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Confronto Ricavi Rcs, Gruppo Espresso e Gruppo 24Ore

Creato il 01 dicembre 2015 da Pedroelrey

Una fles­sione di 203 milioni com­ples­sivi per i tre gruppi nel 2015 a con­fronto con set­tem­bre 2014 La fles­sione dei ricavi com­ples­siva dei tre gruppi negli ultime dieci annua­lità rife­rita ai primi nove mesi dell’anno (da set­tem­bre 2006 a set­tem­bre 2015) è di 1.485 milioni, ovvero –51% – A sof­frire di più del calo dei ricavi è Rcs Media­group con un –49%. Pesante anche la fles­sione per il Gruppo Espresso –47% [-374 milioni di euro] e per il Gruppo 24 Ore –39% [-144 milioni di euro] – Cam­bia il “rap­porto di forza” tra i gruppi con la netta fles­sione di Rcs che però man­tiene oltre il 53% dei ricavi com­ples­sivi [ne aveva il 62% nel set­tem­bre 2007].

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Cosa dicono le tri­me­strali dei prin­ci­pali gruppi edi­to­riali ita­liani a bilan­cio dei primi nove mesi del 2015?
Per fare un qua­dro che non si fer­masse al solo con­fronto con l’anno pre­ce­dente abbiamo costruito – come nostra abi­tu­dine – uno sto­rico di que­sti ricavi dal 2006 a oggi met­tendo a con­fronto l’andamento dei fat­tu­rati degli edi­tori dei prin­ci­pali quo­ti­diani ita­liani [Cor­riere della Sera e Gaz­zetta dello Sport, Repub­blica e Sole 24 Ore]. Ecco cosa è emerso:

La prima cosa che si nota delle linee dise­gnate dal gra­fico dell’andamento dei ricavi dei tre gruppi edi­to­riali è la ridu­zione del dif­fe­ren­ziale tra Rcs e gli altri due gruppi: se nel set­tem­bre del 2007 quando ancora i ricavi erano in cre­scita – l’editore del Cor­sera se ne stava lassù dall’alto dei suoi 1.974 milioni di euro di fat­tu­rato a guar­dare giù in basso Espresso e Gruppo 24 Ore distan­ziati rispet­ti­va­mente da 1.177 e 1.557 milioni di euro, nel 2015 la for­bice con i due “rivali” si è ridotta a 303 e 515 milioni di euro. Numeri che ci dicono chia­ra­mente che un bel po’ di cose, tra le due date, sono successe.

Il ridi­men­sio­na­mento negli ultimi dieci anni di Rcs è evi­dente, per dare un ulte­riore ter­mine di para­gone: il valore della fles­sione dal 2006 a oggi è il dop­pio dei ricavi dei primi nove mesi di quest’anno [743 milioni]. Fles­sione mar­cata anche negli altri due gruppi edi­to­riali: il Gruppo Espresso paga alla crisi un –47% dato dal rap­porto tra i ricavi dei primi nove mesi del 2006 [814 milioni di euro] e quelli del 2015 [439,6 milioni]. Anche il Gruppo 24 Ore subi­sce un –45% nella fles­sione dei ricavi, frutto del dif­fe­ren­ziale tra 372,6 milioni del 2007 e i 229,7 del 2015.

Anche il “rap­porto di forze” [se pos­siamo defi­nirlo così] tra i gruppi è cam­biato, e non poco. Fatto 100 del totale dei ricavi dei tre gruppi e cal­co­lato il peso dei sin­goli edi­tori vediamo che se Rcs aveva nel 2007 una fetta della torta pari al 62% nel 2015 que­sta si riduce al 53%. Una ridu­zione que­sta, che si è accen­tuata negli ultimi anni visto che la quota parte dei ricavi aggre­gati di Rcs nel 2011 era ancora sopra il 60%. Il Gruppo Espresso passa dal 28% al 31% dal 2006 al 2015 e il Gruppo 24 Ore nel mede­simo periodo dal 13% al 16%.

