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Crowdfunding: Ho un’idea c’è qualcuno disposto a finanziarmi?

Da Propostalavoro @propostalavoro

Il presupposto alla base del crowdfunding è che non servano grandi investitori per realizzare un progetto ma tanti piccoli promotori che credono nell’idea e decidono, con un piccolo contributo, di volerla vedere realizzata. Si tratta di progetti personali di qualsiasi tipo (dall’organizzazione di un matrimonio, alla realizzazione di un viaggio, di una campagna elettorale, di un film ecc.), tutto sta nel promuovere adeguatamente la propria idea e creare una rete di piccoli utenti finanziatori che credono in essa tanto quanto l’ideatore del progetto.

Proprio in Italia è stata creata la prima piattaforma di crowdfunding: Kapipal.com “Raise money for your dream”. Il sito vanta circa 30mila visitatori al mese e dal 2009, anno della sua fondazione, sono stati finanziati circa ottomila progetti. Alberto Falossi, ideatore di kapipal.com, ha sintetizzato in cinque punti le caratteristiche alla base del crowdfunding: I tuoi amici sono il tuo capitale; i tuoi amici permettono ai tuoi sogni di diventare realtà, il tuo capitale dipende dal numero di amici che hai; il tuo capitale dipende dalla fiducia; il tuo capitale cresce col passaparola. In America consistenti finanziamenti della campagna presidenziale di Barack Obama sono stati raccolti proprio tramite un sistema di microcredito basato sul crowdfunding.

Oltre a kapipal.com esistono attualmente numerosi progetti nati sull’idea del crowdfunding: ad esempio Sell a Band che permette a gruppi musicali emergenti di trovare il denaro necessario per registrare un album professionale, Kickstarter che consente di finanziare progetti creativi di varia natura (dal giornalismo allo sfruttamento dell’energia solare); Cofundus che cerca di produrre software open source, Kiva che consente di finanziare progetti nei paesi in via di sviluppo, Spot.us il cui ideatore realizza inchieste giornalistiche. C’è molto altro ancora, basta farsi un “giretto” su internet e scoprire quanto il fenomeno sia stia diffondendo. Persino il Louvre, il famoso museo di Parigi, attraverso l’iniziativa “tous mecenes” sta cercando fondi da piccoli investitori per restaurare due monumenti provenienti dal Cairo rimasti fino ad oggi nei depositi del museo.

Insomma oggi, con gli strumenti della rete avere un’idea può davvero costituire un piccolo patrimonio, basta un pizzico di fortuna e perché no, un pizzico di follia da parte degli utenti, disposti a fare una donazione senza ricevere nulla di materiale in cambio. Forse che la crisi ci sta davvero spingendo verso una nuova forma di solidarietà collettiva targata 2.0…

Alessia Gervasi


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