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Cosa sono i siti .onion

Creato il 04 gennaio 2012 da Hnikarr
Per creare e condividere un sito web, la soluzione più tradizionale e più usata consiste nell’ottenere uno spazio, gratuito o a pagamento, sui server privati di una società che fornisca questo servizio, come ad esempio Aruba, Altervista o mille altre. Una volta ottenuto questo spazio, con relativo indirizzo, potremo cominciare a caricare le pagine e il materiale del nostro futuro sito, oppure a creare le varie pagine direttamente online, se la società in questione ci offre anche un servizio per “montare” le pagine senza passare attraverso il codice HTML, come si può fare ad esempio su Altervista. Soluzione tradizionale e più usata, come appunto si diceva, ma non l’unica soluzione possibile. Oltre ai siti “normali”, ossia ai siti che visitiamo tutti i giorni col nostro browser e che state visitando anche adesso, se leggere questa pagina (ok, si tratta di un blog e non di un sito, ma il principio resta lo stesso), esistono però altri siti e altre modalità di creare e condividere un sito, che non passano attraverso società private e server, e che spesso non passano neanche attraverso i nostri browser, perché richiedono altri strumenti per trovarli. Spazi di questo tipo sono spesso definiti “siti nascosti” e altrettanto spesso sono anche anonimi, nonché alquanto difficili da scovare e affondare, se contengono materiale non gradito a questo o quel governo. Un esempio di siti che non si appoggiano a un server, ma a una rete di contatti tra gli utenti, lo abbiamo già visto, quando si parlava di Osiris. Osiris, infatti, è un programma che ci permette proprio di creare e condividere siti attraverso una rete peer-to-peer (pensate a eMule e a Torrent), senza passare dunque attraverso società fornitrici di spazi web e di altri servizi: un sito creato con Osiris non si troverà in un qualche punto della Rete, ma sarà distribuito attraverso tutti gli altri utenti che ne possiedono una copia. Attraverso Isis, poi, questi siti possono essere agganciati alla Rete tradizionale e raggiunti anche da chi non possiede Osiris. Ma di questo abbiamo già parlato. Oltre a Osiris, però, esistono anche altri modi per creare siti nascosti, che non richiedono di essere ospitati sul server di qualche società e che non sono raggiungibili con mezzi normali. Uno di questi modi passa attraverso Tor e consiste nella creazione di un sito .onion, anonimo e privo di un indirizzo pubblico vero e proprio. Di Tor abbiamo già parlato in più occasioni e non credo sia necessario ripetersi anche qui: è un servizio per la navigazione anonima e criptata, realizzato inizialmente dalla marina degli Stati Uniti come mezzo per proteggere le comunicazioni, e che in seguito ha acquisito una esistenza autonoma. Il nome Tor deriva dalla sigla The Onion Router ed è proprio da qui che proviene il suffisso .onion, usato per i siti costruiti al suo interno. Questi siti sono, di fatto, ospitati sul computer del loro creatore e possono essere trovati e raggiunti solo navigando attraverso Tor, sia nella sua versione Tor Browser, sia nella sua versione completa. Il tipico indirizzo di questi siti è qualcosa come duskgytldkxiuqc6.onion, dove la prima parte è un numero a 80 bit in base 32 (ma questi dettagli non hanno importanza) e la seconda parte è lo pseudodominio di primo livello .onion, che ne identifica la natura. Se state navigando con Tor, potrete accedere a questi siti; se non state navigando con Tor, non potrete. Il procedimento per creare un sito .onion può risultare complicato, ma in sostanza si riduce a due programmi che devono essere presenti sul vostro computer: Tor, ovviamente, e un server. Tor vi servirà per condividere il sito, inserendolo appunto nella Rete anonima costruita da questo programma, mentre il server è necessario per poterci mettere fisicamente il materiale e le pagine che vorrete condividere. Esempi di server sono Apache, Savant, thttpd: al loro interno potrete costruire un sito vero e proprio, come preferite voi, ma che non sarà poi caricato su un server privato, gestito da una qualche società. Il server e il sito resteranno sul vostro computer e lì potranno essere raggiunti e visitati, attraverso Tor. Un aspetto positivo dei siti .onion è che sono anonimi e non poggiano su un server esterno. Dalla Rete tradizionale non possono essere né trovati, né raggiunti, e di conseguenza neppure bloccati: questo li rende adatti ad aggirare le censure, proprio come Tor stesso permette di accedere alle aree che, altrimenti, sarebbero bloccate dal firewal di questo o quel governo. In luoghi dove la libertà e i diritti sono parecchio limitati, strumenti di questo tipo sono estremamente preziosi, come è facile da capire. Come per tutte le tecnologie, anche in questo caso esistono però lati negativi, collegati all’abuso dei siti .onion in contesti che nulla hanno a che fare con le intenzioni di chi ha sviluppato questi mezzi. Per sua natura, un sito .onion permette di sottrarsi all’occhio vigile di censure e repressioni, ed è cosa buona e giusta. Condividere informazioni che un governo vuole nascondere e insabbiare è un atto più che legittimo e strumenti difficili da attaccare e bloccare, come Tor, sono necessari. Non ci sarebbe condivisione di idee e di notizie fuori dai recinti ufficiali, in caso contrario. Allo stesso tempo, però, questi servizi possono essere abusati per sottrarsi anche al controllo della legge, approfittando degli spazi protetti per portare avanti attività illegali. Proprio durante il mese di ottobre, per esempio, gli attivisti di Anonymous hanno condotto una operazione contro i siti di Freedom Hosting (servizio che offre spazi web .onion, per chi non sa o non può crearseli da solo), perché al suo interno erano stati realizzati anche siti per condividere materiale pedopornografico. In questo caso, il problema è culturale, o meglio di civiltà (e inciviltà), non certo tecnologico...

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