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Costa Rica Caraibica: cenni storici.

Creato il 30 dicembre 2011 da Pacorico @CR_DolceVita
Gli Indigeni di Talamanca
La Costa Rica Caraibica possiede una barriera naturale che la separa dal resto del paese, la Cordigliera di Talamanca, una terra popolata da molti secoli da differenti tribù indigene, organizzate in diversi clan, che erano permanentemente in conflitto per mantenere il potere e la supremazia sul  territorio.
Durante tutta la sua storia la regione di Talamanca ha avuto molte lotte ed atti eroici che hanno fermato i numerosi tentativi di dominarla e di colonizzarla.
La durezza della foresta tropicale, il suo clima e le sue aspre montagne aggiunti al carattere forte delle sue popolazioni molto determinate a non farsi sottomettere, hanno reso possibile che le comunità indigene dei BriBri e dei Cabecar sopravvivessero con i loro usi e costumi, con la loro lingua e con le loro credenze fino ai giorni nostri.
La Colonia Spagnola
Nel 1502, quando Cristoforo Colombo raggiunse questa costa durante la sua quarta spedizione nelle Americhe, la tribù Tariaca era quella che esercitava il dominio sulle altre (Bribri, Cabecar, Terrabas e Guaymies). I tentativi dei colonizzatori di estrarre l'oro che si credeva esistesse in questa zona e di evangelizzare le tribù indigene, furono vanificati dalla forte opposizione degli indigeni stessi che sotto il comando di Pablo Presbere si ribellarono ed espulsarono gli invasori spagnoli e liberarono le loro genti che erano state fatte prigioniere. Durante l'epoca delle colonie, gli spagnoli si interessarono poco alla zona caraibica soprattutto per le difficoltà ad accedervi dalla Valle Centrale
Costa Rica Caraibica: cenni storici.
I primi Africani in Costa Rica
A partire dal  secolo XVII i coloni si stabilirono sulla costa caraibica nella zona di Matina dove il commercio di cacao divenne la base dell'economia locale, un attività che portò a Limon un altro commercio, quello degli schiavi.  Uomini e donne furono trasportati dall Africa Occidentale ed Equatoriale soprattutto dall' Angola e dal Congo, dal gruppo dei bantù. Altri provenivano dal gruppo degli araras del Benin, dai wolofes della Guinea, dai mandinga del Gambia, dai puras del Sudan e dagli ashanti del Ghana. Facevano i lavori più duri e accompagnavano sempre gli spagnoli alla scoperta di nuovi territori e partecipavano all'insediamento delle prime popolazioni.  A poco a poco conquistarono la loro libertà ed indipendenza fino alla completa abolizione della schiavitù che in Centro America ebbe luogo nel 1823, quando gli incroci tra le varie razze (quella negra, quella indigena e quella bianca) aveva già raggiunto un avanzamento ed aveva attivato numerose connessioni tra i vari gruppi etnici.
I Pirati e i Miskito
Le difficoltà di insediamento degli spagnoli nella costa caraibica facilitarono l'avvento degli indigeni Miskito e le visite dei pirati e dei corsari inglesi, primo fra tutti il temuto Henry Morgan che qui trovò uno splendido rifugio tra le tranquille acque caraibiche e le baie protette dalla barriera corallina.  Arrivavano qua per cercare i tesori, per saccheggiare il cacao nelle piantagioni per poi rivenderlo in Inghilterra e per catturare gli indigeni e poi rivenderli come schiavi nelle piantagioni di zucchero. Alcuni resti di barche affondate come quelle che ci sono a Cahuita sono la testimonianza di questa epoca di pirateria che ha lasciato anche numerose leggende di tesori nascosti e di spiriti che li difendono.
I Pescatori di Tartarughe
A partire dal 1750 iniziarono ad arrivare sulla costa i pescatori di tartarughe provenienti da Bocas del Toro (Panama) e dal Nicaragua: i primi erano di origine afro-caraibica, gli altri erano gli indigeni Miskito provenienti dalla costa caraibica nicaraguense. Costruivano degli accampamenti provvisori che utilizzavano durante la stagione della pesca, da Marzo a Settembre, e coltivavano cocco, yuca  e platano che poi raccoglievano l'anno successivo. Nel 1828 uno di questi pescatori, William Smith, decise di impiantarsi stabilmente con la sua famiglia  facendo di uno degli accampamenti di Punta Cahuita la sua fissa dimora. Dopo di lui ne seguirono altri, alcuni vennero con le proprie famiglie, altri si accasarono con gli indios di Talamanca creando un incrocio razziale che ancora oggi si mantiene come caratteristica principale della popolazione locale.
Gli Afro-caraibici e la Ferrovia
Nel 1872 iniziò a Limon la costruzione della ferrovia che avrebbe unito San Josè alla Costa Caraibica, un progetto che richiedeva molta forza lavoro e una buona resistenza fisica, per cui ci si rivolse alla mano d'opera straniera. I primi immigranti provenivano dall' area caraibica, dall' Honduras, da Panama e dal Belize, in seguito arrivarono massicciamente dalla Giamaica. A fine 1872 arrivò a Puerto Limon la prima nave da Kingston con a bordo 123 giamaicani. Solo un anno dopo gli immigrati giamaicani, soprattutto di origine ashanti, erano già più di 1.000. Questi immigrati non avevano una relazione particolarmente profonda con la terra ospitante visto che nei loro pensieri c'era la voglia di ritornare in Giamaica appena finita la costruzione della ferrovia. Purtroppo però, alla fine di quest'opera, ci fu una grossa crisi economica che obbligò molti immigrati a rimanere in Costa Rica, producendosi in una agricoltura di sussistenza lungo la linea ferroviaria che avevano costruito. In seguito arrivò lo sfruttamento nelle piantagioni di banane, un lavoro molto duro a cui l'afro-caraibico era già abituato. Tutto ciò portò questi negri-antillani a stabilirsi definitivamente in questa zona, anche se  continuarono a mantenere le loro usanze afro-britanniche, evidenziando una grande differenza culturale con il resto del paese.
Aziende straniere a Talamanca
L'arrivo di aziende internazionali che trasformarono la bassa Talamanca in piantagioni di banane e che progettavano di estrarre le risorse naturali della zona, costrinse nuovamente gli indigeni ad opporsi all'espropriazione delle loro terre provocando una nuova rivolta sotto il comando di Antonio Saldaña, ultimo re di Talamanca, che nel 1910 morì avvelenato in strane circostanze.  I tentativi di esproprio delle loro terre si conclusero solamente nel 1977 quando venne promulgata la legge Indigena che creò le Riserve indigene di Talamanca, che assieme al Parco Internazionale La Amistad, rappresenta la maggior estensione di aree protette di tutto il Costa Rica.
Lo Sviluppo Turistico
Alla fine del 1900 arrivarono numerosi turisti e viaggiatori, soprattutto europei e nordamericani, che attratti dalle bellezze naturali e dalla tranquillità degli abitanti, trovarono qui il loro paradiso terrestre e aprirono piccole attività che diedero un forte impulso all'economia locale e crearono le basi  per quello che oggi è un importante infrastruttura turistica. E' uno sviluppo che cerca di rispettare l'ambiente, che possiede nel suo DNA una coscienza ecologica, che ha capito che la ricchezza di questa regione risiede nella sua bio-diversità, che assieme alla ricchezza etnica della sua popolazione, rende così speciale questa Costa Caraibica del Costa Rica.
Brano tratto dalla rivista locale Caribbean Way


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