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Cosa prevede l’Agenda Europea sulla migrazione?

Creato il 18 maggio 2015 da Propostalavoro @propostalavoro

Cosa prevede lAgenda Europea sulla migrazione?Il 13 maggio la Commissione europea ha presentato l’Agenda sulla migrazione, un primo passo verso una maggiore condivisione di responsabilità da parte di tutti gli Stati membri rispetto a questo tema, ponendo così le basi per un vero asilo europeo.

In Italia nel 2014 le richieste di asilo sono aumentate del 143% rispetto all’anno precedente, le richieste sono state presentate soprattutto da cittadini provenienti da Nigeria (10.135, il 16%), Mali (9790, il 15%), Gambia (8575, il 13%). In Europa si è toccata la cifra record di circa 626mila migranti mentre i paesi di provenienza sono soprattutto la Siria (20%), L’Afghanistan (7%) e il Kosovo (6%). Nei primi due mesi del 2015 si sono avute già circa 10 mila richieste, più circa 600 richieste provenienti da minori non accompagnati. Le nazionalità maggiormente presenti dai primi dati di quest’anno risultano essere Gambia, Nigeria, Senegal e Pakistan.

Un primo traguardo dell’Agenda Europea sulla migrazione è sicuramente rappresentato dalla ripartizione obbligatoria dei profughi tra gli Stati membri, regola che però non verrà applicata a Regno Unito, Danimarca e Irlanda che hanno l’ Opt-Out, la possibilità cioè di non aderire agli accordi comuni su un determinato tema. La divisione verrà pertanto fatta tra 25 dei 28 membri dell’Unione Europea.

La ripartizione tra gli Stati verrà fatta sulla base di quattro parametri: il PIL, la popolazione, il tasso di disoccupazione e il numero di richiedenti asilo già ospitati. All’Italia dovrebbe toccare l’11% dei richiedenti asilo presenti sul territorio europeo. La quota maggiore spetterà alla Germania con il 18,4% seguita dalla Francia con il 14, 17%, subito dopo l’Italia, che si situa pertanto al terzo posto. Questi numeri tuttavia non sono da considerarsi definitivi, fa sapere il vice presidente della commissione Frans Timmermans. Entro fine mese il numero totale dei ricollocamenti sarà presentato col carattere di urgenza così da rendere sufficiente il voto a maggioranza in Consiglio. L’intenzione è che entro la fine dell’anno si arrivi ad un meccanismo automatico e obbligatorio che scatterà in caso di ingenti arrivi di profughi e richiedenti asilo. Questo per quanto riguarda i cosiddetti “ricollocamenti” (relocation) che riguardano i richiedenti asilo presenti sul territorio dell’Unione Europea.

Il "reinsediamento" (resettlement) invece, ovvero i rifugiati attualmente ospitati nei campi profughi di Paesi Terzi, sarà su base volontaria, se l’Italia deciderà di partecipare, la quota da accogliere sarà di circa 1989 profughi. In totale l’UE ne dovrebbe ospitare 20 mila all’anno. L’aiuto agli Stati membri più esposti sarà dato anche sul territorio coadiuvandoli nelle operazione di identificazione dei migranti e rendendo più efficaci le politiche di rimpatrio di chi non ha diritto alla protezione internazionale. Rispetto al controllo delle frontiere e al salvataggio in mare verranno triplicate le capacità e i mezzi delle operazioni congiunte di Frontex, Triton e Poseidon. Per quanto riguarda il contrasto ai trafficanti di esseri umani si è discussa la possibilità di una missione navale ma non con truppe sul territorio, dunque non militare, specifica l’Alto Rappresentante per la politica estera Federica Mogherini, ma cercando la collaborazione con le autorità libiche.

Inoltre, nell’ottica di dare impulso alla cooperazione con i Paesi terzi, verrà istituito un centro polifunzionale in Niger in collaborazione con l’UNHCR e l’Oim per fornire informazioni ai potenziali migranti e aiutarli con le richieste d’asilo e per l’eventuale reinsediamento in Europa.

Tutte le misure contenute nell’Agenda in realtà erano già previste dalla Normativa Internazionale sull’immigrazione in particolare dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea laddove prevede che “Qualora uno o più Stati membri debbano affrontare una situazione di emergenza caratterizzata da un afflusso improvviso di cittadini di paesi terzi, il Consiglio, su proposta della Commissione, può adottare misure temporanee a beneficio dello Stato membro o degli Stati membri interessati” (art. 78). Così come prevede che l’Unione sviluppi una politica comune in materia di frontiere, visti, immigrazione e asilo, in particolare, la stessa disposizione, qualifica la politica come fondata sulla solidarietà tra gli Stati membri (art. 67).

Ciò che l’Agenda ha fatto è stato in sostanza applicare finalmente queste norme. Intanto ne attendiamo l’operatività nella speranza che la corresponsabilità degli Stati Membri diventi un modus operandi e non solo una procedura da adottare in via emergenziale.

Alessia Gervasi


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