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Costretta a lasciare

Creato il 16 novembre 2012 da Simone D'Angelo @SimonDangel
Costretta a lasciare

Ilaria Capua, la scienziata che tutto il mondo ci invidia, rischia di lasciare l’Italia

Ilaria Capua fu la prima ricercatrice ad isolare per prima il virus dell’aviaria. Ed ora proprio lei è uno di quei cervelli italiani che potrebbero lasciare il nostro Paese, perché la ricerca ormai non ha più i fondi necessari per andare avanti. Ilaria Capua, infatti, lavora presso la Torre della Ricerca di Padova ma presto potrebbe lasciare questi laboratori per trovare una struttura adeguata fuori dai confini nazionali. Diventata famosa insieme ai suoi collaboratori, come Giovanni Cattoli, per aver isolato il primo virus africano H5N1, una nuova forma di influenza aviaria umana, Ilaria Capua rifiutò che le informazioni da lei scoperte rimanessero in una cerchia ristretta di laboratori.

«Ero assolutamente basita, intimidita e scandalizzata al tempo stesso. Vi sembra un comportamento serio e adeguato alla situazione? I virus non aspettano. Siamo nella fase di espansione di una malattia epidemica che per la prima volta nella storia colonizza il continente africano. L’Africa è piagata dalla povertà e dalla malnutrizione. Un virus che uccide i polli e le galline sottrae nutrimento anche alle fasce più povere della popolazione. L’epidemia è destinata ad allargarsi a macchia d’olio e in una popolazione già flagellata dall’HIV e dalla malaria, per dirne solo due, un’altra infezione trasmissibile alle persone è pioggia sul bagnato». Così scrive in un suo libro, raccontando la proposta dell’Oms che ritenne inaccettabile, pubblicando i risultati della sua ricerca su GenBank, a disposizione di tutti.

Nel suo curriculum Capua vanta moltissimi riconoscimenti ma nemmeno questi basteranno a rendere più semplice il suo lavoro in Italia. Secondo gli accordi presi tra l’Istituto zooprofilattico sperimentale e la Torre della Ricerca, la ricercatrice avrebbe dovuto spostare il suo studio nell’ospedale dedicato alla cura e alla ricerca delle malattie infantili. Ma l’Izs ha chiesto ora che due piani dell’edificio vengano dati a disposizione gratuitamente per questo “trasloco”.

Franco Masello, a capo della struttura padovana, afferma che ciò è impensabile. «Noi non ce lo possiamo permettere. Non guadagniamo un euro da questo sforzo enorme da 32 milioni che abbiamo fatto ma una parte dei soldi vogliamo recuperarla per investirla nella ricerca».

Da qui l’offerta di uno spazio ridotto ad Ilaria Capua, che però non ha accettato, perché non sarebbe possibile continuare a fare il suo lavoro con meno colleghi e meno spazio a disposizione, minacciando anche di lasciare l’Italia. E in Veneto è scoppiato il caso, che ora si allarga a tutta Italia, che si interroga come sia possibile che tutto ciò avvenga.

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