato che in fondo non avevo scelto poi così male. Va bene, non sarai proprio bellissimo come quelli che riempiono i diari delle quattordicenni, non sarai proprio comunista, non sarai troppo idealista, però sei un bravo ragazzo. Io questo lo so. Mi ha fatto piacere proprio tanto riparlare con te per tutte quelle ore. Abbiamo fatto il punto della situazione. Tu hai abbandonato Economia dopo il primo anno, io non ho nemmeno cominciato Matematica. Sul quel treno non ci siamo mai incontrati. Tu vivi in un'altra città, da solo, lavori lì. Io sono solo molto confusa. Non so come fai, tu riesci sempre a strapparmi un sorriso. Riesci anche a strapparmi le parole, anche quelle che preferisco tenere per me. Ridevo scuotendo un po' la testa, pensando a quanto siano cambiati i miei gusti nel giro di sei anni. Tu sei così perfettino, senza un capello fuori posto, discretamente elegante. Pensavo a Nico, allo Gnomo, al mio dolce rivoluzionario...tutt'altro genere. Mah.... A un certo punto, scherzando, hai detto: “Non ti allontanare, più siamo vicini e più sono contento”. Bhè, una volta questa frase sarebbe bastata per farmi riempire chissà quante pagine, forse sarebbe bastata per farmi immaginare noi due all'altare. Questo però quando avevo 14 anni. Adesso no. Mi avrebbe fatto venire strani pensieri anche quel tuo discorso secondo cui è facile provarci con una quando non te ne frega niente di lei, quando te la vuoi solo portare a letto, ma quando c'è qualcosa in più è tutto più complicato. “Se poi è anche del tuo stesso paese- hai continuato- è anche peggio. Saltano tutti gli equilibri, per questo è meglio pensarci cinque volte prima di agire”. Magari hai ragione tu. Qualsiasi cosa dicevi l'altra notte mi sembrava giusta. Come cavolo è possibile? Sei diventato saggio tu o sono diventata meno pignola io? Comincia ad essere tardi, perciò la risposta la cercherò un altro giorno. Questa era una canzoncina che ci piaceva, ti ricordi?...

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine