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Contraband

Creato il 28 giugno 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Contraband

 

Anno: 2012

Distribuzione: Universal Pictures

Durata: 110′

Genere: Azione

Nazionalità: USA

Regia: Baltasar Kormákur

 

Mark Wahlberg interpreta Chris Farraday, un uomo che ha abbandonato la vita criminale in favore di una comoda e onesta esistenza con la moglie e i figli. Ma dopo che suo cognato Andy fa saltare un affare ordito dallo spietato boss Tim Briggs, Farraday è costretto a tornare a fare ciò che sa fare meglio di chiunque altro, il contrabbandiere, per saldare il debito di Andy. Con l’aiuto di uno dei suoi migliori amici, Sebastian, Chris mette insieme una squadra con l’obiettivo di arrivare a Panama a bordo di una nave mercantile e tornare indietro con milioni di dollari in banconote false!

Il regista islandese Baltasar Kormákur dirige Contraband, basato sul fortunato thriller scandinavo Reykjavík-Rotterdam (2008), scritto da Arnaldur Indridason e diretto da  Óskar Jónasson, del  quale lo stesso Kormákur, ora dietro la macchina da presa, è stato uno dei protagonisti.

 

Contraband

 

Sappiamo che a Hollywood i produttori amano i remake, prendendo storie ambientate in Europa o in Oriente e riponendole col solito opulento gusto americano. E hanno ragione poiché questo tipo di prodotto “riciclato” ha spesso riscosso un certo successo in America e non solo, soprattutto dal punto di vista degli incassi. Negli ultimi anni l’attenzione delle grandi major statunitensi si è concentrata su prodotti del Nord Europa, come nel caso di Contraband, la cui storia è stata privata del solito linguaggio minimalista tanto amato dagli autori scandinavi, in favore di una narrazione sincopata e fin troppo lineare. Questa pellicola si rivela fin da subito abbastanza banale, la trama è quasi identica, ad esempio, a Fuori in 60 secondi (2000) di Dominic Sena. Difatti, la figura di Chris Farraday è quasi uguale a quella del personaggio interpretato da Nicolas Cage dodici anni or sono, con la sola cruciale differenza che mentre il primo è un contrabbandiere, il secondo ruba macchine; ma la sostanza è sempre quella: il delinquente redento che torna per un’ultima volta al crimine, per aiutare un familiare in difficoltà. La storia è in pratica tutta qui, da ciò si può facilmente evincere come dal punto vista dell’intreccio narrativo questo film abbia ben poco da offrire allo spettatore.

Baltasar Kormákur tenta di realizzare il perfetto prodotto hollywoodiano. Il risultato, tuttavia, è un film che tende a essere impersonale e privo, come detto, di qualsiasi originalità. Effettivamente, c’è ben poco di non visto in Contraband. Anche il cast non brilla, malgrado presenti una figura ormai importante del cinema internazionale come Mark Wahlberg. Per quanto concerne l’attrice inglese Kate Beckinsale, sembra che quando viene privata della sexy tuta in lattice che indossa nei panni della vampira Selene, protagonista della celebre serie gotica Underworld, manchi di incisività e l’unica cosa che è possibile notare di lei è la sua indiscussa bellezza. Come attenuante bisogna però ammettere che la parte che le è stata affidata in questo film è inconsistente, quanto scarsamente rilevante nella trama.

 

Contraband

 

Kormákur concentra tutta la sua attenzione esclusivamente sulla tenuta di un ritmo alto e costante della diegesi, che rappresenta certamente  un elemento essenziale per la buona riuscita di un film di questo genere. Egli confeziona un prodotto dallo stile aggressivo, ben girato, con un linguaggio intenso, benché molto prevedibile.

Grossa enfasi è data al contesto urbano: il film è perlopiù girato in una città avvolta nel buio, solcato da fasci di luce che lacerano una metropoli lontana da qualsiasi elemento romantico e umano. Questo è probabilmente l’unico aspetto di qualche interesse del film. Difatti, questo mostrare quasi in continuazione immagini di città, e non solo di New Orleans, dove la storia è ambientata, ma anche degli slum di Panama, suggerisce l’idea di come nelle metropoli sporche, disumane e chiassose del mondo globalizzato, essere un delinquente è alla fine un mestiere come un altro; l’importante è sopravvivere.

Riccardo Rosati

Contraband
Scritto da il giu 28 2012. Registrato sotto IN SALA. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione


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