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Contributi a una cultura dell’Ascolto: La teoria delle emozioni di Antonio Damasio

Creato il 15 agosto 2011 da Gabrielederitis @gabriele1948

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Le emozioni hanno relazioni con l’apparato cognitivo perché si lasciano modificare dalla persuasione. Aristotele

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Qual era [...] l’errore di Cartesio?
Si potrebbe cominciare con una rimostranza: rimproverandogli di aver convinto i biologi ad adottare (fino ai nostri giorni) meccanismi simili a orologi per i processi della vita. Ma questo forse non sarebbe proprio corretto; e allora si potrebbe continuare con il “Penso, dunque sono”. L’enunciato, il più famoso di tutta la storia della filosofia [...], esprime esattamente il contrario di ciò che io credo vero riguardo alle origini della mente e riguardo alla relazione tra mente e corpo; esso suggerisce che il pensare, e la consapevolezza di pensare, siano i veri substrati dell’essere. E siccome sappiamo che Cartesio immaginava il pensare come un’attività affatto separata dal corpo, esso celebra la separazione della mente, la “cosa pensante” (res cogitans), dal corpo non pensante, dotato di estensione e di parti meccaniche (rex estensa). Antonio Damasio, L’errore di Cartesio, Adelphi, Milano, 1995

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Contributi a una cultura dell’Ascolto:  La teoria delle emozioni di Antonio Damasio

L’errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano, Adelphi 1995, 400 pagine

Risale a Cartesio quella separazione drastica fra emozione e intelletto che per secoli è stata un criterio ispiratore della ricerca, nonché un principio speculativo da non violare. Ma la realtà si sta rivelando diversa. In particolare, le affascinanti indagini sul cervello attualmente in corso muovono in tutt’altra direzione. Damasio è stato forse il primo a porre sotto attento esame le infauste conseguenze della separazione di Cartesio, e oggi è possibile circoscrivere quell’errore sulla base non soltanto di argomentazioni speculative, ma anche dell’analisi di casi clinici – che Damasio presenta con vivacità narrativa comparabile a quella di Sacks – e della valutazione di fatti neurologici sperimentali. Tutte le linee sembrano convergere verso uno stesso risultato: l’essenzialità del valore cognitivo del sentimento. Forzando l’espressione linguistica corrente, Damasio usa «sentimento» per denotare qualcosa di concettualmente nuovo, e introduce una distinzione importante e finora non rilevata fra il sentire di base e il sentire delle emozioni: distinzione che qui è fondata su osservazioni di architettura anatomico-funzionale del sistema nervoso centrale e non su motivazioni di solo funzionalismo psicologico (come per esempio in Johnson-Laird). Si compie così un grande passo in avanti verso il chiarimento neurobiologico della funzionalità emotiva e dei suoi strettissimi intrecci con l’agire razionale. Proprio qui si addensano le principali novità, che fanno di questo libro una delle letture più appassionanti in un campo – quello del rapporto tra cervello e coscienza – dove ancora moltissimo è da scoprire. L’errore di Cartesio è apparso per la prima volta nel 1994.

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Contributi a una cultura dell’Ascolto:  La teoria delle emozioni di Antonio DamasioEmozione e coscienza, Adelphi 2000, 468 pagine

Sento, quindi sono». Potrebbe essere il motto di questo importante libro, dove Damasio prosegue sulla via intrapresa con L’errore di Cartesio. Qui si tratterà di avvicinarsi alla coscienza, nel senso di «consapevolezza», attraverso l’emozione. Ma come farlo con rigore scientifico? Come sottoporre l’esperienza più volatile e multiforme, tutta in prima persona, ai più sottili criteri della scienza, che sono tutti in terza persona? Tale interrogativo si pone oggi a legioni di scienziati che hanno collocato la coscienza al centro delle loro ricerche, con una convergenza simile a quella che si era data, qualche decennio fa, sulla struttura atomica della materia. Si può dire che alcune delle risposte più convincenti si siano manifestate proprio in questo libro, anche per la straordinaria capacità di Damasio di mescolare, sovrapporre e giustapporre l’analisi al livello neurofisiologico e quella al livello psicologico, affrontando alcuni impressionanti casi clinici con una penetrazione che ricorda Oliver Sacks. Mentre, via via che l’indagine procede, si delineano con chiarezza i tratti di una teoria generale della coscienza, che è anche una teoria dell’identità, articolata in una gerarchia di livelli del sé, con i rispettivi supporti anatomici e correlati mentali. Emozione e coscienza è apparso per la prima volta nel 1999.

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Contributi a una cultura dell’Ascolto:  La teoria delle emozioni di Antonio Damasio Alla ricerca di Spinoza. Emozioni, sentimenti e cervello. Adelphi 2003, 424 pagine

Completando la trilogia iniziata con L’errore di Cartesio e proseguita con Emozione e coscienza, Damasio inserisce nell’arco che si tende fra Cartesio e Spinoza la sua interpretazione della coscienza, fondata sulla distinzione tra le emozioni, quali manifestazioni comportamentali di natura fisiologica e materiale, e la loro percezione consapevole, i feelings, o sentimenti, di carattere mentale (qualsiasi cosa questo voglia dire). Laddove Cartesio separava l’intelletto dalle passioni, giudicate di natura inferiore, Spinoza, in una premonizione biologica di inquietante modernità, vi riconobbe una medesima sostanza: «La mente è l’idea del corpo». Per usare il linguaggio di Damasio: dietro la mente vi è unfeeling brain, un cervello che «sente» i messaggi del corpo.Attingendo ai risultati più recenti delle neuroscienze cognitive – in parte conseguiti dal suo stesso gruppo di ricerca allo University of Iowa Medical Center –, Damasio propone una risposta a vertiginosi interrogativi: da dove nascono i sentimenti? A che servono? E infine: che cosa sono? In questa analisi, insieme fenomenologica e neurobiologica, l’esperienza clinica e scientifica di Damasio si fonde, soprattutto nella esposizione dei casi clinici, con una vena narrativa affine a quella di Oliver Sacks.Summa della più avanzata ricerca sulla coscienza, questo libro sposta su un nuovo terreno il dibattito mente-corpo, che è la prima sfida del pensiero scientifico in questi anni. Avviata quasi per caso con il controllo di una citazione, relitto di ormai offuscate letture giovanili, la «ricerca di Spinoza» consente al Damasio maturo di rimeditare la metafisica spinoziana: e dalle insondabili ambiguità del Deus sive natura nasce per lui – e per tutti noi – un quadro interpretativo affascinante, che comprende la totalità della natura, includendovi la mente che la osserva.Alla ricerca di Spinoza è stato pubblicato per la prima volta nel 2003.

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Antonio Damasio e la funzione della coscienza

LIVE from The New York Public Library: Antonio Damasio & Marina Abramovic

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