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Cultura longobarda: il mistero della maternità

Creato il 08 luglio 2012 da Berenice @beneagnese

teodelapio sorcini

Spoleto (PG) ha appena apposto la targa Unesco, Patrimonio dell'Umanità, sulla basilica di San Salvatore, monumento paleo-cristiano compreso nel sito seriale dei "Longobardi in Italia". 

La cittadina umbra che dal VI secolo fu sede di uno dei due Ducati della Langobardia minor in realtà non conserva rielvanti  testimonianze di quel periodo, ma negli abitanti è ancora forte la consapevolezza di aver fatto parte di un'epoca di notevole importanza politica, economica e culturale. Il museo della Rocca Albornoziana che sovrasta Spoleto è dedicato ai Longobardi, un laboratorio di oreficeria longobarda sta per prendere l'avvio e, dedicata a un Duca longobardo, Teodelapio, è la grande scultura di Alexander Calver che dal 1962  fronteggia la stazione ferroviaria e saluta i visitatori in arrivo e partenza. 

Uomini fieri e decisi i Longobardi, dal rango guerriero, uniti a donne con un altrettanto forte temperamento.

Non solo Teodolinda, la Regina, ma in generale sembra che gli individui femminili condividessero  le responsabilità politiche, religiose e militari al pari dei maschi. 

E come conciliavano le donne queste attitudini con il ruolo esclusivo della maternità? Come vivevano la gravidanza, come ottenevano dalla dieta un adeguato apporto di calorie? Al momento del parto si recavano in luoghi idonei, venivano curate da persone esperte nella propria casa? La mortalità materna e del frutto del concepimento nel periodo perinatale era alta? E come venivano accolti dalla famiglia e dalla comunità i neonati?

A queste curiosità, tenta di rispondere oggi domenica 8 luglio 2012 alle 18:00, presso la basilica di San Salvatore, un convegno organizzato dal club Unesco presieduto da Gianfranco Ciarletti che ha come titolo "Il mistero della maternità nella cultura Longobarda".

L'iniziativa prende spunto dall'antica opera letteraria di Trotula de Ruggiero, medico della Scuola Salernitana, che nel De passionibus mulierum ante et in post partum prende in esame questo importante aspetto sociale, rivelando una profondità di analisi e di soluzioni ancora attuali dove si intrecciano medicina, psicologia, e sociologia che segnano la nascita della ginecologia e dell'ostetricia come scienze mediche.

Relatori del convegno promosso a Spoleto dal Club Unesco saranno gli esperti Franco Formisano, Cristina Zenobi,  Marco Emanuele e Manuela Marchi, introdotti dal giornalista Alfonso Marchese, coordinati dalla scrittrice-giornalista Ilaria Rapacchio e dall'ostetrico-ginecologo Maurizio Silvestri.

Le conclusioni sono state affidate a Raffaella Albanese, direttrice del Dipartimento di sociologia delle emozioni della Link Campus University.

(La scultura Teodelapio di Alexander Calder. Spoleto, piazza Polvani. Foto di Silvio Sorcini)


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