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Costa d'Avorio / Urgenza di giustizia

Creato il 05 luglio 2013 da Marianna06

 

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Grosse difficoltà, dopo anni di guerra civile e di poca trasparenza politica, anche negli ultimi tempi, impediscono alla popolazione ivoriana di ricostruire il proprio tessuto sociale, che risulta essere ancora troppo disgregato.

Il cambiare registro  e essere  responsabili del proprio Paese,in Costa d’Avorio, significherebbe tantissime cose, che non sono state ancora realizzate.

Se ne preoccupano, in particolare, le organizzazioni umanitarie locali e internazionali, che sottolineano, più di ogni altro, l’urgenza  non tramandabile

Le frustrazioni più comuni, che riguardano la gente  sono, per esempio, le disparità economiche tra i pochissimi ricchi e la pletora infinita di poveri e poverissimi, che continuano a esserci in maniera tangibile.

Le nomine  negli incarichi, quale che sia la natura di essi (politici soprattutto e/o altro), che è fatta soltanto  su base etnica.

E c’è poi la confisca dei beni pretestuosa, specie se si è appartenuto allo schieramento politico opposto e, quindi, avversario.

L’essere tagliati fuori,comunque,dalla vita politica attiva e non poter essere cittadini a tutti gli effetti e, per giunta, in casa propria, è davvero cosa grave.

Sono i francesi, senza alcun dubbio, coloro che hanno laggiù tutte le leve, indiscusse e indiscutibili, del comando in politica e in economia, con il sostegno dell’attuale presidente “fantoccio” e della sua cerchia di notabili molto ossequiosi.

Basta dare un’occhiata all’elenco dei nomi delle società operanti nel Paese e/o alle etichette dei prodotti esposti, a prezzi  da capogiro, negli scaffali dei supermercati cittadini o nei più modesti empori.

E, poi, c’è la violenza gratuita. Cioè il desiderio di vendetta personale e rancorosa, che allontana, com’è naturale che sia, persino nelle aspettative a lungo termine, la  fattibilità di una possibile pace sociale tra le genti.

Cominciare, nei fatti, a cassare qualche “faccina” del problema di cui sopra, potrebbe significare, magari, l’avvio di un “sistema” più equo. E ,quindi, più giusto.

Basta, amici ivoriani, stare a guardare e lasciare, come finora, che siano gli altri a fare per voi.

Lo richiede il futuro delle nuove generazioni.

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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