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Crociere: il lato oscuro

Creato il 02 settembre 2012 da Passione Crociere @passiocrociere
Un altro caso di scomparsa a bordo di una nave da crociera ha fatto notizia settimana scorsa. Si tratterebbe di un membro dell’equipaggio, più precisamente di una delle ballerine, impiegata a bordo della Costa Favolosa che secondo indescrizioni è finita in acqua volontariamente a largo di Istanbul. Non ci sono conferme e tra i colleghi che lavorano sulla nave vige il silenzio, in particolare se a chiedere sono i passeggeri stessi che durante l’accaduto erano a bordo.
Sono sempre più le persone che scelgono la crociera come loro ultimo viaggio e le compagnie temono per la loro immagine senza confermare o smentire le cifre dei casi.
Durante l’arco di quest’anno si contano in totale 13 gli incidenti avvenuti sulle navi da crociera: 3 membri dell’equipaggio e 6 passeggeri che si sono buttati in mare di cui uno è stato salvato, invece di 4 passeggeri si sono perse le tracce.
Con la continua crescita del settore crocieristico, che l’anno scorso ha registrato 20 milioni di passeggeri, porta con se anche notizie meno belle come ad esempio i suicidi o le scomparse a bordo dei giganti del mare. Queste disgrazie che coinvolgono passeggeri e membri dell’equipaggio messi in relazioni al numero di persone che annualmente scelgono di trascorrere le loro vacanze in crociera è una percentuale irrisoria, ma va subito detto che ogni disgrazia è una di troppo. Dal 2000 ad oggi i casi di scomparsa durante il soggiorno a bordo di una nave da crociera sono stati 185.
Suicidi, omicidi o incidenti, sulle notizie che si leggono niente viene confermato come anche nel caso accaduto a bordo di una delle navi della Costa a giugno, dove era scomparsa dopo un approdo in Sicilia, una cameriera che lavorava a bordo della Costa Magica. Oppure il caso del 2011 dove è scomparso un membro dell’equipaggio della Disney Wonder, si trattava della ventiquattrenne Rebecca Coriam, animatrice scomparsa nel nulla mentre dal suo conto bancario venivano, anche mesi dopo, prelevamenti in contanti. Il tribunale delle Bahamas, dove è registrata la nave, non ha ritenuto necessario continuare nelle indagini.

CROCIERE: IL LATO OSCURO

Rebecca Coriam, foto da sito www.rebecca-coriam.com

A rappresentare le vittime e le loro famiglie è un’associazione americana (International Cruise Victims Association) che lotta per i diritti dei passeggeri e dei membri dell’equipaggio. Spesso la giurisdizione è molto complessa, essendo che appena saliti a bordo di una nave ci si trova in territorio internazionale ma sotto la giurisdizione del paese dove è registrata la nave come ad esempio le Bahamas, Bermuda o Panama.
La mamma della ventiquattrenne Rebecca scomparsa dalla Disney Wonder combatte per i suoi diritti presso la corte nel Regno Unito: “Nostra figlia è scomparsa da quella nave e non siamo ancora in grado di scoprire cosa le sia successo. La gente sulle navi da crociera si sente cullata in un falso senso di sicurezza perché sono luoghi felici e pieni di turisti ma sono decine le persone scomparse da queste navi e sembra che le compagnie non vogliano indagare adeguatamente per timore di cattiva pubblicità. Crimini spazzati sotto il tappeto e incidenti non sono indagati adeguatamente”.
Altri casi che risalgono al 2004 dove è scomparsa la quarantenne Merrian Carver durante un viaggio in Alaska a bordo della Celebrity Mercury (ora Mein Schiff 2) appartenente alla flotta della compagnia statunitense Celebrity Cruises. Suo padre Kendall, fondatore dell’associazione International Cruise Victims Association, ha dichiarato: "Il responsabile della sua cabina ha riferito che lei era scomparsa da due giorni ma, nonostante ciò, la famiglia non era ancora stata informata e nulla è stato fatto. Al termine della crociera tutte le sue cose erano infilate in sacchetti di plastica nera e devolute in beneficenza".
Nello stesso anno a scomparire è una signora di 48 anni residente in Svizzera, Rama Forman. Durante una crociera a bordo della Silver Cloud Silversea all’ultimo porto di attracco a Mumbai il personale di cabina si accorge della scomparsa della signora. La porta che dava sul balcone della camera di Rama era chiusa dall'interno. La borsetta era in cabina, ma tutti i suoi gioielli mancavano. La polizia indiana è salita a bordo e ha detto che non c'era alcun segno di una lotta nella sua stanza e nessun segno di scasso. Il caso è stato chiuso così.
Sua sorella Roya, che vive anche lei nel nord di Londra, ha dichiarato: "Mia sorella non aveva alcun motivo per uccidersi e non aveva mai pensato al suicidio. Rama aveva ancora molti motivi per vivere. Stavamo progettando una grande festa al suo ritorno e lei mi aveva detto di prenotare un tavolo per dieci persone per la sera in cui sarebbe dovuta rientrare." Si sono accorti della sua assenza quando la nave attraccò a Mumbai, l'ultimo porto di scalo.
Link per accedere al sito International Cruise Victims Association http://www.internationalcruisevictims.org/
Fonte: cruisejunkie.com

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