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Coppa Italia: perserverare autem diabolicum

Creato il 05 marzo 2015 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

Guardiamo sempre ai modelli esteri, magnificandone il successo rispetto ai nostri. Ma poi, alla prova dei fatti, quando si tratta di capire se alcune soluzioni adottate possono avere senso, continuiamo a comportarci nella maniera tradizionale.

Se sia pigrizia, gattopardesimo acuto o semplicemente incapacità di cambiare, non è dato sapere. Fatto sta che anche a questo giro, ci tocca prendere atto che il format della Coppa Italia rimarrà invariato anche per il triennio 2015-2018, con buona pace di chi chiedeva di ripensarne alcuni meccanismi.

Ma questa parte di notizia è quasi scomparsa sul web, perché il focus era uno solo: parlare del possibile incremento dei diritti televisivi in gara.

La Coppa Italia, nel formato attuale, acquisisce interesse e visibilità - di fatto - solo a partire dai sedicesimi, quando entrano in gioco le prime otto qualificate dell'anno precedente. Prima, nella migliore delle ipotesi, rimane una competizione che le squadre di Serie A affrontano come allenamento (a volte quasi con fastidio) nel quale far giocare quei calciatori che trovano meno spazio in campionato.

Se, da un punto di vista logico, può essere corretto che un club venga premiato anche per il risultato dell'anno precedente, dall'altro - come tifosi - è affascinante vedere come in nazioni quali l'Inghilterra ci si basi sul rimettere tutti in gioco sullo stesso piano sin dalla prima partita.

Rimane invece incomprensibile il voler "privilegiare" la squadra più forte nella scelta del campo (e, infatti, in Inghilterra si gioca in casa della più debole).

Non ha senso sotto il profilo economico, perché se si guarda alla media degli spettatori si può facilmente pensare che in caso di inversione di campo lo stadio della squadra più piccola sarebbe andato tutto esaurito, consentendo tra l'altro di avere un incasso probabilmente migliore ed anche un effetto scenico in televisione decisamente migliore delle lande desolate che troppo spesso si osservano.

Ma non ha neanche senso dal punto di vista sportivo, laddove il principio del rispetto dell'avversario e della competizione equilibrata dovrebbe sempre avere il sopravvento. Bene, quali sono le armi che può mettere in campo una squadra di Lega Pro o di Serie B rispetto ad una di Serie A (non parliamo se una delle prime)?: corsa e, forse, il supporto del pubblico di casa.

E, francamente, non si capiscono le motivazioni di questa scelta, se non un retro-pensiero che, alla fine, la Coppa Italia debba essere appannaggio più o meno del solito gruppo di squadre che, essendo spesso impegnate su altri fronti (campionato e/o coppe), non "devono" essere messe in difficoltà.


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