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Corto Maltese prende a calci un fascista

Creato il 16 gennaio 2011 da Sullamaca

Corto Maltese prende a calci un fascistaOggi scorro velocemente il Corriere della Sera e alla pagina della cultura leggo che il circolo Casa Pound ha organizzato un incontro dal titolo eloquente: “Camerata Corto Maltese”.

Ci resto secco!

Da dove se lo sono ricavato questo titolo?

Hanno mai letto un fumetto di Hugo Pratt?
Credo che non ci siano dubbi su come la pensasse Hugo Pratt e il suo personaggio Corto Maltese, direi che la vignetta che riporto parla chiaro, vero?
E’ tratta dalla pagina 74 di “Favola di Venezia (sirat al bunduqiyyah)“, Rizzoli Milano Libri, 1987.

Di seguito riporto una lettera di Guido Fuga, uno dei più stretti collaboratori di Hugo Pratt in risposta all’incontro.

No al Fascismo! Dice un bel manifesto sul 25 aprile degli anni settanta, regalato da Pratt al mio collega Lele, che raffigura tre partigiani con i baschi e stella che avanzano imbracciando il mitra e in bella mostra figura l’inconfondibile firma del maestro. Detto questo detto tutto direbbe il mio sodale che così abitualmente conclude le nostre conferenze su Pratt. Ora mi scuso per il ritardo della mia risposta, ma qualcuno mi ha detto che anche senza la mia presenza e quella della figlia di Ugo Silvina si farà una conferenza presso la vostra sede sul nostro amico e maestro Pratt e la sua creatura Corto Maltese. Ho visto giorni fa i titoli in prima pagina sul Secolo d’Italia di un articolo su Corto Maltese con più voci che intervenivano sul nostro amato eroe e così mi domando come nasca quest’innamoramento della destra per una figura anticolonialista e sicuramente non fascista come quella di Corto Maltese e del suo autore Pratt. Per inciso mi avete mandato un invito, a cui chiedo venia rispondo con troppo ritardo, per una conferenza confronto sulla figura del Maltese che per rendermi più appetibile la cosa avete accompagnato con una serie di nomi di personaggi che hanno partecipato a vostri incontri precedenti e si apre proprio con il nome di Stefania Craxi, che appare a frignare in televisione contro i persecutori del padre ladrone, vi ricordo ricoprire senza nessun credito il ruolo di Sottosegretario agli Esteri, una cosa desolante per gli italiani pensanti. Di tutta quella lista l’unica persona che stimo è Massimo Fini. Cosa c’entrano i figli con i padri? Pratt mi diceva sempre siamo figli di noi stessi le famiglie che ci capitano sono cose del caso, i nostri fantasmi che ci agitano vanno ben aldilà dell’ambiente che ci ha generato, Ugo era un genio e cosa c’entra il genio con destra e sinistra, categorie che servono a sorreggersi e sentirsi parte di qualcosa di più grande. E’ di destra o di sinistra John Coltrane, Miles Davis? L’artista è demiurgo, inventa il suo mondo e dobbiamo essere grati all’amico Pratt dei sogni che ci ha regalato. Ora io mi aspetterei da chi calza le ragioni della tradizione e della conservazione un più serio atteggiamento nei confronti della nostra società, ma la destra nostrana avvalla una cosa come il berlusconismo che per me è molto peggio