Magazine Talenti

Cotta? No, crudina!

Da Crudina
Quante volte, alla fine di una lunga giornata di studio e/o lavoro, tanti amici e conoscenti si lamentano della loro stanchezza esordendo con un: sono cotta, o cotto, a seconda dei casi.
non so per quale stranissimo motivo, ma questa frase evoca nella mia mente una strana sensazione. Mi salta sempre in testa l'immagine di una insalata lasciata a metà, con il suo condimento che ormai ha impregnato ogni minimo anfratto e nervatura delle foglie, rendendole pesanti, cadenti e schifosamente flosce. Immagine che, accostata a quella di una persona reduce da tante ore di impegni fuori casa, crea un mix micidiale di vomitevoli pensieri.
Spesso, infatti, mi chiedo se sono io strana a pensare una cosa del genere, considerando quante mie conoscenze usino questo termine. Evidentemente è la mia mente ad essere contorta.
O, forse più probabilmente, è tutta una questione di cognomi che mi rende avvezza a questo tipo di considerazioni e pensieri.
Chi mi conosce ben sa. Da sempre bersaglio di infinite, nonché trite e ritrite prese in giro, forse questa è una sorta di "vendetta" trasversale, che mi spinge a considerare chi si definisce "cotto" come una cosa buffa, da deridere o guardare con aria schifata. Io che sono sempre stata etichettata come colei che possedeva un salumificio.
Però, pensandoci bene, una cosa non cotta dà meno l'idea di un processo di putrescenza. Una fetta di carne ancora da cuocere diverrà appetitosa e gustosa, ricca di condimento appena versato, un olio di qualità superiore, sale...
quindi perchè non cambiare e dire: "oggi mi sento crudo".
Forse non stanco, ma in procinto di rinascere in nuova e, si spera, migliore forma, pronti per affrontare l'ennesima, pesantissima, giornata di impegni.
Cotta? No, crudina!

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine