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Crisi: esplode la paura della povertà. Censis: “Gli italiani siano ormai l’azienda più liquida d’Italia”

Creato il 20 settembre 2014 da Nicola933
di Mario Marrandino Crisi: esplode la paura della povertà. Censis: “Gli italiani siano ormai l’azienda più liquida d’Italia” - 20 settembre 2014

PovertàDi Mario Marrandino. Uno studio del Censis riporta dati particolarmente allarmanti: un italiano su tre teme di diventare povero. Senza preavviso, né ritegno delle istituzioni; questo perché solo il 30% sente (o spera?) di avere le spalle coperte dal sistema di welfare. Sfortunatamente, però, la situazione non è giustificabile dal classico detto “quando vale per tutti, si soffre meno”, perché in altre zone d’Europa, il timore è molto inferiore e la sicurezza molto più alta: 58% in Spagna, 61% nel Regno Unito, 73% in Germania e 74% in Francia.

Ormai non si risparmia più per un futuro più ricco o rigoglioso, o, meglio ancora, per dare qualcosa di valido su cui poter far crescere i propri figli; oggi in Italia si risparmia perché non si sa mai. Il 44% risparmia in previsione di imprevisti futuri legati al lavoro o alla salute; il 36% perché “risparmiare” è l’unica ancora che dona sicurezza; il 28% per star tranquillo in vecchiaia.

Censis sottolinea quanto “gli italiani siano ormai l’azienda più liquida d’Italia”, questo perché negli ultimi anni l’italiano medio tende a prelevare quanto più cash possibile oppure a lasciare in stallo sui conti correnti i propri soldi. Nessun azzardo, nessun investimento, si procede a tentoni poco sicuri e malfermi nell’economia italiana. Il Messaggero riporta i dati dello studio: “Il valore di contanti e depositi bancari è aumentato di 234 miliardi di euro negli ultimi sette anni. Le consistenze sono passate dai 975 miliardi di euro del 2007 a una massa finanziaria di 1.209 miliardi nel marzo 2014, con un incremento del 9,2% in termini reali.” “Nello stesso periodo sono aumentati anche i soldi accantonati con assicurazioni e fondi pensione: +125 miliardi di euro (+7,2%). E le polizze vita sono tornate a funzionare come salvadanaio per molti italiani: i premi raccolti sono aumentati da 63,4 miliardi di euro nel 2007 a 86,8 miliardi nel 2013 (+21,3% in termini reali). Azzerati i consumi (-7,6% dal 2007 a oggi), dimezzati gli investimenti immobiliari (dalle 807mila compravendite di abitazioni del 2007 alle 403mila del 2013), ecco che fine hanno fatto i soldi degli italiani.”

Il continuo accumulo “verghiano” di “robba”, metaforicamente intesa come soldi, è esploso nel 2012 come mai prima di allora passando da 20,1 miliardi a 26 miliardi di euro nel primo trimestre del 2014, con un incremento nel periodo del 26,7% in termini reali. Addirittura la propensione al risparmio, che generalmente non è tipica degli uomini, ha raggiunto il 10% dal 7,8%.


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