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Cosmonauti fantasma e leggende metropolitane

Creato il 11 giugno 2011 da Mcnab75
Cosmonauti fantasma e leggende metropolitane

Di cosmonauti sovietici deceduti durante la “corsa allo spazio” ne abbiamo già accennato in passato (vedi questo articolo).

L'Unione Sovietica non ne ha mai riconosciuto l'esistenza (tranne per l'equipaggio del Sojuz 1 e del Sojuz 11), anche se alcuni casi sono stati ridiscussi nell'ultimo decennio, con tanto di prove inconfutabili.

Davanti a tali casi ci sarebbe da riscrivere parte della storia scientifica del XX secolo. Non sarebbe stato infatti Yuri Gagarin il primo uomo ad andare nello spazio. Semmai si tratta del primo a essere tornato vivo. Anche dopo il successo di Gagarin sarebbero morti molti altri cosmonauti, tra cui addirittura una donna. Ovviamente erano i bei tempi della Guerra Fredda, perciò certe notizie filtravano col contagocce.

La verità è saltata fuori dopo, tra intercettazioni di documenti, gole profonde e fonti varie dell'apparato burocratico.

 

La lista dei cosmonauti perduti è piuttosto lunga. Questi sono i casi più o meno acclarati:

 

* Aleksei Ledovsky (novembre 1957)

* Serenti Shiborin (febbraio 1958)

* Andrei Mitkov (gennaio 1959)

* Gennadi Zavadovsky (maggio 1960)

* Ivan Kachur (settembre 1960)

* Piotr Dolgov (ottobre 1960)

* Alexis Graciov (novembre 1960)

* Gennadi Mikhailov (febbraio 1961)

* Ludmilla Serakovna (maggio 1961)

* Alexis Belokoniov (maggio 1962)

 

Ancora oggi le autorità russe smentiscono, glissano, fanno ammissioni assai parziali. Negli anni '90 rivelarono per esempio che alcune persone ebbero relazione con il programma spaziale e morirono in servizio, ma che non erano cosmonauti. In particolare esisteva un gruppo di piloti militari che effettuavano test per il programma spaziale senza essere cosmonauti; tra questi c'era anche Piotr Dolgov, ritenuto un cosmonauta perduto, che non morì nello spazio, ma in un lancio ad alta quota con il paracadute.

 

Leggende metropolitane

 

Esistono poi delle casistiche “weird”, vere e proprie leggende metropolitane che riguardano dei casi di cosmonauti fantasma di cui però non si hanno prove concrete. I cospirazionisti più folli dicono che si tratta di casi veri, ma che le autorità russe sono state brave a nascondere le prove o a trasformarle in burletta. I razionalisti sostengono invece che sono vere e proprie invenzioni, studiate negli anni '70 in ottica da propaganda per la Guerra Fredda. Ecco tre casi piuttosto noti.

 

Ivan Istochnikov

 

Secondo una leggenda metropolitana, questo cosmonauta fu lanciato nello spazio a bordo della Sojuz 2 che doveva agganciarsi alla Sojuz 3, ma scomparve il 26 ottobre 1968 e il suo casco fu trovato colpito da un micrometeorite. Le autorità sovietiche nascosero la sua morte e dichiararono che la capsula era priva di equipaggio. In realtà Ivan Istochnikov fu creato nel 1997 dal fotografo spagnolo Joan Fontcuberta con l'obiettivo di presentarlo ad un'esposizione al Museo Nazionale di Arte della Catalogna; il nome del cosmonauta è una traduzione in russo del nome del fotografo, che in italiano significa "Giovanni Fontecoperta". Questo è quindi un caso dichiaratamente falso.

 

Boris 504

 

Nel 1999 Dwayne Allen Day pubblicò un articolo satirico su uno scimpanzé, chiamato Boris 504, che sarebbe allunato con la sonda sovietica Luna 15 e sarebbe sopravvissuto per qualche tempo sulla Luna. L'articolo, che era una parodia della propaganda sovietica dell'epoca, fu ritenuto vero da alcuni mezzi di comunicazione.

 

Il nano del KGB

 

La sonda Luna 17 sbarcò sulla Luna un veicolo automatico semovente, il Lunokhod 1. Alcuni cittadini sovietici, che erano scettici sulla possibilità che un veicolo semovente potesse circolare sulla Luna, misero in giro la voce che esso fosse pilotato in realtà da un agente nano del KGB (il servizio segreto sovietico), imbarcatosi per una missione suicida. In realtà né sulla sonda né sul veicolo c'era posto per le provviste di aria, acqua e cibo che avrebbero dovuto tenere in vita un cosmonauta per alcuni mesi.


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