Magazine Cinema

Così dolce, così perversa (U. Lenzi, 1969)

Creato il 06 giugno 2013 da Salcapolupo @recensionihc
1 Stella2 Stelle3 Stelle4 Stelle5 Stelle (1 voti, media: 2.00 su 5)
Loading ... Loading ...

Un ingegnere di Parigi, sciupafemmine senza scrupoli, scopre un complicatissimo complotto ai suoi danni, ordito per ucciderlo perchè la moglie incassi la sua cospicua eredità. Almeno, così sembra, dato che c’è di mezzo un amante mal celata e la figura di un rude individuo che si rivelerà l’autentica chiave di volta della vicenda.

In breve: poteva essere intrigante per l’epoca, ma visto oggi risente della sua età e rischia di annoiare. Ad ogni modo interessante, forse, per i fan del regista e del cinema retrò.

Un protagonista crudele, pragmatico e privo ormai di sentimenti, a suo modo il “buono” della storia, archetipo di Giulio di “MIlano odia” in versione “borghesizzata”, non fa alcuno scrupolo ad abbandonarla spesso e volentieri per la consorte di un amico, oppure per la nuova misteriosa vicina di casa. La verità verrà a galla scena dopo scena, in un avvinghiarsi di corpi (da un lato) e di interessi (dall’altro), fino ad un inaspettato finale.

Come la tradizione giallistica insegna, le apparenze prima convincono, subito dopo ingannano e confondono lo spettatore fino all’ultima scena: il nudo femminile, altamente preconfezionato (e credo molto audace per l’epoca, 1969) ma tutto sommato abbastanza funzionale alla trama, mostra le nudità di Carroll Baker spesso e volentieri, e per rendere più “di cassetta” il tutto ne vennero addirittura aggiunte delle altre. Qui Lenzi da’ una grande prova della propria maestria con la macchina da presa, ad esempio nella scena iniziale dell’ascensore e nei giochi di specchi tra gli amanti. Lo stile ricorda molto da vicino quello del grande maestro del genere (Mario Bava), che ha saputo confezionare nel tempo storie simili incentrate pressappoco sugli stessi ingredienti (sesso, morte, denaro).

Così dolce, così perversa (U. Lenzi, 1969)

Notevole film, dunque, dell’immenso Umberto Lenzi (Milano odia, Cannibal Ferox), opera di genere zozzo-thriller con tradimenti, ambiguità, dettagli inspiegati fino alla fine, donne borghesi che sembrano uscite da un casting porno, affaristi privi di scrupoli e soprattutto abbondanza di colpi di scena, uniti dal pregio di essere tutti molto verosimili.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines