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Contributi a una cultura dell’Ascolto CAMMINARSI DENTRO (258): Leggere MARIANELLA SCLAVI, Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte (2003)

Creato il 22 agosto 2011 da Gabrielederitis @gabriele1948

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Lunedì 22 agosto 2011

L’unico modo per risalire al sistema di premesse implicite in base alle quali l’organismo opera è metterlo in condizione di sbagliare e osservare come corregge le proprie azioni e i propri sistemi di autocorrezione. – GREGORY BATESON

E’ il tentativo di separare l’intelletto dalle emozioni che è mostruoso e secondo me è altrettanto mostruoso (e pericoloso) tentare di separare la mente esterna da quella interna, o la mente dal corpo. – GREGORY BATESON

Riconciliazione non significa farsi le coccole; non significa fingere che le cose siano diverse da quelle che sono state. – DESMUND M.TUTU

Tutti noi, se la nostra vita non è completamente manicomiale, mettiamo in pratica esperienze di osservazione guidata dall’ascolto attivo. Lo scopo di questo libro è di renderci consapevoli di cosa facciamo quando ci riusciamo, in modo da permetterci di riflettere su queste dinamiche e darci la possibilità di metterle in atto sistematicamente e volontariamente ogniqualvolta lo riteniamo necessario. [dalla quarta di copertina]

Contributi a una cultura dell’Ascolto CAMMINARSI DENTRO (258): Leggere MARIANELLA SCLAVI, Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte (2003)

Le sette regole dell’arte di ascoltare di Marianella Sclavi:

1. Non avere fretta di arrivare a delle con- clusioni. Le conclu- sioni sono la parte più effimera della ricerca.

2. Quel che vedi dipende dalla prospettiva in cui ti trovi. Per riuscire a vedere la tua prospettiva, devi cambiare prospettiva.

3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a capire come e perché.

4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.

5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti perché incongruenti con le proprie certezze.

6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.

7. Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l’umorismo viene da sè.

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INDICE

Introduzione. L’arte di ascoltare/osservare

I. Ascolto attivo
Parte prima. Cornici e premesse implicite
1. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte (giochi proibiti)
2. Il gioco della doppia visione (la doppia descrizione e il giudice saggio)
3. Tavole sinottiche. Due abitudini di pensiero
4. Giochi di interfaccia (avventurarsi ai confini)
5. “La Terra sta morendo” (il gioco del riempimento: stereotipi e casi particolari)
6. Il Prof. in pantaloncini corti (non un lago, ma un fiume pieno di rapide)
Le sette regole dell’arte di ascoltare
Parte seconda. Indagine variazionale
7. Il gioco della piramide tronca del palcoscenico (indagine variazionale)
8. Tavolo o capanna (ascolto attivo fra genitori e figli: la realtà come costruzione sociale)
9. La città di Esotica (l’arte di non ascoltare)
10. Cumulex (ascolto come work in progress)
11. Tavola sinottica. Ascolto passivo, ascolto attivo
12. Ernesto va alla guerra (una buona insegnante è sempre un po’ antropologa)
Le sette regole dell’arte di ascoltare

II. Autoconsapevolezza emozionale
Parte prima. Le emozioni sono passi di danza
13. Linguaggio delle emozioni e vita quotidiana (retorica del controllo e autoconsapevolezza emozionale)
14. Il taccuino dell’antropologa (il ruolo dello sconcerto e della dissonanza nell’osservazione etnografica)
15. L’auto sul marciapiede (emozioni, umorismo e regole della convivenza civile)
16. Seguendo un’altra donna come un’ombra (prove di shadowing: dall’empatia aal’exotopia)
Le sette regole dell’arte di ascoltare
Parte seconda. Il gioco delle narrazioni parallele
17. Edward Hall in Giappone (coinvolgimento e distacco al microscopio e al rallentatore)
18. L’allegra scienza dei narratori interculturali (due modi di concepire l’imbarazzo)
19. Una commessa italiana a Old Bond Street (creare dei ponti)
20.Le cornici di Bateson (il linguaggio delle emozioni, il linguaggio verbale, le dinamiche della conoscenza)
Le sette regole dell’arte di ascoltare

III. Gestione creativa dei conflitti
Parte prima. La gentile arte dell’autodifesa conversazionale
21. La conversazione: il tema e il turno (il diritto di ascolto e il diritto di parola)
22. Il gioco della «danza del colpevolizzatore» (vince chi lo «decostruisce»)
Parte seconda. Né attaccare, né subire
23. I manuali di gestione creativa dei conflitti, rivisitati (l’interfaccia tra pensiero semplice e pensiero complesso)
24. Verità e riconciliazione (né attaccare, né subire, né andare sul balcone)
25. E l’alcolista uscì dal quadrato (doppi vincoli e doppi vincoli terapeutici)
Le sette regole dell’arte di ascoltare

Conclusioni. Noi mediatori, costruttori di ponti, saltatori di muri… (Il decalogo per la convivenza interetnica di Alexander Langer)

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