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Coupon offerta: buoni sconto per un low cost che non sempre conviene

Da Postpopuli @PostPopuli

di Francesco Gori

Ormai da tempo, è boom di coupon offerta: mega sconti per una cena al ristorante, un massaggio ayurvedico, un week end da sogno, ma anche per prestazioni sanitarie. Un low cost che sembra un vero affare. A volte lo è, altre decisamente no.

Per chi offre il servizio, è una notevole forma di pubblicità, e poco più. In teoria. Il guadagno netto dovrebbe essere minimo, visto il prezzo stracciato, anche se è il numero degli acquirenti (i cosiddetti gruppi di acquisto) a fare la differenza.

Come spiega Infoconsumatori, si sono sviluppate pratiche incontrollabili, in quanto i siti di couponing pongono un limite minimo per rendere valida l’offerta, ma non un limite massimo. Un overbooking (“sovraprenotazione”) che crea problemi a chi acquista. La sbandierata flessibilità di disponibilità infatti, spesso mal si sposa con quella limitata dell’esercente, che già si sta svendendo, e “deve” recuperare. E allora, spesso usufruire dell’offerta diventa un’impresa titanica.

Accade che il possessore di coupon venga trattato come un cliente di serie B: le date di un pernottamento difficilmente spostabili, mail di richieste senza un briciolo di risposta, cene servite alle 20.30, oppure “me ne vado a letto”. È capitato. Ce ne sono per tutti i gusti: bufale sul check up della caldaia, iPad che non arrivano, gestione del locale cambiata, cellulari svaniti nell’aria, il caso del ristorante di Modena: 1500 prenotazioni per un ristorante inesistente. E ancora: cene per due con porzioni per una, personale scortese, servizi igienici non all’altezza, biglietti aerei con date e orari ormai full.

COUPON OFFERTA: BUONI SCONTO PER UN LOW COST CHE NON SEMPRE CONVIENE

chiccheinformatiche.com

Il rimborso? Si entra in un ginepraio burocratico che necessita di determinazione per venirne a capo.

Basta navigare su internet per trovare lamentele infinite e vere e proprie truffe autorizzate.

Altroconsumo ha raccolto più di 130 segnalazioni di offerte acquistate su siti che offrono questi servizi per trattamenti medici impossibili da prenotare, oppure effettuati con mancanza di professionalità. “La prossima volta ne faremo un altro più approfondito” viene detto al paziente, ovviamente la “prossima volta” sarà a prezzo più che pieno.

Tagliando auto a prezzo vantaggioso? Per l’appuntamento “le faremo sapere”, rispondono spesso alla sorta di un colloquio di lavoro andato male. Test per le intolleranze? “Abbiamo ricevuto moltissime richieste, al momento non c’è posto”. Poi il silenzio. E il cliente desiste per sfinimento. Magari chiede il rimborso al sito ma – ahimè – è tardi, e l’importo è già stato incassato. Morale? Truffa vera e propria.

Non tutto è truffa certo, ma dove scorre tanto denaro – e questo è uno di quei casi – c’è sempre chi lucra, a spese del consumatore ingenuo.

Un’inchiesta di Wired Italia tra inizio ottobre e fine gennaio 2011 ha riportato 400 reclami ad Adiconsum.

La stessa Adiconsum da ottobre 2011 a settembre 2012, ha raccolto 2.197 segnalazioni. Il 76% dei disservizi riguarda proprio il couponing. Notizia del 7 febbraio 2013 (fonte Adiconsum) è che Groupalia e Liu Travel, due società del settore, hanno presentato una serie di impegni che l’Antitrust ha accolto e reso vincolanti.

Se ne è occupata anche Striscia la Notizia alcuni mesi fa, ma basta leggere i messaggi dei tanti gruppi di protesta presenti in rete – su Facebook riuniscono migliaia di persone e Groupon, Groupalia e LetsBonus sono gli operatori più contestati - per capire che il problema persiste. Così come la tecnica dello scaricabarile tra i soggetti coinvolti.

Personalmente ho avuto a che fare con questi fantomatici coupon tre volte: nel primo caso – un discutibile test sulle intolleranze – mi è stato proposto di tornare per un controllo ad una “modica” cifra di 100 e passa euro… nel secondo – un check-up per la macchina – fissare un appuntamento si è dimostrato più faticoso che scalare il K2 scalzo; nel terzo – un regalo che comprendeva un weekend con cena e pernottamento – non c’erano date disponibili. E ovviamente tutto era già stato incassato e non rimborsabile.

La presa per le mele proprio non si accetta, ben sapendo che c’è chi si arricchisce alle spalle dell’ingenuo consumatore. Sul gruppo Facebook GROUPON: PROBLEMI E DENUNCE – uno dei tanti – ci sono tante dritte per difendersi al meglio contro le promesse non mantenute, il tempo perso e le lamentele cadute nel vuoto.

Sia chiaro, ogni caso ha il proprio peccatore, che può essere dall’una o dall’altra parte. L’importante è far attenzione alle offerte (esaminarle nei dettagli), smascherare chi lucra, e far sentire la propria voce prima della scadenza dei termini (dai 10 giorni dell’annullamento della prenotazione ai 60 circa per aprire una contestazione vera e propria). Se non si riesce tramite i canali “normali” – telefonate, mail e quant’altro – comunicare il caso all’ Antitrust e alle associazioni dei consumatori.

Qualcuno di voi ha avuto esperienze di questo tipo? Segnalare almeno, quelle che sono vere e proprie truffe, è cosa necessaria.

 


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