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Curiosità e paura dello psicologo? Guardiamo da vicino i principali luoghi comuni dell'"andare dallo psicologo"

Da Dottmurray



tratto dal film di Nanni Moretti "Bianca" (1984)
Quante volte ho iniziato colloqui, dopo 4 o 5 sedute con un nuovo paziente, in questo modo?  Magari però non sempre è possibile dare una risposta così diretta al paziente..a volte rimane solo un punto interrogativo che gironzola nella mia testa.
Molte persone che si apprestano ad andare dallo psicologo sono preda di diversi rimuginamenti sui più frequenti luoghi comuni. Ecco i 4 miti dello psicologo più frequenti:
1."Io non ho bisogno di uno psicologo . Sono abbastanza intelligente per risolvere i miei problemi da solo".  Tutti noi abbiamo i nostri “punti ciechi”. E l'intelligenza non ha nulla a che fare con il disagio psicologico. Un bravo psicologo non dice cosa fare o come vivere la propria vita. Piuttosto darà una prospettiva esperta esterna e consentirà di scoprire cose di se stessi in modo da poter avere un quadro più chiaro del proprio comportamento e del modo di relazionarsi con sé e con gli altri e, di conseguenza, fare scelte migliori.
2."Si va dallo psicologo se si è pazzi".
Non è necessario avere una diagnosi con un problema di salute mentale per “andare dallo psicologo”. La maggiorparte delle persone che seguono un percorso di sostegno psicologico cercano aiuto per le preoccupazioni di tutti i giorni: problemi relazionali, stress da lavoro o, per esempio, dubbi. Altri si rivolgono allo psicologo nei momenti difficili, come per affrontare un lutto o una separazione.
3."Tutti gli psicologi vogliono parlare dei genitori".
In realtà questo è uno dei miti più duri a morire (perfino tra molti colleghi di orientamento non psicodinamico!): è dagli anni'50 che, nella psicanalisi, così come nelle terapie e counselling ad orientamento psicodinamico, non si centra più il lavoro sul complesso di Edipo o Elettra, sulle colpe dei propri genitori, ecc. ( eccezione fatta per i film americani quando si va al cinema).
Restare nel presente e nel disagio “qui ed ora” , con uno sguardo alla propria storia familiare, è la modalità con cui lavorano buona parte degli psicologi e psicoterapeuti.
4."Si va dallo psicologo per “sfogarsi” . I piagnucoloni vanno dallo psicologo".
Molti erroneamente credono che si va dallo psicologo per sfogarsi con qualcuno, come un amico.
Allora perchè non andare da un amico e risparmiare tempo e denaro?
Purtroppo il lavoro che il paziente fa nel suo percorso di sostegno psicologico è molto duro e faticoso. Una lamentela fine a se stessa, con il tempo non porterebbe da nessuna parte. Il miglioramento viene proprio da uno sguardo più obiettivo su se stessi e la propria vita, e attraverso l' assumersi la responsabilità delle proprie azioni e del proprio disagio. Lo psicologo da un aiuto concreto, ma è il paziente, alla fine, che deve fare il lavoro più duro.

 


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