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Conversando nel salotto di Anna La Rosa

Creato il 04 giugno 2012 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Conversando nel salotto di Anna La RosaAspettando la prossima scossa e sperando che sia l’ultima, con l’unica certezza data dal proprio coraggio e dalla solidarietà. Queste le due armi con cui bisogna reagire alla paura che rende impotenti di fronte alla perdita di cari, oggetti, luoghi e memoria.
Nel salotto domenicale, tra un caffè e un cioccolatino offerto dalla conduttrice di Telecamere, un programma di attualità e politica ideato e condotto da Anna La Rosa. Un rotocalco di informazione politica capace di interpretare e raccontare l’attualità attraverso l’uso di un linguaggio attento ma semplice, accessibile al vasto pubblico. Gli ospiti Fabio Evangelisti (Idv),  Andrea Orlando (Pd) e Raffaele Fitto (Pdl) colloquiano tra loro e parlano di paura del terremoto e paura del futuro.

“Il terremoto in Emilia ha qualcosa di diverso dagli altri, dichiara l’on. Evangelisti, ci sono state due scosse distinte tra loro e sembra un vero miracolo

Conversando nel salotto di Anna La Rosa
che ci siano state così poche vittime”, mentre l’on. Fitto, aggiunge, “io penso che nei prossimi giorni bisognerà serenamente fare una riflessione approfondita, visto che siamo un paese sismico, non possiamo non tenerne conto”. Sembra un normale ritrovo amicale, in un comune salotto domestico con  una padrona di casa che garbatamente passa da un argomento all’altro cercando di tener viva la conversazione, mentre aggiunge una foto, nell’elegante spazio dedicato alle persone care che abitano in quella casa televisiva. E tra i volti dei  politici e dei protagonisti del nostro paese, Anna appoggia il ritratto di Beppe Grillo che debutta, accanto ai rappresentanti dei partiti, perché volenti o nolenti, dice la conduttrice, ormai è parte del panorama politico italiano e sta facendo dei cambiamenti nella nostra politica.

Una sorpresa per tutti.

I grandi partiti sono in affanno dopo il successo dei grillini, per cercare soluzioni che li tengano ancora in vita, giocano la carte della liste civiche come il Pd o delle proposte come il Pdl che riscopre il semipresidenzialismo alla francese per risolvere il problema del cambio generazionale politico. Temi che diventano sempre più caldi in prospettiva delle elezioni. Alchimie politiche, corredo della vecchia e desueta politica, per ridisegnare l’architettura costituzionale.

Fitto: “c’è la possibilità di avviare una riforma importante, il tempo c’è. Mettiamo sul tavolo la legge elettorale e auguriamoci di poter varare questo testo”. Riformare la costituzione in senso semipresidenziale: sarebbe questa la “sorpresa” che Silvio Berlusconi ha in serbo e che dovrebbe sancire il rilancio del Pdl. Un’iniziativa che gli altri partiti impegnati al tavolo delle riforme vedono come un evidente tentativo di far saltare tutto, alzando l’asticella con l’obiettivo finale di bloccare l’intero pacchetto: non solo l’assetto istituzionale, ma anche la riduzione del numero dei parlamentari e la legge elettorale.
Orlando: “È un bluff, non è una cosa che si possa fare in un settimana, io credo che dobbiamo dare ai cittadini il cambio della legge elettorale, qui si tratta di cambiare la costituzione, non è una passeggiata”. Evangelisti: “Fino al 6 maggio volevano il proporzionale, ora vogliono il presidenzialismo, qui si vogliono riformare le fondamenta delle nostra carta costituzionale, i padri della costituzione si rivolteranno nella tomba”.

Conversando nel salotto di Anna La Rosa
La svolta epocale annunciata dal Pdl è dunque una modifica costituzionale per introdurre il semipresidenzialismo alla francese, con elezione diretta del Presidente della Repubblica col sistema del doppio turno.  La paura di grillini è l’ossessione che ha colpito i principali partiti dopo le ultime elezioni amministrative.
Ma non si parlava di tornare a eleggere liberamente i rappresentanti, in modo chiaro?  Il giochino politico non riuscirà a Berlusconi, che non potrà mettere d’accordo tutti, in così poco tempo.
Nel salotto domenicale insomma, si è passati dalla paura del terremoto, alla paura del futuro incerto, più degli eventi naturali, la paura dei M5S.  La paura di semplici cittadini che lottano contro la casta, ovvero i partiti tradizionali, che ha messo le ali ai piedi dell’escamotage politico. Il doppio turno (cioè come l’elezione dei sindaci, primo turno e successivo ballottaggio) consentirebbe, sempre secondo loro, di escludere i grillini dalla corsa alla Presidenza, dato che finora hanno impostato una parte non indifferente della loro propaganda sul concetto che “noi non siamo come gli altri, non ci comportiamo come gli altri, non ci mischiamo con gli altri”. Dunque, l’aria nuova scuote il Parlamento. Il segnale è chiaro.  Come è chiaro che i partiti vivano su un altro pianeta. Il successo del Movimento 5 Stelle parte proprio dal fatto che la gente si è stufata di questi imbrogli inutili.

Qual è il sunto di questa anali

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si? Che si tratti dell’ennesima bufala, fatta solo per avere il titolo sul giornale e basta? Insomma, siamo all’effetto spettacolare a cui ci ha abituato il governo Berlusconi negli ultimi 10 anni. Con buona pace dei problemi economici del nostro Paese, dei suicidi per mancanza di lavoro o per debiti, della mafia sempre più potente e della democrazia sempre più ammaccata.
Attendiamo che la protesta politica al sistema politico, del M5S, ora si trasformi in proposta, per smettere di avere paura del domani.


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