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Cultura: recensione di “Le caramelle di rossana”, libro di Rossana Girotto

Creato il 28 febbraio 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

(Recensione di Luca Macciachini) - Di fronte a una fiaba c’è una difficoltà di fondo: l’imbarazzo della scelta della chiave (o delle chiavi ) di lettura. Dal puro piacere del racconto ai significati più o meno reconditi, si sarebbe tentati di dire che tutto è lecito. E il sottotitolo di questa raccolta: “Dieci racconti da gustare per bambini di ogni età” sottolinea l’”apertura” interpretativa a seconda del lettore e “solletica” letteralmente il palato di chiunque. Parliamo del libro “Le caramelle di rossana” di Rossana Girotto (Evolvoedizioni, 2015).

Cultura: recensione di “Le caramelle di rossana”, libro di Rossana Girotto. Ebbene non ci resta che aprire il “cofanetto” di Rossana Girotto e “scartare” queste caramelle, ovvero piccoli e deliziosi racconti che hanno spesso protagonisti, oltre ad esseri umani, anche animali o esseri fantastici. La sensazione centrale è quella che l’autrice voglia far incontrare le parti più disparate del nostro io in un arcobaleno di sensazioni razionali e irrazionali. Tra gnomi burberi, fate del lago, gatti curiosi e intraprendenti, api tristi, balene trovatesi per caso nel fiume e poi esseri umani che combattono con le paure di sempre e gli “inquadramenti” nel mondo normale, da cui forse si vorrebbe evadere, ci giostriamo in un continuo giuoco di rimandi fra realtà e finzione, realismo e fantasia, che ci trascina in un vortice incostante e coloratissimo di ritmi sensazioni e percezioni che coinvolgono letteralmente tutti e cinque i sensi.

Le prove migliori di questa raccolta ci sembrano quelle redatte nella forma del racconto più breve. In particolare tre di questi sono meglio rivelatori dell’abilità di Rossana a fondere più aspetti: “Il piano di Oscar”, “Io – l’uomo dell’acqua” – “Sbrigati Mozart!”. Nella prima un gatto curioso e intraprendente cerca di studiare i comportamenti umani per acquisire anch’egli a sua volta la parola, illudendosi che la “pozione magica” siano il caffè o le sigarette. Questi ultimi a lui, felino, sembrano le uniche modalità grazie alle quali gli esseri umani acquistano l’eloquio, restando muti in altri casi. Nella seconda un umile acquaiolo si immagina invece di recare a domicilio bottiglie di acqua, di poter portare bottiglie ripiene di cielo, in varietà infinite a seconda di dove ogni cielo si affacci; nella terza si “rivisita” la vicenda del bambino prodigio della musica, facendolo “riscattare” dalla noia degli esercizi tecnici quotidiani alla tastiera; il piccolo Wolfgang Amadeus è soggiogato dalla volontà paterna di farne un protagonista assoluto; un giorno decide di… (per continuare a leggere la recensione cliccare qui —> “lucamaciacchini.com“).


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