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Crema, approvato il regolamento delle unioni civili, fra accuse di “lingue biforcute” e “marchetta”

Creato il 15 giugno 2015 da Cremonademocratica @paolozignani

E' il segnale più forte contro le discriminazioni, la scelta politica e culturale più chiara e decisa presa in provincia di Cremona in questi anni. Il consiglio comunale di Crema ha approvato il regolamento delle unioni civili, che rende attuabile il registro, la cui costituzione è stata approvata. Anche i consiglieri di centrodestra e della Lega si sono dichiarati contrari a ogni forma di discriminazione. Parole non sincere, secondo Emanuele Coti Zelati (Sel), che ha promosso l'iniziativa e l'ha portata a termine. Per le opposizioni il registro è inutile se non dannoso. Secondo Simone Beretta (Popolo della Libertà per Crema) il Parlamento è vicino a legiferare e dovrà tener conto del punto di vista del Ncd che ha già presentato migliaia di emendamenti al disegno di legge della senatrice Monica Cirinnà (Pd) già approvato dalla commissione giustizia in marzo. Così a Crema "la prossima amministrazione - secondo Beretta - potrebbe trovarsi costretta a modificare un regolamento che rappresenta un'inutile fuga in avanti, che avrebbe avuto senso se il Parlamento fosse stato molto lontano dal legiferare".
"Lingue biforcute, politicamente parlando" sono per Coti Zelati i proclami ostili alle discriminazioni "perché a questi signori in realtà le parole omosessuale e gay danno fastidio". Richiamato dal presidente del consiglio comunale e dalle opposizioni, Coti Zelati ha ribattuto che anche "marchetta" è una parola scorretta. Quella infatti è stata l'accusa rivolta dalle minoranze alla maggioranza di centrosinistra, che avrebbe voluto solo "dare lustro politico", come ha detto fra gli altri Antonio Agazzi, a Sel in cambio del necessario sostegno, dopo aver perso Rifondazione comunista. Insistita la richiesta non arrivare a progettare anche alle adozioni.

Di fatto però l'omofobia è un fenomeno negativo ancora di rilievo. Il disprezzo per la diversità di orientamento sessuale è diffusa non solo tra le giovani generazioni e nelle scuole ma nei nostri territori, come ha ricordato anche la sindaca Stefania Bonaldi (Pd).

Per questo, malgrado l'inevitabile distinzione dalla famiglia composta da uomo e donna, è un atto di rilievo il riconoscimento a "chi non l'ha mai avuto" e ha sempre dovuto nascondersi o vergognarsi; ora quelle coppie potranno ricevere un segno di accoglienza, "perché tutti i cittadini meritano di essersi accolti con civiltà", come ha detto la sindaca. Due persone conviventi potranno quindi, eventualmente, farsi visita in ospedale perché vengono riconosciute come "parente prossimo". Potranno vivere insieme in una casa popolare.

La Costituzione afferma proprio che vanno rimosse tutte le forme di discriminazione "e il Comune per quel che riguarda le persone può intervenire anche prima del legislatore" ha chiarito Stefania Bonaldi, per riconoscere "legami di affettività" già esistenti. "Nessuna fuga in avanti, perché siamo molto indietro - ha precisato ancora Emanuele Coti Zelati - dato che da tempo le unioni civili esistono e andavano solo regolate".

In marzo il Parlamento europeo ha votato a favore del riconoscimento delle unioni civili. Più esattamente, è stata votata una relazione sulla situazione dei diritti umani, che in uno dei punti prende atto dell'aumento del numero di Stati che consentono le unioni civili: quindi il Parlamento europeo ha "incoraggiato" i singoli Stati a riflettere sull'argomento.

Il dibattito probabilmente non si fermerà mai. E' un dato di fatto riconosciuto da tutti, almeno nelle dichiarazioni, che le cause della sofferenza, della solitudine, dell'isolamento e della frustrazione quando sono causate da discriminazione vanno cancellate, come vanno cancellati i comportamenti violenti. Di qui la felicità proclamata dal consigliere di Sel Coti Zelati per l'approvazione da parte del consiglio comunale di Crema.


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