Magazine Diario personale

Cosa penso di questo momento. Sinceramente.

Creato il 21 settembre 2014 da Cristiana

Se non ne posso più di aspettare per le Unioni Civili? Sì, non ne posso più. Se mi dà fastidio che a giugno, pensando che la riforma elettorale sarebbe stata di più rapida approvazione, si era detto che a settembre se ne cominciava a parlare e invece siamo finiti nel mucchio dei 1000 giorni? Da morire.

Però.

Voglio dire una cosa e, a scanso di equivoci dico subito che non tutto mi piace di come stanno andando le cose al governo e nel Partito (e non solo quello Nazionale). Per esempio non mi piace la segreteria plurale, mi sembra un po’ l’ibernazione del partito per far contenti quelli che gli danno importanza più che al Paese, ma dimostra – di contro – che non gli stiamo dando la giusta importanza per costruire elaborazione e radicamento. Per esempio non mi piace che la segreteria sia stata fatta di nomi e poi di deleghe è avvenuto esattamente il contrario di ciò che vorrei accadesse nel partito. Per esempio non mi piace che i PD di Lazio e Roma non abbiano ancora recepito il cambiamento. Non mi piacciono tutti i nomi della segreteria, alcuni mi fanno persino paura. Per esempio non mi piacciono le cose che dice la Lorenzin sull’omogenitorialità e l’assoluto non coraggio a legiferare sul’eterologa andando incontro all’autonomia selvaggia e ingiusta delle regioni che è in pieno contrasto con la nostra visione del titolo V, a proposito di riforme. Ecco, detto questo e chiarito che qui siamo renziani finché somigliamo a noi stessi e  non quando somigliamo a quelli che volevamo rottamare, dico una cosa sulla cosiddetta “annuncite” del nostro segretario-presidente.

Una cosa che vale per le unioni civili, ma che vale per ogni riforma “pesante”. Lo dico da sempre, forse non è ancora chiaro a tutti, provo a ripeterlo. Non ho mai pensato che le larghe intese potessero portarci lontano. L’ho detto ai tempi di Letta, l’ho ripetuto ai tempi di Renzi. Con una differenza. Che dentro le larghe intese c’è chi prova a navigarci dentro eternamente, solo per stare seduto in poltrona. E c’è chi prova a fare le riforme per consentire al Paese di dimenticare le larghe intese al prossimo giro. Detto questo ritengo che senza l’approvazione della legge elettorale difficilmente si potranno fare riforme “scomode” o “radicali”.

Perché? Semplicemente perché oggi non conviene andare a votare ad Alfano e nemmeno alla minoranza PD (scusate la brutalità). E con la legge elettorale approvata si può dimostrare la coerenza politica delle proprie idee. Se Alfano non vuole votare le unioni civili può benissimo fare cadere il governo. Se la minoranza PD non vuole discutere del lavoro del terzo millennio e vuole continuare a discutere di quello del secolo scorso, idem.  Fa male Renzi a fare tutti questi annunci se non ha la certezza di portarsi a casa le riforme, dalle unioni civili alle partite iva alla scuola? Forse sì. O forse fa bene a raccontare al Paese cosa vorrebbe fare per fare vedere cosa non riesce a fare.

Faccio parte di quelli che vogliono bene al Paese, faccio parte di quelli che non vogliono vedere una sola cosa realizzata, ma molte. Da quelle che consentono governabilità a quelle che consentono cultura, da quelle che consentono matrimoni a quelle che consentono lavoro. Io credo che abbiamo bisogno di una stagione di riforme (per una volta dopo il dopoguerra, una eh), senza rivendicare alcuna classifica. Sono tutte importanti e dobbiamo portarle a casa tutte.


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