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Cosa manca al libraio social?

Creato il 27 ottobre 2013 da Beatriceverga

Milano è la città delle librerie indipendenti, che stanno soffrendo una crisi dovuta non soltanto alla penuria di sostanze finanziarie, ma anche all’effettivo cambiamento culturale che sta investendo un universo sempre più di fretta, sempre più selettivo nei confronti degli stimoli culturali che ogni giorno nascono in uno dei contesti più dinamici d’Italia.

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Da frequentatrice delle librerie indipendenti meneghine non posso non notare una necessità di osservare lo scenario social non come un “obbligo imposto dall’alto”, ma come un punto di partenza creativo avente la medesima importanza di altri scenari, come per esempio il blog.

Un’assenza che a mio avviso dovrebbe essere colmata è quella di Instagram. La cultura del web 3.0 non può non considerare la sinergia tra immagini e parole come un momento creativo centrale. Anche Pinterest dovrebbe essere frequentato e utilizzato di più dalle librerie indipendenti, specialmente in una città come Milano, dove è impossibile non considerare fondamentale una sinergia continua tra le diverse forme d’arte.

Noto un’assenza praticamente totale di attenzione al visual marketing da parte delle librerie indipendenti della mia città: ripeto che penso sia un peccato, considerando anche la centralità degli eventi per un obiettivo di rinnovamento dell’approccio all’utenza.  Un’utenza senza dubbio diversa da quella di diversi anni fa, quando il digitale e i social erano solo parole avveniristiche, ma non certo meno affamata di novità culturali, e per questo sempre più propensa a selezionare le diverse proposte presenti sulle pagine di un’agenda senza dubbio complicata come quella milanese.

 



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