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Concerto: Oneida @ Lexington (13/08/11) Londra

Creato il 24 agosto 2011 da Figurehead @figureheadblog

Una serata di batterie, testosterone e cameratismo da sala prove. Sweat, drugs and rock’n'roll!

Era da tempo che non andavo ad un concerto cosí. Nel senso di un certo livello di volumi e saturazione da farmi provare quel familiare senso di orecchie ovattate e collo leggermente intorpidito il mattino successivo. Quando si torna a frequentare le compagnie di una volta c’é sempre un certo misto di piacere e disagio…dove sei stato tutti questi anni, nemmeno una cartolina?

Oneida in concerto al Lexington, Londra

Comunque, il concerto per fortuna é stato spostato dallo Scala, un po’ troppo grande e dispersivo, al più accogliente Lexington che ormai é diventato come il salotto di casa. O almeno in senso figurato perché se iMugstar mi suonassero in salotto non sarei tanto contento. Tutto sommato un gruppo modesto, sanza infamia e sanza lode, suonano un robusto stoner rock desertico con un alto tasso di acidità. Cantato inesistente se si escludono alcuni lancinanti urli scimmieschi emessi dal tastierista/chitarrista, distorti in infiniti echi e delay. La differenza grossa la fa il batterista, immenso, che alza il livello della band di un paio di gradini. Tira come un dannato e non sbaglia un colpo. Migliore in campo, decisamente.

Tutto quello fatto dai Mugstar viene comunque spazzato via dagli Oneida

Oneida live drummer london lexington

Salgono sul palco con un’attitudine cazzutissima, si capisce che sono un gruppo di amiconi che suonano insieme da una vita e, come dice il tastierista Bobby Matador (aka Fat Bobby), hanno passato troppo tempo insieme su un furgone. Questo crea subito un’atmosfera amichevole tant’é che sembra di essere nella loro sala prove piú che ad un concerto. Infatti attaccano con due pezzi infiniti, psichedelici, drone e acidi, che mettono alla prova buona parte degli ascoltatori in sala e ne esaltano altri. Dopo questo momento di delirio gli Oneida ristabiliscono un po’ di ordine con The River. Il concerto poi prosegue ancora sullo stile jam session con il batterista Kid Millionsche sembra sul punto di esplodere fino ad un pezzo fantastico, psichedelico ipnotico e senza batteria che ipnotizza il pubblico, senza fiato e senza parole. Da qui la musica inizia a prendere piú forma e dal magma denso bollente di energia elettrica si iniziano a riconoscere delle melodie. Diventa anche piú evidente il talento degliOneida nell’abbinare suoni da rock desertico a certe cose kraut rock, e la loro fantasia nel trovare soluzioni originali nelle canzoni anche con l’uso delle voci.

Io forse mi aspettavo qualcosa di molto piú eterogeneo e oltre a certi pezzi drone-punk avrei voluto sentire le loro delicatezze piú acide, per esempio pezzi come History’s Great Navigator, ed esplorare cosí tutta la tavolozza musicale degli Oneida. Ma loro sono fatti cosí e se ne fregano, vanno sul palco per divertirsi e far divertire, per fare casino come dei ragazzoni che non crescono mai.

Foto di Tim Ferguson


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