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Cultura sociale [social networking]

Da Lanta
Cultura sociale [social networking]
Tutti noi sappiamo benissimo che, in un modo o nell'altro, siamo parte di una rete di collegamenti sociali nella vita reale. Con l'avvento dei social network, di Twitter e di Facebook, qualcosa è cambiato. Oltre alla nostra "web" reale, ora esiste anche una "web" virtuale, e queste spesso possono venirsi a toccare in alcuni punti.
Tra le situazioni negative una che ha suscitato notevole scalpore è stata quella dei licenziamenti. Molto spesso, ciò che postiamo corrisponde a ciò che siamo, o almeno questo è quello che pensano gli altri leggendoci purtroppo... guardate per esempio questo!
La Cisco mi ha appena offerto un lavoro! Ora devo decidere se una paga più cospicua vale un viaggio giornaliero a San Jose e un lavoro che odierei
Cultura sociale [social networking]Non ci è voluto troppo perché arrivasse la risposta:
Cultura sociale [social networking]Incredibile vero? Beh, questo ed altro nei social network. Mentre c'è chi perde il lavoro e viene licenziato a cause delle sue inaccortezze, alcuni invece il lavoro se lo creano. Non mi riferisco solo a gente che tramite piattaforme di videogiochi o applicazioni da 4 soldi piene di pubblicità di arricchisce, c'è gente che veramente ha delle passioni che i nuovi sviluppi tecnologici in qualche modo aiutano a far fiorire.
E' il caso del californiano Matt Stewart che ha scritto, 140 caratteri alla volta, un vero e proprio libro ora rivisto e commercializzato nella sua versione 2.0 col titolo di "Rivoluzione Francese", edito da Soft Skull Press. La trama, così come la descrive lo stesso Stewart, è "una saga familiare, ambientata a San Francisco, vagamente strutturata intorno agli avvenimenti della Rivoluzione francese". 95000 parole, 4 mesi di lavoro di digitalizzazione, un calvario. Speriamo solo che questo piccolo grande scrittore di 31 anni venga ricompensato con le vendite.
Altra gente che si crea lavoro è un certo Paul Ceglia che ha avviato una procedura legale contro Facebook Inc e Mark Zuckerberg in quanto si ritiene possessore dell'84% delle azioni della società. Motivo? Nel 2003 firmò un contratto con lo stesso Zuckerberg per "un progetto per offrire agli studenti dell'Università di Harward l'accesso a un sito simile a un annuario con funzionamento in tempo reale con il titolo provvisorio The Face Book", poi trasferito senza la sua autorizzazione.  Ovviamente resta ancora tutto da verificare, anche vista la fedina non propriamente pulita di Ceglia e alcune incongruenze, nel frattempo come misura restrittiva la società non potrà trasferire beni o asset.

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