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Ma al di là delle sin­gole por­zioni il pro­blema, lo sap­piamo bene, è che l’intera torta è sem­pre più pic­cola: se nel 2007 i ricavi aggre­gati dei primi nove mesi dell’anno dei tre gruppi erano di 3.188 milioni di euro, già nel 2009 scen­dono a 2.631 milioni [che nel dif­fe­ren­ziale anno su anno il 2009 è l’annus hor­ri­bi­lis]. Nel 2013 si scende ancora: 1.718 milioni, per arri­vare infine a set­tem­bre di quest’anno a 1.411 milioni di euro. Da set­tem­bre 2007, ver­tice mas­simo dei ricavi negli ultimi dieci anni, a set­tem­bre di quest’anno una fles­sione di 1.777 milioni di euro. La “torta” in dieci anni per i tre gruppi com­ples­si­va­mente si è ridotta del 51%. Biso­gna aggiun­gere altro?

Come vanno le cose con­si­de­rando periodi di rife­ri­mento più brevi? Deci­sa­mente non benis­simo per Rcs, se con­si­de­riamo le ultime cin­que annua­lità [set­tem­bre 2011– set­tem­bre 2015] la fles­sione è del 51%, per le ultime tre annua­lità è del 23% e nel con­fronto tra set­tem­bre di quest’anno e set­tem­bre 2014 emerge un –178,5 milioni di euro pari a un –19% anno su anno. Pren­dendo i mede­simi periodi di rife­ri­mento per il Gruppo Espresso i numeri par­lano di una fles­sione del 33% nelle ultime cin­que annua­lità, del 16% delle ultime tre e di –31,6 milioni di euro rispetto a set­tem­bre scorso anno [-7%]. Meglio per il Gruppo 24 Ore i cui ricavi restano sostan­zial­mente inva­riati nel con­fronto con set­tem­bre 2013 sta­bili intorno ai 229 milioni di euro e regi­strano un lieve aumento rispetto a set­tem­bre 2014 [+6,9 milioni] men­tre la fles­sione rispetto alle ultime cin­que annua­lità è del 33%.

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Nei bilanci c’è la voce “inve­sti­menti in atti­vità mate­riali e imma­te­riali”, ma si rife­ri­sce spesso a immo­bili o soft­ware e di solito sono “spic­cioli” [ad esem­pio si tratta di 8 milioni di euro per il Gruppo 24Ore] ma alcune indi­ca­zioni su bontà degli inve­sti­menti in digi­tale, con par­ti­co­lare rife­ri­mento a Rcs, erano state for­nite all’assemblea degli azio­ni­sti Rcs del 23 aprile 2015 scorso dalle quali emerge come nel 2014 siano stati fatti 66 milioni di euro di inve­sti­menti, metà dei quali nel digi­tale. Inve­sti­menti fatti — da Twi­gis, il social net­work per i bam­bini, allo scem­pio di You­Re­por­ter, e molti altri ancora —  che non hanno por­tato il red­dito atteso e inol­tre, tranne per Gaz­zetta TV, non si sono foca­liz­zati sull’informazione il cui set­tore non ha regi­strato nuove ini­zia­tive e nep­pure un rin­no­va­mento pro­fondo nel suo modello di business.

Nell’intervista, con­te­nuta nel libro di recente pubblicazione:“I Gior­nali del Futuro, Il Futuro dei Gior­nali”, a Duco van Lan­schot [Head of Inter­na­tio­nal of Blendle] tra le altre cose si dichiara: “Gli edi­tori hanno dato via per troppo tempo gra­tui­ta­mente i loro con­te­nuti spe­rando che i visi­ta­tori dei loro siti dive­nis­sero abbo­nati a paga­mento. Il calo delle ven­dite e del valore dei CPM [a causa degli ad bloc­kers, del pro­gram­ma­tic e dell’advertising su Face­book] hanno creato ora un senso di urgenza nella ricerca di una solu­zione. Gli edi­tori hanno atteso troppo a lungo per pro­porre solu­zioni nuove e inno­va­tive. Que­sto è stato l’errore prin­ci­pale. Avreb­bero dovuto impa­rare dall’industria della musica, altro com­parto per il quale Inter­net è stato dirom­pente”. A guar­dare i conti dif­fi­cile dar­gli torto.

Tri­me­strale 9M con­fronto Rcs — Gruppo Espresso — gruppo 24 ore
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