Magazine Diario personale

Così, come carezze

Da Parfumdefemme @ParfumdeFemme

Parlerei della malinconia, se qualcuno mai dovesse chiedermi della costante della mia esistenza.

Parlerei di lei come un’amica fidata, una vecchia signora a tratti arcigna, a tratti crudele e severa o opportunamente folle, come solo una vecchia sul finire dell’esistenza potrebbe esserlo.

La racconterei come quel quid che, anche questa notte, mi incalza a prendere carta e penna e scrivere di qualcosa che è quella cosa, ché nonostante si porti dietro rimpianti e rimorsi mi permette di non dimenticare nemmeno le più lievi sfumature.

Descriverei la malinconia come l’essenza più spirituale del mio vivere, quella che esplode sul nascere di un tramonto velato da un impercettibile vento.

Ne parlerei come fosse l’essenza – e non me ne voglia il caro Sig. Universo – che mi rende talvolta dannatamente viva e allo stesso modo mi lascia senza più sospiri, che fa sì che il mio cuore scoppi nel petto o rallenti inesorabilmente, come fosse mosso da un marchingegno oramai non più funzionante.

E se dovessi spiegarla ad un bambino, la spiegherei in tutta la sua semplicità chiamandola “bene.

Bene che non è amore – o almeno così mi fa comodo pensare – o che è Amore a tratti violento e a tratti stomachevolmente dolce, che è tolleranza e rassegnazione ed è silenzio.

Silenzio, che urla ma non fa più rumore.


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