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Convegno Nazionale dell’Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere

Da Psicologiagay
 

Nella settimana dell’Europride, il 6 giugno si è tenuto il Convegno Nazionale “I servizi e le associazioni per le persone transessuali e transgender: tra ricerca e buone pratiche”, ospitato dalla CESV-SPES di Roma. L’evento è stato patrocinato dall’ONIG, in collaborazione col Movimento Identità Transessuale, l’Associazione di Volontariato “Libellula” e il SAIFIP-S.C. Chirurgia Plastica e Ricostruttiva Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini.

Convegno Nazionale dell’Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere

L’ONIG, Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere, è un’associazione fondata nel 1998 che, in collegamento con l’Harry Benjamin International Dysphoria Association, raccoglie le figure (professionisti, rappresentanti di associazioni ecc.) a vario titolo interessate ai temi del transgenderismo e del transessualismo, promuovendo il confronto e la collaborazione di tutte le realtà interessate a questi temi. In questo modo, medici, endocrinologi, chirurghi, psichiatri, psicologi e psicoterapeuti si trovano a comunicare su un terreno comune in un’ottica di integrazione dei diversi punti di vista.

Anche quest’anno il convegno ha rappresentato una preziosa occasione di incontro e testimonianza sullo stato dei lavori compiuti sul tema del transessualismo da parte di associazioni ed enti pubblici.

Un contributo importante è provenuto dal Professor Friedmann Pfafflin, docente di Psicoterapia, capo della sezione Psicoterapia Forense presso l’Università di Ulm e membro della commissione che si sta occupando della riformulazione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. A questo proposito, è stato fatto il punto sul dibattito internazionale che porterà alla formulazione del nuovo DSM5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), in particolare sul tema della definizione e della diagnosi del transessualismo. Attualmente, dal mese di Aprile 2011, al posto della dicitura di “disturbo di identità di genere” o di “incongruenza di genere”, più stigmatizzanti, si parla di “disforia di genere”. Tuttavvia, non è ancora stata risolta la questione relativa alla collocazione del termine “disforia” nel DSM5.

Tra i vari interventi seguiti, la dott.ssa Bandini, Psichiatra dell’Azienda ospedaliera universitaria di Careggi a Firenze, ha informato sul servizio offerto dall’equipe multidisciplinare, comunicando i positivi risultati ottenuti. Il dott. Timpano M., Dirigente Medico di I Livello di Urologia, C.I.D.I.Ge.M. (Centro Interdipartimentale Disturbi Identità di Genere dell’Ospedale Molinette, a Torino) ha descritto nel dettaglio il lavoro dell’Equipe secondo le linee guidia dell’ONIG – Harry Benjamin International Gender Dysphoria Association inc. (HBIGDA). A fonte delle complicazioni specifiche riscontrate, tutti i pazienti operati hanno risposto che rifarebbero l’intervento, confermando la loro soddisfazione.

Tra le associazioni che hanno partecipato, era presente Obert O., Responsabile del Progetto Prostituzione e Tratta del Gruppo Abele, da quarant’anni con uno sportello di ascolto e orientamento per le persone transessuali e transgender. Sandeh V., del  Gruppo Luna di Torino ha sottolineato la lotta per il cambiamento del nome sui documenti prima dell’intervento chirurgico. Ha ricordato come alcuni transessuali si sottopongano all’intervento solo per essere riconosciuti. Inoltre, ha proposto di unirsi sotto la dicitura “Arcobaleno Pride”, cioè, di eliminare le definizioni LGBT dal Pride perchè separano, non uniscono le persone. Il Gruppo Luna ha ribadito la propria posizione anche sul tema della patologizzazione del fenomeno trans. Il Gruppo Luna, infatti, non è d’accordo con il MIT sulla parziale depatologizzazione del DSM-IV: in altre parole, chiede la totale depatologizzazione del transessualismo.

Daianis L., presidente dell’Associazione “Libellula” (attivista LGBT dal 1970 in Argentina, Brasile, Bolivia, Cile, Venezela, Colombia e, dal 1980, in Europa), ha parlato della condizione dei trans nelle carceri e della problematica della mancanza di consapevolezza del transessuale, in una posizione di autoemarginazione ed esclusione. La persona trans non è “malata”: si può dire che in alcuni casi vive uno stato di forte disagio o sofferenza. Pertanto, lo psicologo non dovrebbe decidere cosa un trans è o vuole diventare. Piuttosto, la problematica profonda delle persone trans si riflette soprattutto in termini sociali e politici. Monopoli A., dello Sportello Trans ALA onlus Milano ha parlato delle varie iniziative promosse con l’obiettivo di favorire l’inclusione sociale dei transessuali.

Era presente anche l’avvocato Rotelli della Rete Lenford per porre attenzione ai temi ed ai diritti delle persone transessuali. Nel suo intervento sottolineava come non debba essere imposto l’intervento chirurgico per avere il cambio di nome nei documenti. La ragione alla base di questa imposizione è che con l’intervento chirurgico è assicurato che la persona sia sterile e non possa avere figli.

E sorto infine un sereno dibattito rispetto alle critiche verso psicologi e psichiatri  da parte di alcuni rappresentanti di associazioni: il dott. Francesco Napoli, presidente e responsabile salute del comitato “Marcella di Folco” dell’Arcigay Salerno ha specificato che “nessuno psicologo ha il monopolio che stabilisce l’idoneità al trattamento”. In realtà, ha affermato che “lo psicologo non va inteso come un nemico dei transessuali ma come un compagno di strada su un percorso spesso drammatico e a ostacoli”. Ha ricordato, inoltre, che “non esiste l’obbligatorietà del percorso terapeutico. Per il suo fondamento la terapia implica l’autodeterminazione della persona, quindi, la libera scelta di usufruire del servizio psicologico di sostegno.”

A conclusione del convegno P. Marcasciano, presidente del MIT ha auspicato l’esigenza di maggiore interdisciplinarietà e comunicazione per “fare sistema, valorizzare le esperienze per migliorare la qualità della vita delle persone transessuali”.” Ed è ciò che auguriamo anche noi.

A cura delle dott.sse Ilaria Peter Patrioli e Paola Biondi


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