del fascismo di Mussolini, pensate al bilancio storico di questi quindici anni di governo del signore di Arcore, vorrei ricordare una cosa, un segno, il nulla accompagnato ad un degrado morale e ideale che non ha precedenti negli ultimi 150 anni. Il prossimo ministro della cultura chi sarà? Lele Mora? Ma vorrei tornare all’amico Pratt che ho accompagnato con la mia collaborazione per 30 anni dal ’67/’68 fino alla morte del nostro amato. Ho avuto il privilegio di condividere dei bei periodi della mia vita accanto ad uno dei più grandi fabulatori e disegnatori del novecento e ne conosco anche i lati oscuri, ma posso garantirvi che non sarebbe stato contento di sentirsi il creatore di un eroe fascio pop come mi viene definito alla fine del vostro invito. A parte che odio le definizioni e gli slogan, le attribuzioni dei critici, le letture che svelano quello che neanche l’artista si è mai sognato nel suo fare che nasce dalla curiosità e la ricerca non certo per sentirsi parte di qualcosa come questa fantomatica cultura fascio pop. Sarebbe bellissimo che il vecchio fosse vivo e vi rispondesse per le rime, ma purtroppo anche gli artisti muoiono e chi sopravvive vuole riscrivere la vita delle persone a proprio uso e consumo, vedrete fra un po’ uscirà il continuo di Corto Maltese scritto da un piccolo dentista frustrato, non scherzo è la verità. Le opere seducono le persone e tutti vorrebbero essere gli eletti che leggono il testo non scritto fra le righe, ma vedete c’è ancora vivo qualcuno che ha condiviso lunghe giornate e viaggi nella più grande confidenza ed ha sentito il racconto delle esperienze in Africa e sulla nostra cialtroneria nella vicenda coloniale italiana. Cialtroneria è dire poco davanti all’uso indiscriminato dei gas nei bombardamenti in Etiopia, voi siete giovani ma andatevi a leggere Del Boca che su queste cose ha scritto in abbondanza. Vedete Ugo nasce in una famiglia indubbiamente fascista, con il nonno pedicure e fondatore dei fasci di combattimento a Venezia ed un padre d’origine inglese che è morto militare in Africa ed ha lasciato il nostro con la madre davanti alla caduta di un mondo, quello coloniale che forse trova in Pratt l’ultimo grande cantore. Quando era intervistato su quegli anni certo c’era un grande rimpianto, quello di un giovanissimo che nonostante Mussolini scopre la figa e tutto un mondo avventuroso che la guerra aveva esaltato. Che bei che gerimo co gerimo putei diceva come tormentone quando si lavorava. Per concludere la figlia Silvina si è raccomandata di ricordarvi che lei è stata educata su dei valori che non c’entrano niente con fascismi, nazionalismi, tradizionalismi e quant’altro mai e qui mi sorge spontanea la domanda, ma cosa accomuna la figura di Corto Maltese, marianio un po’ pirata, che si trova di casa in tutto il mondo, ma certo non possiamo definire testimonial della famiglia, della nazione, della patria, della religione, di quei valori insomma che ho sempre saputo essere patrimonio della destra. Pratt era uno gnostico innamorato delle favole e se proprio si vuole definirlo politicamente un anarchico individualista.
Saluti Guido Fuga

