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Crisi Ucraina, i venti di guerra spaventano i mercati finanziari

Da Mrinvest
Quali sono i rischi che corre l’Europa se nella crisi Ucraina lo scontro tra Russia e Occidente dovesse aggravarsi. Le conseguenze per borse, oro, greggio, rublo, bond sovrani.

elenco_195522Mentre si scaldano i motori in Russia ed in Ucraina per un possibile scontro militare tra i due Paesi, gli USA e l’Europa condannano l’occupazione militare di Mosca in Crimea e la tensione politica è alle stelle come mai dal crollo dell’Unione Sovietica. Le ripercussioni della crisi Ucraina iniziano ad essere pesanti anche sui mercati finanziari. La Borsa di Mosca ha chiuso ieri le contrattazioni con un crollo di oltre il 10% ma durante la giornata la perdita era arrivata al 13%. Malissimo il rublo, sprofondato contro l’euro ai minimi di sempre. Si è passati da un tasso di cambio di 39,30 a 50,17. Mai era stato sfondato il muro dei 50. Male anche le altre Borse europee, con il nostro indice FTSE MIB che ha ceduto il 3,34%.

Allo stesso tempo, le quotazioni dell’oro guadagnano il 2%, arrivando a 1.350 dollari l’oncia. In ascesa anche il prezzo del greggio: il WTI (West Texas Intermediate) quota già 104,53 dollari al barile (+1,94 dollari), mentre il Brent sale a 111,78 dollari (+2,71 dollari) al barile. La crisi Ucraina fa registrare qualche minima tensione anche sul mercato dei titoli di Stato, con lo spread BTp-Bund a 10 anni tornato a vedere quota 190 punti base, ma con i rendimenti decennali dei nostri BTp rimasti, in ogni caso, sotto il 3,50%; un fatto importante per i traders, perché segnala che i nostri titoli resistono alla maggiore avversione al rischio degli investitori.

Può succedere, infatti, che il prosieguo della crisi Ucraina possa portare ad una fuga dai mercati del rischio. Gli investitori tornerebbero a preferire i beni rifugio come l’oro, l’argento e i titoli di Stato “core”, cioè Bund tedeschi e Treasuries americani in primis. Un altro aspetto da non sottovalutare è l’impatto negativo sulla crescita che avrebbe un aumento delle quotazioni del greggio, perché potrebbe provocare uno shock dell’offerta, quando ancora i consumi interni nell’Eurozona sono stagnanti o persino in calo. Insomma, la ripresa economica potrebbe essere recisa nel suo nascere.

Certo, verrebbe meno il rischio deflazione nell’Area Euro, visto che l’aumento dell’inflazione, in conseguenza della crescita dei prezzi del greggio, farebbe accelerare la crescita dei prezzi, oggi quasi nulla. In generale, però, il rischio della crisi Ucraina è che l’instabilità dei mercati finanziari possa frenare il forte recupero che i bond sovrani semi-perifici sfoderano da alcuni mesi e che il mercato dei capitali ritorni ad essere un pò meno generoso per il Sud Europa, mentre il ritorno alla crescita potrebbe essere rinviato ancora una volta.


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