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Coprite tutto. Arriva Rohani col libretto degli assegni

Creato il 28 gennaio 2016 da Postik @postikitalia

Non c’è storia … siamo alla frutta!

Come non parlare degli imballaggi made in Ikea messe alle “vergogne” dell’arte classica per la visita di Rohani ai Musei Capitolini?

Che dire? Ci è andata bene. In fin dei conti il packaging era rimovibile, pensate se si presentava la Merkel col raffreddore … di sicuro andava a finire che mettevano i doppi infissi al Colosseo.

Grande Renzi! Proprio una gran testa di … Ganzo! Uno tutto d’un pezzo. Eccolo l’impavido difensore della nostra storia e del nostro invidiabile e “inestimabile” retaggio.

Se non sbaglio Renzi è quello che ci ha frantumato i cosiddetti con la solfa della bellezza, quello che non smette mai di ricordare che è stato il sindaco di Firenze (sottolineo sindaco di Firenze, non il direttore di un autogrill, giusto per ricordare che non viviamo in un mondo perfetto), quello che blatera ovvietà sul primato della nostra cultura e sull’opportunità unica di fare business con il nostro patrimonio artistico, e poi che combina? Mette dei burqa in compensato alle veneri?

In fondo Rohani ha voluto visitare Roma: il soggettone un’ abboffata di arte universale se la doveva pure un pelino aspettare; non è che ha chiesto di ammirare i cartelli “lavori in corso” del 79’ sulla rotonda all’uscita di Barberino sul Mugello e per salutare i sempiterni “man’s at work”.

Vanessi Picio

Il Picio tristemente censurato per la visita di Rohani. Pietro Vanessi. Clicca per ingrandire

E poi, che io sappia, nella Città Eterna dove ti giri ti giri trovi secolari poppe e chiappe di notevole fattura. Dunque la domanda è: ai Musei Capitolini questo Saruman del Medioriente come ce lo hanno fatto arrivare? Gli hanno fatto fare tutto il viaggio in metro? Lo hanno bendato? Lo hanno lanciato da un’Audi gialla in corsa contromano sul raccordo anulare? Si è buttato col paracadute dall’elicottero dei Casamonica? Si sa … gli amici degli amici servono proprio in queste delicate occasioni.

Ma i nostri politici si devono rassegnare. Nonostante la servile premura e le censorie contromisure che hanno tristemente umiliato millenni di storia,  è più che probabile che Rohani durante il tragitto almeno “na sisa” –  ampiamente databile tra quinto secolo A.C. e  il XVIII secolo dell’evo moderno – l’ha adocchiata.  E se per assurdo il leader iraniano omofobo lapidatore, antisemita incallito e fautore della pena di morte, ha fatto lo gnorri sui numerosissimi – vivaddio – nudi artistici disseminati tra piazze, fontane, palazzi e templi quantomeno la gigantografia delle chiappe di Belen che pubblicizza una tariffa telefonica l’ha incrociata.  Un’asservita condiscendenza del tutto vana dunque.

Inutile poi ricordare che l’ italica pecoraggine nei confronti di Rohani ha fatto subito il giro del mondo. La stampa straniera ci ha letteralmente massacrato e paraculato, doverosamente sottolineerei.

Ma la ciliegina sulla torta su questa perfetta “figura di merda” l’hanno  posata proprio Renzi e Franceschini. Questo fantastico duo comico, composto dal  presidente del consiglio e dal  ministro dei beni culturali, appena ha – con estrema fatica cognitiva – compreso che le cose si mettevano male e che la figuraccia era diventata planetaria, ha iniziato prontamente a Scajoleggiare: “noi non ne sapevamo niente. Le pudende le  abbiamo trovate già imballate e a nostra insaputa. Non possiamo dare la colpa a Marino, il fesso non c’è mai quando serve, dunque è colpa della soprintendenza.  Avvieremo un indagine e troveremo il colpevole, così come lo abbiamo trovato per le mazzette di Expo’ e per il Mo.Se.”

Ah che bel Paese è l’Italia. Straordinario! Un vero dono all’umanità. Per questo ce lo hanno incartato.  

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Vignetta di Pietro Vanessi


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