Fonte: Indymedia Abruzzo

No al Fascismo!
Dice un bel manifesto sul 25 aprile degli anni settanta, regalato da Pratt al mio collega Lele, che raffigura tre partigiani con i baschi e stella che avanzano imbracciando il mitra e in bella mostra figura l’inconfondibile firma del maestro. Detto questo detto tutto direbbe il mio sodale che così abitualmente conclude le nostre conferenze su Pratt. Ora mi scuso per il ritardo della mia risposta, ma qualcuno mi ha detto che anche senza la mia presenza e quella della figlia di Ugo Silvina si farà una conferenza presso la vostra sede sul nostro amico e maestro Pratt e la sua creatura Corto Maltese. Ho visto giorni fa i titoli in prima pagina sul Secolo d’Italia di un articolo su Corto Maltese con più voci che intervenivano sul nostro amato eroe e così mi domando come nasca quest’innamoramento della destra per una figura anticolonialista e sicuramente non fascista come quella di Corto Maltese e del suo autore Pratt. Per inciso mi avete mandato un invito, a cui chiedo venia rispondo con troppo ritardo, per una conferenza confronto sulla figura del Maltese che per rendermi più appetibile la cosa avete accompagnato con una serie di nomi di personaggi che hanno partecipato a vostri incontri precedenti e si apre proprio con il nome di Stefania Craxi, che appare a frignare in televisione contro i persecutori del padre ladrone, vi ricordo ricoprire senza nessun credito il ruolo di Sottosegretario agli Esteri, una cosa desolante per gli italiani pensanti. Di tutta quella lista l’unica persona che stimo è Massimo Fini. Cosa c’entrano i figli con i padri? Pratt mi diceva sempre siamo figli di noi stessi le famiglie che ci capitano sono cose del caso, i nostri fantasmi che ci agitano vanno ben aldilà dell’ambiente che ci ha generato, Ugo era un genio e cosa c’entra il genio con destra e sinistra, categorie che servono a sorreggersi e sentirsi parte di qualcosa di più grande. E’ di destra o di sinistra John Coltrane, Miles Davis? L’artista è demiurgo, inventa il suo mondo e dobbiamo essere grati all’amico Pratt dei sogni che ci ha regalato. Ora io mi aspetterei da chi calza le ragioni della tradizione e della conservazione un più serio atteggiamento nei confronti della nostra società, ma la destra nostrana avvalla una cosa come il berlusconismo che per me è molto peggio del fascismo di Mussolini, pensate al bilancio storico di questi quindici anni di governo del signore di Arcore, vorrei ricordare una cosa, un segno, il nulla accompagnato ad un degrado morale e ideale che non ha precedenti negli ultimi 150 anni. Il prossimo ministro della cultura chi sarà? Lele Mora?
Ma vorrei tornare all’amico Pratt che ho accompagnato con la mia collaborazione per 30 anni dal ’67/’68 fino alla morte del nostro amato. Ho avuto il privilegio di condividere dei bei periodi della mia vita accanto ad uno dei più grandi fabulatori e disegnatori del novecento e ne conosco anche i lati oscuri, ma posso garantirvi che non sarebbe stato contento di sentirsi il creatore di un eroe fascio pop come mi viene definito alla fine del vostro invito. A parte che odio le definizioni e gli slogan, le attribuzioni dei critici, le letture che svelano quello che neanche l’artista si è mai sognato nel suo fare che nasce dalla curiosità e la ricerca non certo per sentirsi parte di qualcosa come questa fantomatica cultura fascio pop. Sarebbe bellissimo che il vecchio fosse vivo e vi rispondesse per le rime, ma purtroppo anche gli artisti muoiono e chi sopravvive vuole riscrivere la vita delle persone a proprio uso e consumo, vedrete fra un po’ uscirà il continuo di Corto Maltese scritto da un piccolo dentista frustrato, non scherzo è la verità. Le opere seducono le persone e tutti vorrebbero essere gli eletti che leggono il testo non scritto fra le righe, ma vedete c’è ancora vivo qualcuno che ha condiviso lunghe giornate e viaggi nella più grande confidenza ed ha sentito il racconto delle esperienze in Africa e sulla nostra cialtroneria nella vicenda coloniale italiana. Cialtroneria è dire poco davanti all’uso indiscriminato dei gas nei bombardamenti in Etiopia, voi siete giovani ma andatevi a leggere Del Boca che su queste cose ha scritto in abbondanza. Vedete Ugo nasce in una famiglia indubbiamente fascista, con il nonno pedicure e fondatore dei fasci di combattimento a Venezia ed un padre d’origine inglese che è morto militare in Africa ed ha lasciato il nostro con la madre davanti alla caduta di un mondo, quello coloniale che forse trova in Pratt l’ultimo grande cantore. Quando era intervistato su quegli anni certo c’era un grande rimpianto, quello di un giovanissimo che nonostante Mussolini scopre la figa e tutto un mondo avventuroso che la guerra aveva esaltato. Che bei che gerimo co gerimo putei diceva come tormentone quando si lavorava. Per concludere la figlia Silvina si è raccomandata di ricordarvi che lei è stata educata su dei valori che non c’entrano niente con fascismi, nazionalismi, tradizionalismi e quant’altro mai e qui mi sorge spontanea la domanda, ma cosa accomuna la figura di Corto Maltese, marianio un po’ pirata, che si trova di casa in tutto il mondo, ma certo non possiamo definire testimonial della famiglia, della nazione, della patria, della religione, di quei valori insomma che ho sempre saputo essere patrimonio della destra. Pratt era uno gnostico innamorato delle favole e se proprio si vuole definirlo politicamente un anarchico individualista.

Saluti
Guido Fuga


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