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Corti d’autore 8 | Corti’n Jazz: il27 maggio al Cinema Massimo 3

Creato il 19 maggio 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

In occasione del Torino Jazz Festival, che avrà luogo tra il 29 maggio e il 3 giugno, il Centro Nazionale del Cortometraggio ha curato una serata dedicata al rapporto tra cinema e jazz.

Cinema e jazz, due dei simboli tra i più importanti ed essenziali della cultura e della storia del XX secolo, sono sempre andati a braccetto; non è un caso, per esempio, che il primo film sonoro della storia sia stato Il Cantante di jazz. Il legame esclusivo tra i due mondi rivive in Corti d’autore 8 | Corti’n Jazz, selezione di quattro cortometraggi dedicati al mondo del jazz, nei quali la sperimentazione musicale accompagna la sperimentazione visiva, e viceversa. È una ricognizione sul jazz, raccontato con stili e generi diversi: dal documentario più classico, all’apologo surreale, all’opera più chiaramente sperimentale. I quattro film abbracciano un arco di tempo che va dagli anni di poco successivi al secondo dopoguerra fino ai giorni nostri.

Si inizia con uno dei primi cortometraggi di un protagonista del nostro cinema: Valerio Zurlini, il quale, nel 1951, realizza Il blues della Domenica sera, documentario sugli improvvisati suonatori jazz nella Roma del dopoguerra e spaccato della vita culturale, e non solo, della capitale nel lungo passaggio tra la ricostruzione e la “dolce vita”. Quattordici anni dopo, Enzo Nasso realizza Tromba fredda, surreale e ironico ritratto del celebre trombettista Chet Baker, anche protagonista del corto, nonché divertente riflessione sul senso della musica. L’uomo amico di Germano Macconi, invece, nel 2014 omaggia Gianni Amico, poco classificabile e (troppo) poco celebrato protagonista del cinema italiano, nonché grande appassionato di jazz, elemento fondamentale di molti suoi film. L’opera è realizzata con il contributo del figlio Olmo Amico. A chiudere la serata Jazz for a massacre di Leonardo Carrano e Giuseppe Spina, affascinante sperimentazione visiva e musicale, inafferabile come una jam session improvvisata, dedicata all’artista Nato Frascà, inventore del metodo dello scarabocchio.

La serata sarà arricchita dai contributi e dagli interventi di Stefano Zenni (direttore artistico del Torino Jazz Festival e musicologo), Olmo Amico (archivista alla biblioteca Renzo Renzi della Cineteca di Bologna) e Leonardo Carrano (regista e artista).

Di seguito il programma:

Il blues della Domenica sera, Valerio Zurlini (1951, 13′, 35mm, Italia)
“I musicisti della Domenica”: i jazzisti di strada che per vivere sono costretti a praticare un altro lavoro e solo suonando in gruppo possono svolgere un’attività insieme creativa e ricreativa. Tre anni prima del suo esordio nel lungometraggio con Le Ragazze di San Frediano, Zurlini affina il suo sguardo con questo documentario dedicato a coloro che hanno portato il jazz al centro della vita culturale della capitale, realizzando così uno spaccato della Roma di passaggio tra l’immediato dopoguerra e la ripresa degli anni successivi, in cui i suoni jazz e i canti blues sottolineano scorci di abbandono, disperazione e solitudine così come orizzonti di speranza.

Tromba fredda, Enzo Nasso (1965, 14′, 35mm, Italia)
Surrealista ritratto del grande trombettista Chet Baker nel suo vagare per Roma, perseguitato dalle apparizioni improvvise di due pupazzetti che suonano. Accompagnato esclusivamente dal suono della tromba del musicista, allora all’apice della sua carriera, è un’originale e ironica rappresentazione dell’artista, nonché una divertita, ma non priva di sottofondo amaro, riflessione sul senso e la percezione della sua musica.

L’Uomo amico, Germano Maccioni, a cura di Olmo Amico (2014, 39′, DCP, Italia)
Documentario che ripercorre la poetica di Gianni Amico, grande appassionato di jazz e regista importante quanto poco classificabile. A tratteggiare la figura del regista e intellettuale, le considerazioni, le analisi e gli aneddoti di Bernardo Bertolucci, Tatti Sanguinetti e del musicologo e direttore del Torino Jazz Festival Stefano Zenni. Il jazz si pone al centro della poetica e della visione del mondo di Gianni Amico, come inequivocabilmente dimostrano, anche in questo documentario, numerosi spezzoni e riferimenti.

Jazz for a massacre, Leonardo Carrano e Giuseppe Spina (2014, 16′, DCP, Italia)
Scatenata e vivace jam-session musicale e pittorica, nella quale 20.000 fotogrammi dipinti, incisi e acidati creano una fantasmagorica danza cromatica. L’improvvisazione jazz del sax di Marco Colonna si sposa con le astrazioni create direttamente su pellicola da Leonardo Carrano e montate da Giuseppe Spina. Il corto è un omaggio all’artista e cineasta sperimentale Nato Frascà, inventore del “metodo scarabocchio”, forma di libera espressione artistica con la quale sondare l’inconscio.

Info:
[email protected]
www.centrodelcorto.it
www.cinemamassimotorino.it



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