Cosaccia

Si vocifera di progetti per "una casa comune dei moderati e dei riformisti", a volerla costruire il ministro Sacconi (il peggior ministro del lavoro della storia, talmente pessimo da aver avuto l'involontario pudore di non chiamare il proprio ministero "del lavoro" appunto), il segretario della Cisl Bonanni e pure Beppe Fioroni, leader dell'area ex-popolare del PD. Ennesimo indizio del clima da fine impero, pure Sacconi cerca  la sua exit-strategy dal berlusconismo puntando già alle prossime politiche. Ad unire i tre c'è il riformismo con la stella polare di Marco Biagi e soprattutto il riferimento alla Chiesa, pure lei palesemente alla ricerca di un nuovo cavallo da cavalcare per mantenere intatti i suoi innumerevoli abusi di potere. Va da sé che dalla "cosa bianca" dovranno rimanere fuori tutti i massimalisti, i facinorosi e di conseguenza la Cgil e i suoi aderenti. Il trust del caciocavallo (nome mutuato dal formaggio che l'ha fatto da padrone alla cena tra Sacconi e Bonanni, nella quale il progetto ha preso corpo) punta pure ad accogliere la nuova formazione creata da Cacciari, per poter avere un aggancio col nord. Ci pensi che bello, dopo Berlusconi, avere come primo ministro Sacconi. Lo stesso che ha descritto le manifestazioni di ieri come una "protesta di poco conto perché a scendere in piazza non sono i precari ma solo alcune associazioni: anzi solo la Cgil la appoggia". Colui che non è ancora stato in grado di inventare qualcosa per contrastare la crisi occupazionale a parte consigliare di accettare i lavori umili, ché i posti di potere sono prenotati anche per il prossimo giro.