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Si parla della missione italiana in Afghanistan. Cioè della missione internazionale nata per combattere il terrorismo internazionale e, in particolare, per combattere i talebani. All'epoca si erano levati i cori pacifisti, come spesso accade, ma si era parlato anche di "missioni di pace" e non di guerra.
Proprio oggi che gli italiani fanno i conti con i loro debiti e che ricevono un salasso di tutto rispetto, proprio da un governo nato per "abbassare le tasse", ecco che si scopre che i "soldi dei contribuenti" sono stati spesi per pagare i signori della guerra afghani, affinché i nostri militari nella regione non venissero attaccati.
Gli italiani hanno pagato i talebani e i signori della guerra afghani fino all'inizio del 2009 per limitare o scongiurare gli attacchi al nostro contingente. Questo comportamento ha irritato gli alleati europei e statunitensi. Lo dimostra il fatto che nel primo dei file WikiLeaks di aprile 2008, alla vigilia delle elezioni, l'ambasciatore Usa, Ronald Spogli, scrisse in un cable che in Afghanistan ''sia Berlusconi che Veltroni saranno riluttanti ad esporre i soldati italiani a rischi più grandi: Faremo pressioni perché le truppe assumano un atteggiamento più attivo contro gli insorti e daremo un forte segnale, opponendoci all'abitudine del passato di pagare per ottenere protezione''. A chiudere la tangentopoli Afghana avrebbe provveduto il governo Berlusconi, sotto la spinta delle pressioni statunitensi, nella primavera del 2009 con l'arrivo dei parà della Folgore in Afghanistan protagonisti di una campagna offensiva sena precedenti per le truppe italiane.
L'articolo, che trovate nel link, contiene altre informazioni interessanti. Tuttavia una serie di domande sorge spontanea. Se le missioni internazionali costano e si fanno per motivi di sicurezza nazionale e internazionale (nostra ovviamente), che senso ha sabotarle a danno dei contribuenti con contro-azioni che danno risorse ai nemici? Nel decreto "lacrime e sangue" pagheremo anche per questo modo scellerato di sperperare risorse pubbliche? Tutto ciò ha un fondamento etico, o è il semplice frutto di una politica opportunista? Non basta a rendere ricchi i talebani i proventi dal commercio di droga che, nonostante embarghi, azioni e presidi militari, continuano a "spacciare" nelle nostre nazioni in barba a qualsiasi forza militare presente sul loro territorio?
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