Magazine Diario personale

Cose che ho imparato dalle mie tette. Piccole.

Da Chiara Lorenzetti

Non per portare invidia, ma per le mie lo spagnolo è lingua madre ;)

Le donne più anziane di casa, le toscane, lo chiamavano il petto, “vedrai che ti crescerà il petto, abbi pazienza, noi in famiglia si sviluppa tardi”. Questa storia dello sviluppo tardivo non ha fatto altro che tenermi legata troppo a lungo a un filo di speranza: il petto arriverà, mi dicevo, ma era più facile che mi spuntassero le ali. Le mie tette sono minimal e tra me e loro è stata una lunga storia d’amore e odio. Tutto è iniziato nell’estate tra i dieci e gli undici anni, ero cicciottella allora e alle tre pieghe della pancia che mi si formavano da seduta se ne aggiunse una quarta, più piccolina ma capezzoluta. Definirla seno era troppo, per mia madre non meritava nemmeno la parte sopra del bikini. Quando vedo ragazzine in spiaggia nella stessa condizione, la tenerezza ha il sopravvento, vorrei avvicinarmi, dir loro “passerà, andrà meglio”, ma si…


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