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Cosa mangiare in Senegal: il Thieboudienne

Creato il 03 febbraio 2015 da Giovy

Cosa mangiare in Senegal

Il Thieboudienne - Foto di Egseah @Flickr.com 

Il Senegal è entrato nella mia vita molto prima del mio viaggio in Africa. I miei genitori erano soliti passarci l'inverno e l'hanno fatto per alcuni anni. Per questo, quando sono partita per il mio viaggio in Senegal, c'erano delle cose che già mi aspettavo e altre, come il gusto del frutto del baobab, che mai mi sarei aspettata di conoscere. Al mio ritorno in Italia mi sono portata a casa tanti ricordi e sensazioni. Compreso il mio incontro con il Thieboudienne, nome francesizzato che delinea la risposta alla domanda "Cosa mangiare in Senegal?".
Nell'anno dell'Expo di Milano credo proprio sia fondamentale ragionare un po' sui vari gusti che ho incontrato in giro per il mondo.
Ho già scritto di quanto il cibo cinese mi abbia insegnato e chissà quante altre cose impararerò viaggiando.
Quando sono partita per il Senegal, ho portato con me alcune informazioni che ho tratto dai racconti africani dei miei genitori.
Mio padre ama l'Africa ed ha cominciato grazie ai libri di Wilbur Smith.
Mia madre l'ha sempre sentita nel cuore tanto che avrebbe voluto che le sue ceneri fossero portate proprio in Senegal. Per ora sono ancora in Italia ma non si sa mai.
Loro hanno girato questo bellissimo luogo dell'Africa Occidentale in lungo e in largo, senza mai prenotare un hotel e restando sempre a contatto con la gente locale.
Un giorno, dopo il ritorno da uno dei loro viaggi a Dakar e dintorni, mi raccontarono del Thieboudienne. Che si scrive anche ceebu jen (la pronuncia è similissima).
Si tratta del piatto nazionale del Senegal, se mai ce ne fosse uno da eleggere.
E' composto da riso condito col pomodoro, pesce, manioca, a volte qualche pezzo di zucca o qualche ortaggio che cresce con difficoltà da quelle parti, causa la scarsità di buona acqua.
C'è chi ci mette anche alcuni molluschi ma dipende sempre da dove ci si trova e cosa il mare ha concesso quel giorno.
Un piatto come questo non ha una ricetta fissa perché si tratta di una sorta di collage di possibilità gastronomiche affermatesi nel tempo.
Oggi ho il riso... bene, ci aggiungo il pomodoro.
Oggi al riso col pomodoro aggiungo il pesce che mio marito ha pescato.
Al riso, pomodoro e pesce aggiungo della manioca, perché quella ce n'è in abbondanza.
E' nato esattamente così e così continua a vivere.
Il nome ha la sua origine nella lingua Wolof, quella più diffusa e parlata assieme al francese.
Un esempio di Wolof? Ascoltate 7 Seconds di Youssou n'Dour e Neneh Cherry.
Lui è senegalese doc, tanto che anni fa si candidò alle presidenziali del paese.
Il Thieboudienne ha un gusto che, inizialmente, è deciso e poi si ammordisce di boccone in boccone.
Predomina molto il gusto del pesce, al quale viene lasciata la pelle fino al momento di portare a tavola.
Questo piatto davvero speciale va mangiato rigorosamente con le mani e vi assicuro che la difficoltà primaria è proprio questa.
Noi non siamo abituati a mangiare con le mani e, quindi, perdiamo cibo nella strada dal piatto alla bocca e ci sporchiamo. Ho visto bimbi senegalesi molto più bravi di me.
Uno di loro, il giorno di Natale, è venuto da me per insegnarmi a fare le palline di cibo, col cous-cous.
Un qualcosa che non scorderò mai ma che non mi riesce mai alla perfezione.
Il Thieboudienne non è solo un piatto cucinato con passione, amore e con quel che quella data giornata ha da offrire. E' l'espressione stessa di una società che ama condividere quello che ha.
Mi piacerebbe molto tornare da quelle parti, magari per ricordare la mia mamma in mondo speciale, per andare a salutare le persone che la conoscevano.
Dove si può trovare il Thieboudienne?
In qualsiasi luogo dove si cucina qualcosa, lungo la strada dove siete oppure nelle vie laterali.
E' più facile trovare il Thieboudienne completo di pesce nelle città della costa, ovviamente.
Tenete conto che il Senegal è un paese prevalentemente di religione musulmana.
Durante il Ramadan è difficile trovare questo piatto, se non dopo il tramonto.
Ho trovato una canzone che non sto smettendo di ascoltare mentre scrivo.
Ve la lascio qui, in chiusura di post.
Ascoltatela e immaginate per un momento il gusto del Thieboudienne.

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